Principale Attualità & Cronaca Ippolito, Spallanzani: “I numeri dicono che il virus circola più di prima”

Ippolito, Spallanzani: “I numeri dicono che il virus circola più di prima”

Per il direttore scientifico dell’Istituto romano è “apprezzabile che siano cresciuti i numeri dei tamponi ed è altrettanto apprezzabile che lo stato e le regioni stiano lavorando insieme per aumentarli ancor di più”

Ippolito, Spallanzani

AGI –  “Il virus circola e circola più di prima” ne è convinto Giuseppe Ippolito, direttore scientifico Inmi Lazzaro Spallanzani, ospite ad ‘Agora” su Rai 3. “Abbiamo circa il 5% dei positivi nei tamponi, ed è un indice che il virus circola e circola più di prima” ma per Ippolito “il tampone non deve diventare un ‘modello di tamponite’ (come dice De Luca)” ma bisogna “farli a chi ne ha bisogno”.

Per il direttore scientifico dello Spallanzani è “apprezzabile che siano cresciuti i numeri dei tamponi ed è altrettanto apprezzabile che lo stato e le regioni stiano lavorando insieme per aumentarli ancor di più, per fare tanti test rapidi e per applicare le nuove evoluzioni scientifiche”. “Di settimana in settimana abbiamo nuovi test – sottolinea – ma è evidente che il virus cammina piu’ rapidamente di questa grande corsa scientifica.

“Voglio stabilire un ‘nuovo normale'”. Cosi’ Giuseppe Ippolito, direttore scientifico Inmi Lazzaro Spallanzani, ospite ad ‘Agora” su Rai 3 ha spiegato perche’ non ha tolto la mascherina in studio nonostante fosse garantita la distanza di sicurezza.

“La mascherina è un sistema di protezione congiunto perche’ fa parte delle responsabilita’ – ha spiegato – il mio vuole essere un messaggio chiaro: il ‘nuovo normale’ sarà la mascherina”.

Il direttore scientifico dello Spallanzani ha poi aggiunto che nonostante “un’analisi comparativa” abbia messo “l’Italia tra i paesi che hanno risposto meglio alla pandemia” è “ora di coinvolgere realmente la medicina di base che deve diventare lo strumento per non portare le persone in ospedale”.

Un altro elemento importante che gioca a favore dell’Italia è che “il nostro Paese ha fatto un grande investimento per raddoppiare i posti in rianimazione. Ci sono regioni del Sud – dice Ippolito – che hanno tanti posti letto in più e poi se avessimo bisogno abbiamo ancora un riequilibrio tra regione, e lo Stato sta facendo ancora acquisti per potenziare il sistema delle rianimazioni”.

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