Fabbriche, dighe, centrali elettriche abbandonate restituite alla comunità e convertite in laboratori teatrali, gallerie, sale proiezioni. Residenze artistiche nate spontaneamente in sperduti villaggi di montagna. Vecchie aziende agricole ed ex caserme diventate auditorium e spazi espositivi. Sono i nuovi centri culturali, una rete di realtà spesso lontane dai riflettori che unisce artisti, giovani antagonisti, attivisti, operatori del sociale, studenti. O semplicemente persone che amano il proprio quartiere e la propria comunità. “Bagliore”, il volume edito dal Saggiatore e curato dall’agenzia cultura cheFare, riunisce sei racconti di giovani scrittori che attraverso il loro sguardo, individuale, originale, si sono immersi nella vita quotidiana dei Bagni Pubblici di via Agliè a Torino, degli spazi del Cre.Zi. Plus a Palermo, dell’ExFadda a San Vito dei Normanni, dell’Ex Villaggio Eni a Borca di Cadore, delle Officine Culturali a Catania, di Pollinaria a Civitella Casanova. Attraverso storie e testimonianze di chi ha creduto nella possibilità di forme differenti di socialità e relazione tra individui, questi luoghi diventano molto più di quello che sembrano: una nuova via, più inclusiva e trasversale, di diffondere la cultura. Ecosistemi collaborativi che nel rispetto e nella valorizzazione del territorio hanno trovato una risposta alternativa alla crisi, trasformandosi in laboratori permanenti in cui immaginare nuovi, migliori, futuri possibili.
In particolare, basta trascorrere qualche ora sotto le volte a stella del monumentale stabile che ospita l’ExFadda, il laboratorio urbano più grande della Puglia, per poter cogliere la reale portata di un’esperienza di rigenerazione culturale dai connotati visionari: una fucina di idee e di sperimentazioni volti allo sviluppo di nuove forme di comunità e di lavoro in un territorio complesso come quello dell’entroterra salentino.
Ad aver innescato i cambiamenti tali da rendere San Vito dei Normanni la capofila dell’innovazione culturale pugliese, è stato il lavoro di Guglielmo Minervini. Nel 2005, undici anni prima dalla sua prematura morte, ideò il dispositivo Bollenti Spiriti, atto al recupero di centinaia di immobili abbandonati in tutta la regione al fine di restituirli ai cittadini sotto forma di Laboratori Urbani. Il più grande esperimento di rigenerazione urbana della storia della Puglia portò dunque alla nascita di numerosi centri culturali e tra questi, il laboratorio di San Vito è l’esempio più longevo e strutturato. Oggi l’ExFadda ospita nei suoi circa tremila metri quadri di superfice, decine di attività e laboratori, come la World Music Academy e la Scuola di Pizzica, gestite entrambe dalla famiglia Gagliani, memoria viva della tradizione musicale di San Vito; e ancora la falegnameria, l’inizio di tutto, in quanto l’ExFadda nasce da un cantiere di autocostruzione: i sanvitesi hanno costruito la propria casa, riconoscendosi così come comunità forte e affiatata; comunità che si è rafforzata ancor di più durante i mesi di lockdown. Ginevra Errico, project manager dell’ExFadda, racconta che durante la chiusura, è insorta una stretta collaborazione con il comune e altre associazioni locali al fine di distribuire cibo alle famiglie in difficoltà; ma non si sono fermati qui: dalla distribuzione del cibo sono passati alla creazione di orti urbani stabili, affidati alle famiglie stesse. Un’utopia concreta che continua a reinventarsi realizzando sogni.
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