Principale Politica Euromediterranea: la nuova Europa

Euromediterranea: la nuova Europa

Cari amici e amiche, italiani e italiane,

il momento è tragico e la luce in fondo al tunnel appare ma ancora lontana, con lo spauracchio di una nuova minaccia: la povertà, il ritorno a un medioevo politico ed economico che nessuno di noi avrebbe immaginato e che non sappiamo se sapremo affrontare.

Di fronte a quest’epica catastrofe avevamo immaginato e sperato di avere uno scudo comune, l’Unione Europea, che tanti sacrifici ci è costato costruire, e che invece ora si sfalda sotto i colpi dell’egoismo nazionalistico, incapace di darci le risposte che tutti ci aspettavamo.

Ebbene, se la UE a trazione nordista franco-tedesca viene meno, siamo chiamati a costruire un nuovo scudo, una nuova unione più forte e solidale della precedente perché fondata sui valori di scambio e solidarietà millenari del mare nostrum, il mar mediterraneo che da sempre è fonte di cultura e civiltà cui gli stessi popoli del nord  si sono abbeverati.

Siamo certi che l’Italia non deve aspettare questa Europa che da sempre ha danneggiato il nostro paese, sempre timorosa delle potenzialità della nostra Italia e degli italiani.

Sappiamo che quando sarà debellata questa pandemia, non sarà facile demolire certi accordi politici  europei “sotto traccia” che ora non si vedono ma che ci sono. 

Senz’altre polemiche, si dovrà mutare tattica politica nostrana. Certo è che se il “nuovo” sostituirà il “vecchio”, dovrà essere accompagnato da un preciso programma attuativo; senza del quale il cambiamento resterebbe una mera ipotesi in un’Italia già in ginocchio per il “coronavirus”.

Il Corriere nazionale, unitamente al suo network, ai suoi partner, Scripta Moment e Ora Legale News, si rende portavoce di questa UNIONE EUROMEDITERRANEA, con i paesi interessati che potrebbero essere la  Spagna, Grecia, Portogallo, Albania, Croazia, Macedonia. Algeria, Marocco, Tunisia, Bosnia-Erzegovina, Egitto, Giordania, Israele, Libano, Marocco, Mauritania, Monaco, Montenegro, Palestina, Siria,Turchia e Libia,  e con le altre nazioni che vorranno aderirvi, solo per citare i paesi che furono protagonisti del trattato della Convenzione di Vienna sul diritto dei trattati del 1969.

Vogliamo far sentire la nostra voce ai nostri governanti, ai nostri politici in letargo, ai nostri politici giovani. Vogliamo capovolgere la carta geografica e porre al suo centro il nostro mare.

Per questo chiediamo al primo Ministro Giuseppe Conte (sappiamo già che non vorrà rispondere), di bandire una videoconferenza alla quale invitare i premier di questi Stati fratelli da sempre, già uniti dal comune stile di vita e da quei valori fondanti.

Siamo certi che non sarà facile ma che vi avremo accanto in questa storica impresa.

Credo opportuno sollecitare tutti coloro che hanno e hanno avuto una certa responsabilità nella conduzione del paese e farsi sentire per avere un loro contributo di pensiero politico, culturale, sociale, economico e sindacale nella costruzione di questa Europa Euromediterranea!

Bisogna uscire da questa europa di gente che vuole la fine dell’Italia!

Riprendiamoci la nostra sovranità monetaria e politica !

Riprendiamoci la nostra storia e la nostra Italia! 

Riprendiamoci il nostro presente e il nostro futuro! 

Non lasciamo in mano degli altri il nostro e vostro futuro! 

Antonio Peragine

direttore@corrierepl.it

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