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Bce, rilanciato il Qe, altri 600 miliardi acquisti Pepp almeno fino a giugno 2021

La Bce rilancia gli acquisti di debito per l’emergenza pandemica. Francoforte aumenta di 600 miliardi di euro il ‘Pepp’, portando il totale a 1350 miliardi di euro. E lascia invariati i tassi d’interesse: il tasso principale rimane fermo a zero, il tasso sui depositi resta a -0,50%. L’orizzonte temporale in cui la Bce condurra’ gli acquisti di titoli per l’emergenza pandemica ‘sara’ esteso almeno fino a fine giugno 2021′ dall’attuale scadenza di dicembre 2020. Crescita Eurozona -8,7% nel 2020, +5,2% nel 2021. Giu’ anche stime inflazione, ferma a 0,3% quest’anno. Lagarde, crollo senza precedenti nel secondo trimestre. Fmi plaude, bene l’ulteriore sostegno.

A meno di tre mesi dal lancio (era il 18 marzo, peraltro tardi) il piano di acquisti di titoli antipandemico della Bce riceve già una maxi ricarica da 600 miliardi di euro. Poco meno di un raddoppio di questo programma (Pepp), che dai 750 miliardi di euro inizialmente preventivati balza subito a 1.350 miliardi. Si tratta dello strumento più energico messo in campo dall’istituzione monetaria contro la nuova crisi esplosa a seguito del Covid e delle misure di lockdown volte a limitarne la diffusione, che hanno avuto pesanti contraccolpi sull’economia. Proprio oggi i dati sulle vendite del commercio al dettaglio nell’area euro hanno segnlato quasi un meno 20% annuo ad aprile. Il Consiglio direttivo della Bce ha parallelamente stabilito di prorogare la durata del Pepp di almeno sei mesi, fino al giugno del 2021. E, come riferito dalla presidente Christine Lagarde al termine della riunione, ha anche deciso di rinnovare i titoli acquistati che giungeranno a scadenza almeno fino a fine 2022. La ricarica si è spinta oltre le aspettative più diffuse. Per la maggiore gli analisti ipotizzavano infatti un aumento tra 250 e 500 miliardi di euro, posto che ai ritmi attuali il Pepp avrebbe esaurito il suo volume iniziale in anticipo rispetto a quanto preventivato, attorno a ottobre. La Bce ha infatti da subito voluto dotare questo strumento di massima flessibilità operativa, potendo “concentrare” gli acquisti nella fase iniziale e su alcune giurisdizioni, ove si creino pressioni che interferiscono con la trasmissione della sua politica monetaria. Lagarde (che aveva un aspetto più disteso del direttorio precedente) ha ribadito che si continuerà a usare il Pepp in chiave antispread: “per contrastare i rischi di frammentazione”, ha detto. Gli acquisti proseguiranno fino a quando la crisi pandemica verrà giudicata conclusa. Queste operazioni, poi, si aggiungono al piano “base” di acquisti di titoli (App), che è stato invece confermato al suo ritmo attuale di 20 miliardi di euro al mese. La Bce ha poi confermato tutti i livelli dei tassi di interesse di riferimento: zero sulle operazioni di rifinanziamento principali, 0,25% sulle operazioni marginali e meno 0,50% e sui depositi delle banche presso la stessa istituzione. La Bce ha infine ribadito di esser sempre pronta a modificare tutti i suoi interventi, ove si renda necessario a conseguire i suoi obiettivi di politica monetaria. Che fondamentalmente significa cercare di avere una inflazione stabilmente poco sotto il 2%, laddove al momento il caro vita sembra minacciare di tornare e livelli negativi.

I dati giunti nelle ultime settimane “confermano che l’area euro sta assistendo a una contrazione economica senza precedenti, con forti perdite di lavoro e reddito che hanno portato a cadute significative di spese per consumi e investimenti”, ha rilevato Lagarde. Ci sono stati “alcuni segni di risalita” post minimi, “ma finora il miglioramento è tiepido” e le attese sull’economia sono circondate da un livello di incertezza “straordinario”. Questo si riflette nelle previsioni appena aggiornate dai tecnici della Bce, che stavolta data l’incertezza hanno elaborato ben tre diversi scenari possibili. Nello scenario di base il Pil 2020 subirebbe un meno 8,7%, con un rimbalzo del 5,2% nel 2021 e un ulteriore più 3,3% nel 2022. C’è poi uno scenario “grave”, in cui invece la caduta del Pil 2020 sarebbe del meno 12,6%, a cui seguirebbe un più 3,3% nel 2021 e più 3,8% nel 2022. C’è però anche uno scenario “mite”, in cui la caduta del Pil 2020 si limiterebbe al meno 5,9%, con un rimbalzo del 6,8% nel 2021 e un più 2,2% nel 2022. Fondamentalmente “lo scenario mite assume un successo nelle misure di contenimento del virus, mentre lo scenario grave – ha spiegato la Bce – ipotizza una nuova forte insorgenza di contagi e una estensione di misure di contenimento rigorose fino a metà 2021”. Al Consiglio “siamo stati unanimi nel giudicare che bisognasse agire” rafforzando le misure, ha riferito ancora la presidente, mentre sull’ammontare dell’aumento del piano di acquisti anticrisi Pepp è stata raggiunta una “ampia convergenza”. I 600 miliardi di euro aggiuntivi “dovrebbero portarci alla dinamica di inflazione pre Covid”. Sul tema controverso della sentenza della Corte costituzionale della Germania contro il primo piano di acquisti di titoli pubblici della Bce, “abbiamo preso tutti nota del giudizio, ma è diretto a due parti – ha detto sempre Lagarde -: il governo e il Parlamento tedeschi e siamo fiduciosi che (in quella sede-ndr) verrà trovata una buona soluzione, che non mini in alcun modo l’indipendenza della Bce, le regole europee e le decisioni della Corte Ue”. Ad ogni modo la presidente ha ripetuto che la Bce ricade sotto la giurisdizione della Corte di giustizia europea.

Altro tema controverso è l’ipotesi di estendere i piani di acquisti della Bce a titoli con rating sotto il livello investment grade (spesso chiamati junk bond). Formalmente ad oggi il Consiglio direttivo “non ha discusso” la questione, ha affermato Lagarde, che tuttavia ha fatto affermazioni con cui sembra lasciarsi tutte le opzioni aperte. Bisogna evitare “profezie che si autoavverano”. Tradotto, la Bce non prende misure su un problema che non si è ancora creato e che magari potrebbero incentivarlo. Ma “continueremo a monitorare la situazione – ha aggiunto Lagarde – e assumeremo le misure appropriate”. Le misure annunciate sono state accolte con forti reazioni positive dei mercati che con il passare del tempo si sono andate spegnendo sull’azionario, ma non sui titoli di Stato. In particolare i rendimenti dei Btp a 10 anni hanno segnato un calmieramento di circa 15 punti base, all’1,46% con lo spread in discesa a 178 punti base. L’euro è brevemente balzato fino a 1,1326 dollari, sui massimi da quasi tre mesi. Laddove una misura espansiva della Banca centrale solitamente dovrebbe portare a moderazioni della valuta di riferimento, dato che aumenta la massa monetaria in circolazione. In questo caso, tuttavia, già in precedenza gli analisti avevano avvertito che misure energiche della Bce avrebbero invece sostenuto l’euro, perché avrebbero allontanato lo scenario di nuove tensioni disgregative nell’Unione valutaria. Nel pomeriggio l’euro ritraccia in parte e si scambia a 1,1215 euro in un quadro di accentuata volatilità.

Leonarda Manna | 5 giugno 2020 alle 0:30 | U

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