Principale Attualità Coronavirus: cosa è il Remdesivir, la speranza che è stata bocciata dall’Oms

Coronavirus: cosa è il Remdesivir, la speranza che è stata bocciata dall’Oms

È  un farmaco nato per combattere il virus di Ebola, ma è stato il primo medicinale approvato in Usa, e da luglio anche nell’Unione Europea, per contrastare la malattia causata dal virus Sars-CoV2

© Marcel Kusch / DPA / dpa Picture-Alliance via AFP – Un laboratorio nel Nord Reno-Westfalia dove si testano gli effetti del Remdesivir

È  un farmaco nato per combattere il virus di Ebola, ma è stato il primo medicinale approvato in Usa, e da luglio anche nell’Unione Europea, per contrastare la malattia causata dal virus Sars-CoV2. È  il Remdesivir, farmaco messo a punto da Gilead e candidato, sin dall’inizio della pandemia, ad essere una delle “armi” più utili contro il virus. Tante le speranze, rafforzate dal fatto che persino a Trump è stato somministrato, gelate oggi però da uno studio dell’Oms secondo cui il Remdesivir ha un impatto irrisorio o inesistente sulle chance di sopravvivenza dei pazienti.

Come nasce il Remdesivir​

Il farmaco è stato sviluppato intorno agli  anni 2000 grazie a una tecnologia – ProTide – messa a punto da Chris McGuigan all’Università di Cardiff. Si tratta di una tecnologia che permette di sintetizzare in maniera efficace una serie di molecole che sono precursori del farmaco vero e proprio – si chiamano profarmaci – e che in genere si attivano grazie alla interazione con l’organismo umano.

Come Funziona

Il Remdesivir è un profarmaco monofosforamidato di un analogo dell’adenosina che ha un ampio spettro antivirale tra cui filovirus, paramyxovirus, pneumovirus e coronavirus. È un potente inibitore della replicazione della SARS-CoV-2 nelle cellule epiteliali delle vie respiratorie nasali e bronchiali umane. Remdesivir. In un modello non letale di macaco rhesus di infezione da SARS-CoV-2, la somministrazione precoce di remdesivir ha dimostrato di avere effetti antivirali e clinici significativi (riduzione degli infiltrati polmonari e titoli virali nei lavaggi broncoalveolari rispetto al solo veicolo).

La sperimentazione con il virus Ebola

Il farmaco è stato sviluppato molto velocemente per poter essere impiegato nell’epidemia di ebola del 2013-2016 in Africa Occidentale, e dopo i test sugli animali, venne somministrato a un paziente. Il farmaco è stato poi utilizzato nel corso dell’epidemia di Ebola del 2018 in Congo dove è stato dichiarato inefficace dai funzionari sanitari congolesi dopo la sperimentazione di altri farmaci a base di anticorpi monoclonali.

Efficace Contro Gli Altri Coronavirus​

Nei test di laboratorio il Remdesivir è risultato efficace nei confronti degli altri Coronavirus che negli anni scorsi hanno dato luogo a una serie di focolai pandemici: quello della Sars e quello della Mers. In vitro, Remdesivir inibisce tutti i coronavirus umani e animali testati fino ad oggi, incluso SARS-CoV-2, e ha mostrato effetti antivirali e clinici in modelli animali di infezioni SARS-CoV-1 e sindrome respiratoria mediorientale (MERS) -CoV.

Quando è stato usato contro il Sars-Cov2?

Visti i risultati in vitro contro gli altri coronavirus, il farmaco è stato messo a disposizione da subito all’inizio della prima fase epidemica a Wuhan. Il Remdesivir è stato al centro di numerose applicazioni prima in Cina e poi anche in Europa e anche in Italia. Il nostro paese è stato tra i primi ad adottarlo. Era infatti presente già nei protocolli terapeutici che vennero applicati per curare i primi due pazienti cinesi che a febbraio vennero ricoverati allo Spallanzani di Roma. Tra i pazienti affetti da coronavirus cui è stato somministrato il Remdesivir c’è stato anche il primo paziente americano cui è stato somministrato “per uso compassionevole” dopo che aveva sviluppato la polmonite, oltre ovviamente allo stesso Trump.

Lo studio su Lancet​

I risultati della sperimentazione clinica del Rendesivir sono apparsi prima su Lancet. La rivista inglese ha pubblicato i risultati di una sperimentazione effettuata in Cina tra il 6 febbraio 2020 e il 12 marzo 2020, su un gruppo di 237 pazienti che sono stati arruolati e assegnati in modo casuale a un gruppo di trattamento (158 a remdesivir e 79 a placebo). In quello studio i ricercatori non avevano rivelato alcun beneficio statisticamente rilevante associato al farmaco nel decorso della malattia dei pazienti. L’unico indizio che emerse da quella ricerca a favore del farmaco fu un dato “non statisticamente significativo” secondo il quale i pazienti che hanno ricevuto remdesivir hanno avuto un tempo numericamente più veloce di miglioramento clinico rispetto a quelli che hanno ricevuto placebo tra i pazienti con durata dei sintomi di 10 giorni o meno.

La Sperimentazione In Usa E Il Via Libera

Lo studio condotto dal National Institute of Health (NIH) è quello che ha chiarito gli effetti del farmaco su più ampia scala. Lo studio è stato infatti condotto su un campione più ampio di pazienti: 1063 ed è iniziato il 21 febbraio. I pazienti ospedalizzati con COVID-19 avanzato e coinvolgimento polmonare che hanno ricevuto Remdesivir si sono ripresi più rapidamente rispetto a pazienti simili che hanno ricevuto placebo. I risultati preliminari indicano che i pazienti che hanno ricevuto Remdesivir hanno avuto un tempo di recupero più veloce del 31% rispetto a quelli che hanno ricevuto placebo. In particolare, il tempo mediano al recupero è stato di 11 giorni per i pazienti trattati con Remdesivir rispetto a 15 giorni per coloro che hanno ricevuto placebo. I risultati hanno anche suggerito un beneficio in termini di sopravvivenza, con un tasso di mortalità dell’8,0% per il gruppo trattato con Remdesivir rispetto all’11,6% per il gruppo placebo. Risultati che a maggio hanno indotto a sbilanciarsi il normalmente compassato Anthony Fauci, il “super virologo” della Casa Bianca, secondo cui il farmaco “può bloccare il virus”.

Lo studio dell’Oms​

L’analisi su quattro potenziali farmaci contro il Covid, Remdesivir, idrossiclorochina, interferone e un cocktail di lopinavir e ritonavir, due antivirali utilizzati per curare l’Hiv, ha dato risultati deludenti: nessuno di questi trattamenti ha un effetto sostanziale sulla riduzione della mortalità o dei tempi di degenza dei pazienti, ma i risultati devono ancora essere sottoposti a revisione tra pari (peer review) e l’azienda produttrice, Gilead, ha contestato i risultati, definendoli “incoerenti” con altre ricerche svolte sul farmaco.  agi

LASCIA UNA RISPOSTA

Inserisci il tuo commento, grazie!
Inserisci il tuo nome qui, grazie

CAPTCHA ImageChange Image

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.