Una storia ispirata dall’amore nei confronti della propria Famiglia e della città di Taranto.
di Nunzia Bernardini
Il romanzo “Corso Due Mari. Taranto tra amore e guerra” di Carla Dedòla (edizioni Il Foglio) è un racconto scritto in uno stile asciutto ed essenziale capace di tratteggiare situazioni di vita e caratteri dei personaggi con efficacia e realismo.
Conoscere la storia della propria famiglia non è un percorso banale: dietro ogni matrimonio o relazione affettiva si nascondono sentimenti, segreti e l’impronta del destino che l’autrice descrive molto bene nel suo racconto ispirato da “un inestimabile patrimonio di ricordi che meritavano di essere raccontati”.
Sullo sfondo della storia c’è una citta bella e operosa “fotografata” durante alcuni decenni del ‘900 tra il ventennio fascista, gli anni della seconda guerra mondiale e l’epilogo negli anni sessanta immediatamente prima della costruzione ed inaugurazione dell’Italsider.
La grande fabbrica, inaugurata nel 1965, ha rappresentato la “fortuna” per l’occupazione di tutto il territorio ma anche la vera “sfortuna” per Taranto con la progressiva trasformazione della sua economia legata a doppio filo con l’acciaio e che da anni vive il conflitto permanente tra ambiente, lavoro e salute della popolazione. Una contrapposizione insanabile e di difficile soluzione che la cronaca ci rappresenta ogni giorno con il suo strascico di malattie, inquinamento e disoccupazione.
La città dei Due Mari svolge il ruolo di protagonista nel racconto della famiglia Presicci con la vivacità dei suoi luoghi di ritrovo, la “ricchezza” rappresentata dall’ Arsenale e dalla presenza della Marina Militare, con il ponte girevole e la bellezza della costa cittadina nel costante rapporto con il Mare e persino con i famosi riti religiosi della “Perdonanza”.
La Dedola non si sottrae neanche quando deve trattare temi sensibili come l’omosessualità durante il Regime, la presenza e la frequentazione delle “signorine” delle case chiuse oppure la iniziale fiducia nell’opera del Duce seguita dalla delusione amara per le sorti del conflitto mondiale.
Ogni racconto, anche il più scabroso è filtrato dall’autrice con sensibilità e capacità di far emergere i sentimenti veri senza infingimenti o giri di parole: è un lavoro di narrazione appassionato, curato e molto piacevole da leggere.
Nunzia Bernardini