Editoriale
Antonio Peragine
direttore@corrierepl.it
Siamo agli sgoccioli: nel momento in cui scriviamo, c’è una nuova sospensione del Consiglio regionale della Puglia. Ma la patata bollente è ancora da pelare e schiacciare.
Stiamo parlando della parità di genere nella attuale legge elettorale: un provvedimento da approvare in ottemperanza alla legge. Ma nonostante la volontà di applicarla, espressa a mezzo stampa, dai principali esponenti politici dei vari politici, senza dubbio, si sta perdendo tempo.
Il motivo è chiaro: non vogliono perdere la poltrona. Se dovesse essere approvata, la metà degli consiglieri attualmente presenti, di sesso maschile, dopo le elezioni, verrebbe assegnata alle donne.
Ma guardiamo l’altra faccia della medaglia: i nuovi arrivi maschili, avrebbero una marcia vittoriosa affiancandosi a donne forti.
Come per esempio, la Anita Maurodinoia, che in termini di consensi, non è seconda a nessuna. Affiancarsi a donne forti, daranno vincenti anche i maschi.
Ma forse di donne “potenti” in termini di consensi, se ne contano sì e no, sulle dita di una mano. E fortunati saranno coloro i quali verranno presentati in abbinamento alle suddette.
Naturalmente non tutti potranno beneficiare di tale grazia, e agli altri non resterà altro che adeguarsi.
Per ora, il provvedimento è ancora in discussione. E quindi al momento, è un nulla di fatto.
E’ segno di civiltà approvarla. E le nostre testate sono assolutamente a favore di tale provvedimento.
Ma la sete di potere, non guarda in faccia a nessuno! E poco importa se dovesse intervenire il Governo Conte con un commissario ad acta per farla applicare.
Purtroppo, i veri politici che siedono ora sugli scranni al Consiglio regionale, sono pochi. Quelli che lo fanno per vocazione, come ci ha suggerito il buon Ferlicchia in una intervista a noi concessa, sono davvero pochi. Ci riuscirà Conte a sradicarli dal pensiero “della poltrona fissa” (parafrasando il “posto di fisso di Checco Zalone)?