Principale Attualità & Cronaca La salute non può attendere

La salute non può attendere

Siamo alla vigilia di un importante tornata elettorale che vedra’ coinvolta la Regione  Puglia, ci sarà l’ attenzione dei pretendenti al ruolo di Presidente, verso  i territori elettorali e le loro  problematiche.

Se chiedessimo oggi ai pugliesi,quale fra i tanti problemi che attanagliano la Regione  desidererebbero veder migliorato,risponderebbero:quelli riguardanti l’ assistenza sanitaria locale.

La Sanita’, tanto complessa,è stata il grande spauracchio di tutti i politici nostrani e regionali che si sono succeduti alla guida dei vari governi regionali e comunali,forti del fatto che su queste tematiche la sensibilità dei cittadini è piu’ attenta e sullo stesso si giocano tantissimi voti.

Importante  operare un’ azione programmatica da parte di tutti i candidati Presidenti alla guida regionale,analizzare i bisogni assistenziali del territorio, tenendo presente anche la risoluzione di problematiche organizzative piu’ attuali e latenti da anni.

Bisognera’ tenere conto delle nuove  direttive nazionali in fatto d i prevenzione  primaria.

CPT(centro polifunzionale territoriale),OdC(Ospedale di continuita’),C.O.r.O.(Centro  Orientamento Oncologico),postazioni fisse 118 ovvero potenziamento della media e piccola urgenza, infermiere di famiglia.

Questo è un parere,la griglia assistenziale ideale per ottimizzare  la  prevenzione, diagnosi e cura, in un ottica che porti nel prossimo futuro ad un eccellente livello assistenziale di salute della popolazione Pugliese.

In termini pratici, il Cpt con un numero sufficiente di medici di medicina generale, con supporto specialistico degli ambulatori distrettuali per diagnosi, terapia e cura in regime di appropriatezza e qualita’ assistenziale, contribuirebbe anche alla diminuzione delle  liste di attesa.

L’ Ospedale di continuita’ è il metodo piu’ idoneo per salvaguardare un miglior ripristino della condizione fisiologica del paziente che dimesso da una struttura, abbia necessita’ di interventi di bassa intensita’ che non possono essere erogati a domicilio. Questo modello organizzativo consentirebbe  un risparmio in termini di spesa pubblica abbassando notevolmente le percentuali di riacutizzati.

Nel contesto sanitario regionale, passi avanti si sono fatti con l’ istituzione della Rete Oncologica ma stenta a partire la diffusione sui territori di tutte quelle misure ad essa collegate,una su tutte sono i C.O.r.O.(Centro  Orientamento Oncologico).Questi sono strumenti importantissimi per la presa in carico di nuovi pazienti oncologici che hanno bisogno,in una particolare fase della loro vita,di una assistenza multidisciplinare .

Rapporto posti dipendenti/posti letto in alcuni ospedali tale rapporto è tra i piu’ bassi d’ Italia.

Numeri che spiegano altri numeri,se  esempio si spende  in stipendi 100ml di euro e si chiude il bilancio in “rosso” ci sara’ una ragione.

Urgenza/Emergenza/118 è oggi insufficiente  la copertura del territorio in termini quantitativi.

L’ infermiere di famiglia  funge da collante fra le varie multidiscipline mediche  in una sorta di collaborazione con i pazienti e le loro famiglie, questa figura, dunque, è un professionista specializzato in terapie riabilitative e socio-sanitarie,in grado di seguire prevenzione e cure di una famiglia  fuori dall’ ospedale.

Potenziare i laboratori analisi,che con la diagnostica di laboratorio rappresentano un importantissimo strumento sia di prevenzione primaria,sia di pazienti con patologie acute.

Tanti Pugliesi pretendono piu’ attenzione verso la sanità,ora piu’ di Gennaio 2020,fiduciosi  in un segnale che non deve farsi attendere.

Con l’avvio della fase 3 cresce il bisogno di salute non solo per soddisfare prestazioni e visite specialistiche accumulate durante il lock down (liste di attesa) ma perché la sicurezza rappresenta l’elemento fondamentale della ripresa di qualsiasi attività.

Sarebbe salutare indire una  “Class Action” a tutela dei pazienti che si rivolgono al CUP per prenotazioni di visite e prestazioni (secondo alcune  stime  approssimative  sarebbero 700mila  visite arretrate) senza risposta.

Non sono numeri,ma persone, cittadini, che si vedono negare quanto prevede l’art.32 della Costituzione e quanto il Governo prima con il Piano nazionale abbattimento liste di attesa e di recente con una specifica circolare del Ministero alla Salute hanno “raccomandato” alle Regioni di fare perché da settimane nel Paese si muore più per i servizi sanitari negati che per Covid-19.

Quanto alla drammatica situazione delle liste di attesa,possiamo ipotizzare  le cause: circa il 20% del problema è dovuto a un deficit di produzione (insufficiente  risposta alla qualità dei reali fabbisogni) un buon 15-20% dipende dalla mancata disdetta di pazienti che non si presentano per la visita-prestazione (gestione e pulizia delle liste di prenotazione), un buon 15-20% da “inappropriatezza”, vale a dire prescrizione di prestazioni non sempre sono necessarie. Inoltre, l’informatica sanitaria dovrebbe essere estesa alle strutture accreditate che possono a tutti gli effetti diventare cup territoriali; i medici specialistici delle strutture,devono poter effettuare le prescrizioni al pari dei propri colleghi che lavorano per le strutture pubbliche.
L’auspicio è  continuare a credere che “il buon senso” debba prevalere se si vuole affrontare il mostro della crisi che è ormai non solo sanitaria ma anche economica e sociale.

Antonello Liuzzi

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