Principale Politica Il Papa riceve Conte. ‘sostegno all’Italia’

Il Papa riceve Conte. ‘sostegno all’Italia’

Roma, 30 mar. (askanews) - Segno dell'attenzione che nutre nei confronti del "suo" paese in questo drammatico momento, il Papa ha ricevuto questa mattina il presidente del consiglio Giuseppe Conte. "Non è noto il contenuto del dialogo", si legge su Vatican News, "ma è noto quanto l'Italia sta affrontando a causa del Covid-19 e quanto Francesco abbia a cuore la situazione della Penisola e non solo". Un'attenzione già dimostrata in innumerevoli messaggi, telefonate ai vescovi delle diverse diocesi per informarsi della situazione, preghiere per i medici, gli infermieri, i morti, i malati, gli anziani, i senza tetto o - come oggi - "per tanta gente che non riesce a reagire". Un'attenzione non certo limitata all'Italia ma che ricomprende il paese del quale il Pontefice è primate e che più di altri è stato colpito dalla pandemia. Le immagini mostrano il Papa e il presidente del Consiglio sorridenti, l'uno accanto all'altro per la foto di rito e poi a distanza di sicurezza - fanno notare in Vaticano - per tutto il colloquio. Nei giorni scorsi, peraltro, poiché un officiale della Segreteria di Stato che abita nella stessa residenza del Papa è risultato positivo al virus, sono stati compiuti tamponi tra i dipendenti vaticani e gli abitanti di Casa Santa Marta e, ha riferito il portavoce vaticano Matteo Bruni, "né il Santo Padre, né i suoi più stretti collaboratori" sono risultati malati. Jorge Mario Bergoglio, oltretutto, ha sempre difeso, in questo frangente, l'operato di governanti che "devono decidere e tante volte decidere su misure che non piacciono al popolo", come ha detto ad esempio alla messa mattutina del 12 marzo: "Ma è per il nostro bene. E tante volte, l'autorità si sente sola, non capita. Preghiamo per i nostri governanti che devono prendere la decisione su queste misure: che si sentano accompagnati dalla preghiera del popolo". Intervistato dal giornalista spagnolo Jordi Evole, il Papa aveva ribadito con forza il concetto, pur senza riferirsi specificamente ad un paese o a un altro, ad un governante o a un altro: "Molti nella difficoltà della circostanza si sono dimostrati uomini e donne impegnati che hanno preso la cosa sul serio e con responsabilità". E all'intervistatore che gli obiettava che molti cittadini non sarebbero d'accordo, accusando i politici di non aver dato l'allarme per tempo, il Papa ha risposto: "Può darsi... ma se ce lo avessero notificato probabilmente noi avremo pensato che non ci avrebbe toccato, 'è in Cina', 'è in Italia', ora è in casa... tutti pecchiamo in qualche modo di sottovalutare il problema". Uno "scudo" papale a politici alle prese con scelte impopolari che indica la necessità di unità di tutte le istituzioni e che torna nella lettera che il Papa ha inviato ad un giudice argentino, Andre Gallardo, e che proprio in queste ore è stata resa nota da La Nacion. Nella missiva, il Papa sottolinea che i governi "hanno adottato misure esemplari con priorità ben marcate per difendere la popolazione". Ed "è vero che queste misure" disturbano "coloro che sono costretti a rispettarle, ma è sempre per il bene comune e, a lungo termine, la maggior parte delle persone le accetta e si muove con atteggiamento positivo", scrive Jorge Mario Bergoglio, elogiando i governi che "mostrano la priorità delle loro decisioni: prima le persone". Questo "è importante - prosegue il Papa - perché sappiamo tutti che difendere le persone è un disastro economico. Sarebbe triste se venisse scelto il contrario, il che porterebbe alla morte di molte persone, qualcosa come un genocidio virale". Il Papa scrive poi di avere avuto un incontro con il dicastero vaticano per lo Sviluppo umano integrale per riflettere "sull'oggi e sul dopo" della pandemia, e sottolinea che "ci sono già alcune conseguenze da affrontare: la fame, specialmente per le persone senza lavoro stabile, La violenza, la comparsa di usurai, che sono la vera piaga del futuro sociale, i criminali disumanizzati". Preoccupazioni che sarebbe inopportuno attribuire specificamente all'Italia, ma che senz'altro mostrano qual è l'approccio "politico" che Papa Francesco ha della vicenda. E che sono verosimilmente tornate nel colloquio con Giuseppe Conte. In precedenza, il Papa e Conte si erano visti brevemente alla fine delle esequie del cardinale Achille Silvestrini. Era il 30 marzo dell'anno passato e di lì a pochi giorni sarebbe nato il secondo governo del premier. Francesco, in quell'occasione, donò al premier un rosario. La prima udienza in Vaticano era avvenuta l'anno prima, il 15 dicembre 2018, 45 minuti di colloqui per un confronto su diseguaglianze sociali, migrazioni, ambiente e pace. Ska

Il  Papa ha ricevuto il presidente del consiglio Giuseppe Conte. “Non è noto il contenuto del dialogo”, si legge su Vatican News, “ma è noto quanto l’Italia sta affrontando a causa del Covid-19 e quanto Francesco abbia a cuore la situazione della Penisola e non solo”.

Le immagini mostrano il Papa e il presidente del Consiglio sorridenti, l’uno accanto all’altro per la foto di rito e poi a distanza di sicurezza – fanno notare in Vaticano – per tutto il colloquio. Bergoglio, in queste settimane, ha sempre difeso l’operato di governanti che “devono decidere e tante volte decidere su misure che non piacciono al popolo”, come ha detto alla messa mattutina del 12 marzo: “Ma è per il nostro bene. E tante volte, l’autorità si sente sola, non capita. Preghiamo per i nostri governanti che devono prendere la decisione su queste misure: che si sentano accompagnati dalla preghiera del popolo”.

Intervistato dal giornalista spagnolo Jordi Evole, il Papa aveva ribadito con forza il concetto, pur senza riferirsi specificamente ad un paese o a un altro, ad un governante o a un altro: “Molti nella difficoltà della circostanza si sono dimostrati uomini e donne impegnati che hanno preso la cosa sul serio e con responsabilità”.

Nella lettera che il Papa ha inviato ad un giudice argentino, Andre Gallardo, e che proprio in queste ore è stata resa nota da La Nacion, viene sottolineato che i governi “hanno adottato misure esemplari con priorità ben marcate per difendere la popolazione”. Ed “è vero che queste misure” disturbano “coloro che sono costretti a rispettarle, ma è sempre per il bene comune e, a lungo termine, la maggior parte delle persone le accetta e si muove con atteggiamento positivo”, scrive Jorge Mario Bergoglio, elogiando i governi che “mostrano la priorità delle loro decisioni: prima le persone”. Questo “è importante – prosegue il Papa – perché sappiamo tutti che difendere le persone è un disastro economico. Sarebbe triste se venisse scelto il contrario, il che porterebbe alla morte di molte persone, qualcosa come un genocidio virale”.

Il Papa e Conte si erano visti brevemente alla fine delle esequie del cardinale Achille Silvestrini. Era il 30 marzo dello scorso anno, poco prima della nascita del secondo governo Conte. Francesco, in quell’occasione, donò al premier un rosario. La prima udienza in Vaticano era avvenuta l’anno prima, il 15 dicembre 2018, 45 minuti di colloqui per un confronto su diseguaglianze sociali, migrazioni, ambiente e pace. 

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