Ben 15 gg per annunciare un contenitore ancora vuoto.
di Luigi Benigno
Il Consiglio Europeo dei capi di stato e di governo approva la costituzione di un fondo comune europeo, il “Recovery Fund”.
Che cos’è il Recovery Fund?Inizialmente proposto dalla Francia il Recovery Fund, letteralmente “fondo di ricovero”, è un fondo che sarà costituito ad hoc e godrà della garanzia del bilancio dell’Unione Europea. Il fondo emetterebbe delle obbligazioni, denominate “recovery bond”.
Il recovery fund è stato sponsorizzato anche da Ursula Von der Leyen, presidente della Bce.
La BCE potrebbe, quindi, acquistare i titoli di debito emessi dal recovery fund che, peraltro, dovrebbero essere emessi con rating AAA, cioè quello attualmente assegnato ai titoli europei.
È evidente che tali titoli potrebbero facilmente essere collocati tra gli investitori perché godrebbero della garanzia massima; non si comprende, quindi, perché i bond dovrebbero essere acquistati dalla Bce; ciò troverebbe la propria spiegazione solo se le obbligazioni comuni potranno essere distrutte una volta acquistate dalla Bce, quindi non si tratterebbe di ulteriori debiti ma di pura iniezione di liquidità, che l’ex Presidente della Bce Mario Draghi aveva, forse, in maniera molto più semplice, effettuato con il quantitative easing.
Non è stato finora comunicato se si tratterà di strumenti di finanziamento che graveranno sulle finanze di ciascuno stato oppure se saranno fondi non rimborsabili.
I bond godrebbero della condivisone del rischio futuro tra tutti i paesi dell’Unione.
Il recovery fund potrebbe quindi ottenere il placet dei paesi dell’area nord europea come Olanda, Svezia, Austria, Finlandia e Germania, che hanno sempre respinto una condivisione degli oneri legati ai debiti.
Il recovery fund sarà finanziato con una raccolta di liquidità attraverso il collocamento sul mercato dei recovery bond.
La liquidità del fondo sarebbe poi distribuita ai Paesi in difficoltà a causa dell’emergenza coronavirus e nulla è stato comunicato in merito al rimborso. Al momento non è dato sapere quali saranno i contenuti né le modalità di utilizzo del fondo, in attesa della proposta formale che la Commissione presenterà il 29 aprile.
Il recovery fund va ad aggiungersi al Mes per gli Stati in difficoltà, al fondo Sure per i lavoratori ed a quello per le imprese (linea di credito Bei). Bocciata, quindi , la proposta italiana dei coronabond.
I Paesi del Sud (Italia, Francia, Spagna e Grecia) spingevano per un intervento comunitario di 1500 miliardi a fondo perduto, il fronte degli Stati del nord Europa, che opponeva resistenze, ha avuto ragione.
Il premier Conte, nella sua brevissima conferenza stampa, ha trasmesso o ha tentato di trasmettere l’idea di un successo del Governo italiano; tale non apparirebbe, alla luce di quanto detto fin qui.
Le vere incognite sono,quindi, legate all’alimentazione del recovery fund e agli eventuali vincoli di destinazione dei fondi derivanti dal collocamento dei bond; con quali criteri saranno ripartiti tra gli Stati dell’Unione, e se dovranno essere rimborsati e con quali scadenze.
Il pericolo è che il recovery fund possa contenere delle condizionalità analoghe a quelle previste per il Mes.
È necessario che, al di là della sia pur positiva decisione, si definiscano modalità e contenuti che necessariamente dovranno essere votati in Parlamento.