Un uomo di 50 anni torna a respirare e a parlare
Bari – La buona medicina è di casa nella nostra città e alcune realtà sanitarie diventano riferimento per eccellenza e qualità. Grazie a un perfetto gioco di squadra un uomo di 50 anni, D.G. trasferito dalla Calabria, per una grave patologia della trachea, è stata operato con successo in Mater Dei Hospital. Il paziente colpito da un grave ictus cerebrale era stato ricoverato d’urgenza in Rianimazione e per consentirgli una adeguata respirazione i medici calabresi hanno praticato la tracheotomia. Un successivo restringimento, stenosi post tracheostomia, condannava il paziente a respirare attraverso l’apertura artificiale delle vie aeree, esponendolo a infezioni e all’impossibilità dell’uso della parola. Previo accordi con Silvio Orlando, direttore della Chirurgia Toracica di Mater Dei, il paziente era trasferito e subito sottoposto a un complesso intervento chirurgico da un team multispecialistico.
Ecco il commento di Silvio Orlando al termine dell’intervento: «E’ stata asportato il tratto della trachea distrutto dalla tracheostomia e sono stati ricongiunti i monconi tracheali. Con questa procedura il paziente tornerà a respirare naturalmente e dopo idonea riabilitazione potrà riacquistare l’uso della parola». Un perfetto gioco di squadra coordinato dallo stesso Orlando che si è avvalso della collaborazione di Luciano Grammatica, otorino, già Direttore del Dipartimento di Chirurgia Oncologica dell’Istituto Tumori Giovanni Paolo II di Bari e degli anestesisti, Veronica Mazza e Mario Tedesco, direttore della Unità Complessa di Anestesia e Rianimazione di Mater Dei. Una risoluzione definitiva e stabile di una problematica trattata da pochi centri specializzati di chirurgia toracica d’Europa e della Sapienza di Roma. Non è mai il solo caso a determinare un simile risultato positivo in Medicina. All’esperienza e alla competenza di questi professionisti deve associarsi il qualificato impegno degli infermieri, dei tecnici e di tutto il personale che, dalle sale operatorie alle corsie, svolgono il loro lavoro con umanità e spirito di servizio, nell’interesse esclusivo del cittadino utente. Questa è la buona medicina di cui ci piace parlare e scrivere.