Foto SSC Bari
In gran forma e dotato di inusuale barbetta alla Sean Connery, Vincenzo Vivarini si è prestato, poco fa, alle domande dei giornalisti baresi. Il suo carattere mite, solo apparentemente rassegnato, ha lasciato ad intendere che il periodo di lockdown lo abbia fatto soffrire parecchio in considerazione del fatto che lo ha passato a Bari lontano dai suoi cari. Del resto, il problema era – ed è – comprensibile soprattutto se si pensa che non è stato l’unico a trascorrerlo da solo qui a Bari.
Il fermo forzato non lo ha cambiato di una virgola: sempre cordiale, con quel solco lungo il viso, sebbene coperto dalla barba, come una specie di sorriso – per dirla alla De André – mite, disponibile, con grande capacità di ascolto ed altrettanta di replica, e con la solita, magari malcelata, voglia di continuare da dove si è fermato tutto cercando di proseguire anche il record di imbattibilità.
Molte le domande dei colleghi ed altrettante le risposte che hanno spaziato dalla situazione attuale all’ultima gara eventuale.
Vivarini ha trovato i giocatori messi bene, in forma muscolare discreta ma con grandi prevedibili lacune fisiche per ovvi motivi nonostante i giocatori abbiano rispettato ad litteram le consegne dei preparatori baresi. Ma si sa, in una situazione più unica che rara, occorreva fare di necessità virtù, e laddove non era possibile correre e provare schemi, si doveva quanto meno muoversi con gli attrezzi messi a disposizione dalla società di De Laurentiis. E così è stato.
Per andare avanti fino alla fine, ha detto, occorrerà grinta, tecnica, forza fisica, forza mentale ed anche quel pizzico di qualità che, magari, altre concorrenti non hanno, bisognerà, inoltre, lavorare duramente sperando di non incorrere in nessun infortunio dal momento che lo stesso, in questi casi di fermo forzato, è dietro l’angolo, ma soprattutto occorrerà organizzare partitelle intra moenia, ovvero tra tutta la rosa allestendo due formazioni da undici ed undici dal momento che nessuna squadra, di questi tempi, è pronta ad affrontare in amichevole il Bari in quanto tutte hanno chiuso bottega. E proprio questo tipo di allenamenti che soffrirà di più l’allenatore barese perché solo coi minutaggi sulle gambe si può lavorare meglio in prospettiva.
Nel cinquantesimo anniversario della “partido del siglo”, Italia Germania di Città del Messico, il Presidente De Laurentiis ha, combinazione, parlato dei playoff come vere e proprie finali mondiali, e Vivarini gli ha dato ragione in quanto si tratta, a suo modo di vedere, di gare particolari, sui generis, belle, avvincenti e tutte da gustare, anche se l’unico cruccio è quello di non poter garantire lo spettacolo a causa dei suddetti motivi tecnico-fisici.
L’allenatore, pur nella sua proverbiale garbatezza e nel suo equilibrio, si è mostrato abbastanza fiducioso e speranzoso di dover giocare sempre al San Nicola evitando la trasferta a Reggio Emilia, nonostante la pericolosità di alcune squadre dotate di qualità, senza dimenticare le solite sorprese che sicuramente non mancheranno, individuabili in quelle squadre piazzatesi oltre il quarto posto.
Insomma, si riprende sia sul campo, sia con la voce del campo. A quasi un mese dall’inizio di questo piccolo mondiale nostrano.
Massimo Longo