Riceviamo e volentieri pubblichiamo la nota di due coniugi disperati per la mancata assistenza al figlio autistico residente nel Comune di Oriolo (Calabria). Rivolgiamo appello alle autorità competenti per consentire la necessaria assistenza.
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Egregio Direttore,
siamo una coppia di Oriolo Calabro, genitori di un bimbo di cinque anni affetto dalla sindrome dello spettro autistico.
Abbiamo accolto e amato Giorgio Pio (il nome del nostro bimbo) con l’amore che ogni genitore accoglie un figlio e questo amore è diventato immenso nel momento in cui egli è risultato essere affetto dalla sindrome dello spettro autistico.
Abbiamo in questi anni fatto sacrifici immensi per poter dare a Giorgio Pio le cure necessarie e per garantirgli la costante presenza materna si decise che a lavorare fosse solo il papà , lavoro precario ma che ci permetteva di andare avanti con dignità.
Oggi siamo una famiglia dimenticata da tutti. L’emergenza COVID 19 ha fatto si che tutti restassimo in casa, il nostro paese è stato dichiarato zona rossa, questo ha portato Giorgio Pio a non poter usufruire delle terapie neppure per telefono perché la struttura presso cui portavamo nostro figlio è privata ma essendo convenzionata per poter usufruire delle cure dovevamo apporre una firma per ogni seduta. Con l’emergenza Covid 19, la struttura si è resa disponibile per poter continuare la terapia via skype e inviandoci un collaboratore per prendere le nostre firme sino alla fine di maggio. Nulla di tutto questo è stato possibile, non abbiamo un computer e nessuno degli organi competenti, pur essendo a conoscenza della nostra situazione ha attuato una concreta azione.
Le nostre firme non possono pervenire alla struttura di Rossano per ovvie ragioni di sicurezza.
Nessuno si è posto il problema di come aiutarci e riteniamo che neppure ai vertici del nostro Governo si siano posti il problema di tutti i bambini che soffrono di patologie più o meno gravi come il nostro Giorgio Pio. Nell’ordinanza ministeriale riguardante l’istruzione, abbiamo notato un vuoto , non si sono posti il problema di come poter aiutare tutti i bambini con disabilità più o meno gravi, non si sono posti il problema di come far proseguire le loro attività essenziali alla stessa stregua delle cure farmacologiche.
Ci aspettavamo dal Presidente Conte, nel gestire questa emergenza “ l’atteggiamento del buon padre di famiglia” che agisce nei confronti dei suoi figli con eguale sollecitudine e attenzione; apprendiamo, invece, che sono stati inviati circa settanta milioni di euro ad altri paesi dimenticando che ,forse, quei soldi potevano essere usati per aiutare le famiglie italiane che come me versano in situazioni economiche difficili.
Non abbiamo la possibilità di porre al Presidente Conte domande ne fargli pervenire il nostro disagio, chiediamo a lei Direttore di farsi nostro portavoce e di tutti i genitori che come noi hanno bambini con handicap più o meno gravi.
La ringraziamo dell’attenzione e di quanto ella potrà fare
Gaetana e Giuseppe Diego