La nota del Capo dello Stato per i 50 anni delle istituzioni regionali
“Cinquant’anni or sono i cittadini delle Regioni a statuto ordinario vennero chiamati per la prima volta alle urne per eleggere i loro rappresentanti nei Consigli regionali. Si completava così il disegno dei Costituenti e la democrazia nel nostro Paese compiva un ulteriore, significativo passo in avanti, ampliando le sue basi e rafforzando il carattere pluralista delle sue istituzioni” , a sottolinearlo è il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. “La Repubblica – prosegue il capo dello Sato nella nota diffusa il 7 giigno – nasce nel rifiuto del carattere autoritario e centralista dello Stato, inasprito dal regime fascista, contro la tradizione dei liberi Comuni e delle identità dei territori, ricchezza della civiltà dell’Italia. Il principio di autonomia, delle Regioni e degli enti locali, è alle fondamenta della costruzione democratica, perché appartiene al campo indivisibile delle libertà e costituisce un regolatore dell’equilibrio costituzionale.
L’esperienza delle Regioni ha attraversato diverse stagioni, è stata oggetto di confronti molto intensi, e di riforme che hanno modificato non solo il profilo legislativo e amministrativo degli enti, ma anche il funzionamento complessivo dei poteri democratici della Repubblica.
Dopo mezzo secolo di esperienza la riflessione è ancora aperta, e la stessa lotta alla pandemia ci ha posto di fronte a nuovi interrogativi su come rendere migliore il servizio ai cittadini ed evitare che conflitti e sovrapposizioni tra istituzioni possano creare inefficienze paralizzanti o aprire pericolose fratture nella società.
La libertà dei territori e l’autonomia delle comunità sono un contributo all’unità nazionale, nel quadro di una leale collaborazione tra i diversi livelli istituzionali.
Le intese tra Stato, Regioni, Comuni, Province sono parte qualificante dell’azione di governo” e “Le diversità – se non utilizzate in modo improprio – sono un moltiplicatore di crescita civile, economica, culturale”. “L’Europa stessa è chiamata a valorizzare la dimensione regionale, come vettore di integrazione.
Affinché il pluralismo e la sussidiarietà assumano il valore che è loro proprio, è necessario che questi concorrano alla realizzazione dei principi fondamentali di solidarietà e di uguaglianza sanciti dalla Costituzione.
Le Regioni e le autonomie degli enti locali accresceranno le opportunità del Paese, anche in questa stagione di ripartenza, se sapranno contribuire a garantire e rendere effettivo il carattere universale dei diritti sociali e di cittadinanza del popolo italiano, al cui servizio tutte le istituzioni democratiche sono poste. Siamo chiamati a una prova impegnativa: l’Italia ha le carte in regola per superare la sfida. Non vincerà da solo un territorio contro un altro, non prevarrà una istituzione a scapito di un’altra, ma solo la Repubblica, nella sua unità. Decisiva sarà – conclude il Presidente della Repubblica – la capacità di tenere insieme pluralità e vincolo unitari”.
“Oggi viviamo uno dei periodi più difficili che la nostra regione abbia mai affrontato negli ultimi 50 anni, ma credo veramente che la nostra gente abbia tutte le carte in regole per rialzarsi a testa alta. Rimboccandosi le maniche, spaccandosi la schiena, come noi emiliano-romagnoli siamo abituati a fare. Buon compleanno Regione Emilia-Romagna”. Lo scrive in un post su Facebook il presidente dell’Emilia-Romagna e della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini, per i 50 anni delle Regioni. “Oggi la Regione Emilia-Romagna ‘compie gli anni’. 50 anni fa infatti ci furono le prime elezioni regionali. Ora più che mai sono fiero e onorato di guidare questa meravigliosa terra. Dal primo giorno in cui sono stato eletto ho sempre cercato di lavorare al meglio al servizio dell’Istituzione Emilia-Romagna, consapevole che noi politici siamo solo di passaggio, mentre le Istituzioni rimangono”, ha concluso, postando un’immagine della mappa della regione colorata di bianco rosso e verde.
I presidente di Regione Liguria e Vicepresidente della Conferenza delle Regioni, Giovanni Toti, ha ringraziato con una diretta social il presidente della Repubblica Sergio Mattarella per le sue parole, “perché il messaggio pronunciato per i 50 anni delle Regione sulla loro autonomia e sul ruolo fondamentale avuto dalle stesse in questa lunga emergenza sanitaria e’ un bel riconoscimento per le tante persone che hanno lavorato in questo periodo ed e’ una spinta per tornare a parlare di quella autonomia che abbiamo un po’ abbandonato, ma che ha dimostrato tutta la sua validita’ nel momento in cui regioni hanno affrontato la pandemia”.
“Quello che hanno affrontato le Regioni in questo periodo, tutte insieme sia quelle con governo di centrodestra sia quelle di centrosinistra – ha ribadito Toti – e’ servito a far ripartire il paese. Tutte le Regioni hanno lavorato di concerto alle linee guida, per dare regole chiare e applicabili a favore di tutti quegli imprenditori che dovevano far ripartire nuovamente le loro attività. Oggi pertanto parlare di Regioni e di autonomia e’ quanto mai opportuno e attuale – ha aggiunto Toti – Per questo il mio grazie va al Presidente Mattarella che, per la seconda volta, dopo il 2 giugno, si sofferma su questo argomento. Sono
convito che le Regioni debbano avere voce in capitolo, perché l’autonomia di un territorio e’ fondamentale per fare le scelte
giuste e maggiormente connesse con i propri cittadini “. “In Liguria gli esempi sono sotto gli occhi di tutti – ha continuato Toti – da noi praticamente tutti i partiti, i sindacati, le organizzazioni datoriali vogliono la Gronda, ma purtroppo questa importante infrastruttura e’ bloccata a Roma perche’, da Roma, ritengono di avere soluzioni diverse. Come presidente di questa regione io vorrei si uscisse da situazioni dalle infinite situazioni di stallo e ritengo che sulle infrastrutture e sui porti ci sia la necessita’ di sbloccare tanti lavori come, per esempio, quelli sulle varianti dell’Aurelia che pero’, come molti altri progetti, non sono purtroppo di nostra competenza. Se li potessimo sbloccare faremo prima e faremo scelte che i nostri cittadini vogliono da tempo.
Credo che questo sia lo spirito e il senso del messaggio pronunciato oggi dal Presidente Mattarella”. “Per questo – ha concluso Toti – bisogna riaprire al piu’ presto con il ministro Boccia un percorso sull’autonomia, come è già stato chiesto dalle regioni di colori politici differenti: perché questo è un tema che riguarda i territori e non i partiti e va affrontato a partire dalla prossima legislatura. Abbiamo infatti visto che quando le cose sono state decise a Roma non sono andate nel migliore dei modi e anche le linee guida con cui dovevamo riaprire erano scritte da persone che, evidentemente, poco sapevano di commercio, imprese, ristorazione mentre quelle invece adottate dalle Regioni hanno permesso a tutte le categorie di ritornare al lavoro in sicurezza ma con regole fattibil”.
Le regioni “hanno dimostrato di esserci, di stare sul territorio, assumendosi responsabilità.
Certo, talora non hanno fatto bene la conflittualità eccessiva, il parossismo e un po’ di protervia. Ma andrebbe fatta la prova del nove: io penso che senza le Regioni avremmo avuto un disastro e lo Stato centrale non avrebbe potuto governare, come ha ben fatto, tutto il sistema”. Così il governatore della Toscana Enrico Rossi in un’intervista a La Stampa. Sulle parole del capo dello Stato Sergio Mattarella per i 50 anni delle regionali: “Il presidente richiama giustamente all’unità e al superamento di sovrapposizioni tra istituzioni e indica la strada di un federalismo cooperativo. Ma c’è anche un passaggio sull’Europa, chiamata a valorizzare la dimensione regionale, come vettore di integrazione. Ecco a questo proposito sia consentita una osservazione personale: noi come Regioni abbiamo i nostri ritardi, ma se nei prossimi mesi si pensa di spendere da Roma i fondi europei per la sanità, a vederne i frutti ci penseranno i nostri nipoti”. “Io credo sia l’occasione per ritrovare un equilibrio tra tentazioni opposte”, osserva parlando di “un’autonomia malintesa, soprattutto da parte” delle Regioni “più forti, secondo una logica altrettanto sbagliata: allora facciamo da soli. Serve un federalismo cooperativo. Più in generale bisognerebbe affermare la supremazia dello Stato, riconoscendogli la possibilità di esercitare questo diritto, ma su tutte le materie concorrenti”.
Il 7 giugno, ha detto il Presidente del Veneto Luca Zaia, “è una bella giornata, sono 50 anni dalla prima elezione regionale e il Presidente Mattarella afferma che il principio dell’autonomia regionale è un fondamento della democrazia. Ringrazio Mattarella per aver voluto consacrare questa giornata. Autonomia non è sottrazione di potere, come pensa qualcuno a Roma – ha aggiunto – l’autonomia è un’opportunità, come afferma il Capo dello Stato, non un problema”.