Editoriale
di Antonio Peragine
“Come si cambia per non morire”, cantava Fiorella Mannoia.
E le parole della Mannoia calzano a pennello per tutti i voltagabbana politici che, in base ai sondaggi sui candidati presidente alla Regione Puglia, decidono di appoggiare secondo loro, quello vincente perché non credo che lo facciano per una ideologia o per un partito.
E non solo. Decidono di appoggiare anche i cavalli ritenuti vincenti, in quanto consiglieri uscenti o meglio ancora, altri uscenti che hanno ricoperto cariche superiori al semplice consigliere regionale.
La cosa ridicola è che queste persone non hanno elettorato: non hanno consensi. Meno male che sono ben consci del fatto che non potrebbero candidarsi, e quindi furbescamente (secondo loro) basta finanziare corposamente,(o millantare voti che non hanno), i candidati più forti, e il gioco è fatto. Vinceranno indirettamente, poiché i rieletti ritorneranno in gioco e così sicuramente si assicurerebbero (convinti loro!) un posto nel cda di qualche partecipata o altro ancora.
La sete di potere è tanta, ma chi è assetato in politica spesso è anche molto ignorante. Facciamo un esempio senza nomi (che non farò neanche sotto tortura!): metti il caso che questi personaggi siano figli di illustri e onesti veri esponenti politici del passato (i quali se sapessero la condotta della loro prole, sicuramente si rivolterebbero nella tomba) e che pur avendo provato a candidarsi più volte, non siano riusciti ad essere eletti, ecco che non demordono e con grande arroganza e presunzione (ma anche cattiveria, direi) buttano fango su altre persone per avere la meglio. E si presentano alla corte di illustri, onesti integri politici uscenti dalla Giunta e dal Consiglio regionale pugliese e non solo, non solo assicurando voti, con un elettorato alle spalle, ma anche sponsorizzando lautamente i suddetti.
Evidentemente questi politici dovrebbero informarsi a dovere sui personaggi che gravitano attorno: non devono farsi abbindolare dal sostegno economico (che indubbiamente, sappiamo che in una campagna elettorale, è strategica). Se fossi io, un politico uscente, mi guarderei bene da chi mi sostiene economicamente. E molti politici uscenti non è che ne abbiano bisogno, ma fa comodo averne di più.
Ma attenzione al detto: “Dimmi con chi vai, e ti dirò chi sei”, perché il politico integerrimo e onesto se venisse visto in giro accompagnato dai personaggi suddetti (che non godono una buona fama) insomma non farebbe proprio una bella figura. E perderebbe consensi.
E ora ben si sa, con la parità di genere approvata dall’alto, anche un voto in meno, potrebbe fare la differenza. Quindi cari politici finora eletti e rieletti, occhio alle persone che si vantano di sapere tutto, di sapere fare tutto, di conoscere la politica, di avere un elettorato alle spalle, ma che parlano soprattutto male di altri, e che vi idolatrano alla millesima potenza, oltre a sostenervi (sic!) con una lauta somma di euro. Occhio, perché la fregatura c’è: allontanate questi personaggi.
A questo punto mi chiedo perché una persona non si candida e dimostra quanto vale anziché essere un ‘supporter’, e presentare all’incasso la cambiale ad elezioni finite?
E’ importante sapere quanto costa un posto da candidato nelle liste elettorali? Ecco il “listino” prezzi 2017.
Come riporta l’articolo di Michele Ainis, sull’Espresso-Repubblica del 21.02.2018, negli ambienti dove non si parla ad alta voce giravano cifre, benché in genere le cifre siano più segrete dei conti correnti dei paradisi fiscali. Per esempio Forza Italia chiedeva 30 mila euro, ovviamente, pagamento anticipato. La stessa cifra, dal Pd. Però si tratta del contributo medio, che in concreto può scendere o salire in base alla posizione in lista (il capolista paga più di tutti), al tipo di collegio (quelli “sicuri” sono i più salati), come per esempio l’Emilia costa più della Toscana. Come allo stadio, né più né meno. Se vuoi un posto in tribuna, ti tocca mettere mano al portafoglio; altrimenti devi contentarti della curva. Oppure non ti resta che cambiare stadio, seguendo squadre un po’ meno blasonate. Così, candidarsi nella Lega costa 20 mila euro, mentre con Fratelli d’Italia ne bastano 5 mila. E i 5 Stelle? Nessun salasso per gli aspiranti deputati, tuttavia chi sgarra si beccherà un multone da 100 mila euro. Poi pretendono di parlare di libertà e di farci la morale di che?
E il mio, è solo un disinteressato consiglio per evitare l’uso della vasellina il 22 settembre…
Antonio Peragine