“L’importante non è stabilire se uno ha paura o meno, è saper convivere con la propria paura e non farsi condizionare dalla stessa. Ecco, il coraggio è questo, altrimenti non è più coraggio ma incoscienza.”
Con queste parole il magistrato italiano Giovanni Falcone, ha cercato di far capire a molti il suo coraggio, quello di un uomo, un magistrato, un marito, un cittadino, che con tutte le sue forze ha cercato di combattere un sistema mafioso sempre più subdolo e perverso. Non si è fatto condizionare dalla paura e ha cercato di convivere ogni giorno con essa. È stato un uomo coraggioso, che ha combattuto insieme al suo collega e amico Paolo Borsellino, la mafia in Italia. Quella mafia che il 23 maggio del 1992 nei pressi di Capaci, attentò non solo Giovanni Falcone, ma anche sua moglie e tre agenti di polizia.
Chiamata la strage di Capaci. Più che mai oggi come ogni anno si deve ricordare ciò che è accaduto, per far sì che cose simili non accadano più nel nostro paese. Oggi voglio ricordare un uomo che ha trasformato la paura in forza e volontà, di affermare sé stesso, le proprie idee e i propri valori. Un esempio che va ricordato ogni giorno e non solo il 23 maggio. Il suo esempio oggi ci dovrebbe far riflette sempre di più su che cos’è il coraggio, e di come potremmo combattere le nostre paure sperimentando tale coraggio, ma come ricorda Falcone senza sfociare nell’incoscienza.
Annunziata Scarciolla