Mentre siamo distratti dall’epidemia Covid-19, al Policlinico di Bari si sta per fare la storia. Oggi alle 10 è andata in onda la conferenza stampa in cui sono stati presentati i risultati delle ricerche sui radiofarmaci a base di lutezio grazie alla collaborazione fra la Regione Puglia e Rosatom. Al momento i radiofarmaci a base di lutezio-177 rappresentano una speranza per i malati oncologici. Il Policlinico di Bari ha ottenuto il Lu-177 dal reattore nucleare di Ekaterinburg. Durante la conferenza hanno partecipato il governatore della Regione Puglia Michele Emiliano, il direttore generale di Rosatom Healthcare Alexander Shibanov, il direttore generale del Policlinico di Bari Giovanni Migliore, il direttore dell’ARess Puglia Giovanni Gorgoni, il direttore dell’unità operativa di medicina nucleare del Policlinico di Bari prof. Giuseppe Rubini, il vice presidente dell’associazione italiana di medicina nucleare, Antonio Garufo e Roberto la Forgia esperto in GMP del Dipartimento di Ricerca e Sviluppo – JSC Isotope (Rosatom Corporation).
Come nasce il protocollo d’intesa fra la Regione Puglia e Rosatom?
Lo scorso anno, la Regione Puglia ha firmato un Memorandum of Understanding in campo medico con lo scopo di affrontare una ricerca che vede l’impiego degli isotopi di Lu-177. La finalità di questi esperimenti sono di proporre alternative alle linee diagnostiche presenti oggi e proporre nuove terapie per sconfiggere il cancro, una malattia che affligge larga parte della popolazione. Lo scopo della ricerca è quello di utilizzare gli isotopi prodotti da Rosatom nella linea diagnostica odierna per poter essere inserita all’interno di terapie mirate alla lotta di malattia che fino ad ora risultano incurabili e che affliggono larga parte della popolazione. Alexander Shibanov ha ribadito ancora una volta l’importanza della cooperazione internazionale soprattutto in campo sanitario, come ci ha ampiamento dimostrato la pandemia di Covid-19. Secondo il Direttore Generale della Rusatom Healthcare JSC, è molto importante la condivisione di competenze e strumenti nella ricerca ed è stato questo lo spirito che ha mosso la mobilitazione a questa collaborazione.
Di cosa si occupa Rosetom Healthcare JSC e qual è il core del progetto
L’azienda rappresentata dal dott. Shibanov è un centro di medicina nucleare che si occupa dell’estrazione e lo sviluppo di isotopi utili nella farmacia nucleare. Questa branca scientifica si occupa della preparazione e somministrazione di materiali radioattivi all’interno dell’organismo dei pazienti, utili alla diagnosi e alla cura di alcune malattie specifiche. Il lavoro della Rosetom Healthcare rispetta le normative in tema di sicurezza proposti dal legislatore europeo, esalta il teamwork a livello internazionale ed è in linea con gli standard ecosostenibili. Al centro del progetto vi è la priorità verso i pazienti.
Il core del progetto
Lutezio-177 è un radionuclide che ha acquisito già una notevole importanza nella Medicina. Ma ulteriori ricerche evidenziano una moltitudine di applicazioni cliniche che questo isotopo può garantire salvaguardando la salute nel futuro. Quello che è stato realizzato in termini di progettualità ha visto una lunga catena partita dalla Russia dove gli scienziati hanno irradiato il target all’interno del reattore di una delle sedi di Rosatom. Da qui è partito il processo di purificazione secondo gli standard europei fino alla preparazione del prodotto finito facendo fronte a due problematiche:
- La disponibilità di Lutezio-177: sia in termini di materia prima che tecnologie necessarie alla realizzazione di farmaci;
- L’assenza di collaborazioni tra strutture pubbliche e private con lo scopo di ricerche cliniche.
Quanto è importante questa cooperazione per la Medicina Nucleare in Italia
A seguito dell’intervento del Direttore Generale Shibanov si è espresso il dott. Antonio Garufo vicepresidente dell’IMN confermando il lavoro della Medicina Nucleare che, negli ultimi anni si è ritagliata il suo spazio negli esami diagnostici nei reparti di oncologia. Basti pensare ad esami come alla Tomografia ad Emissioni di Positroni che è entrata nella routine di pazienti affetti dal cancro. Ma non solo, perché svolge un ruolo importante nei radiofarmaci ormai utilizzati nelle terapie soprattutto oncologiche e per le quali si sta facendo un attento lavoro di ricerca nel settore della Radiofarmacia. E proprio gli isotopi del Lutezio 177 presentano dei risultati importanti che lasciano ben sperare per il prossimo futuro. Ed è proprio in quest’ottica che si sviluppano le iniziative come quella che vede protagoniste la Regione Puglia e la Russia affinché queste metodiche vengano sviluppate e possano vedere anche ulteriori applicazioni a vantaggio dei pazienti nel mondo.
Le parole del Presidente Emiliano
“Siamo riusciti a fare della cose importanti con grande umiltà”, ha detto il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano. Durante il suo intervento, ha ricordato come abbia avuto origine questa collaborazione durante la sua visita a Mosca nell’Aprile del 2019 che ha portato alla firma del Protocollo d’Intesa con l’università di Sechenov e Rosatom nel novembre successivo. Emiliano ha voluto evidenziare come questi livelli di cooperazione internazionale dimostrino le potenzialità di cui gode la Regione. Accogliendo sfide importanti anche in un momento delicato scaturito dalla pandemia di Covid-19. Infine, il governatore ha concluso che per dar senso a tutto questo cammino è necessario un ultimo tassello: il paziente.
Il ruolo-chiave del Policlinico di Bari
Il Policlinico di Bari ha fornito ai collaboratori russi il report in cui è evidenziato come il Lutezio può essere impiegato nella produzione di ulteriori farmaci nucleari garantendo la sicurezza per i pazienti. Il Policlinico di Bari ha fornito alla parte Russa il report che dimostra come il lutezio-177 è di elevata qualità e può essere impiegato sostanza per ulteriori produzioni radiofarmaceutiche, garantendo la sicurezza per i pazienti. “Siamo stati molto interessati a questa attività, prima di tutto dal punto di vista scientifico, perché ci ha dato un innovativa opportunità di analizzare per la prima volta il Lutezio-177 e testare l’intero processo di preparazione di radiofarmaci preparati con l’obiettivo di sviluppare un’adeguata terapia personalizzata”, ha dichiarato il Professor Giuseppe Rubini. Infine è intervenuto il direttore dell’ARess Puglia Giovanni Gorgoni: “Questo è stato possibile perchè c’è una visione di sistema, una partnership internazionale strategica, la presenza di strutture cliniche di alto profilo scientifico. Manca l’ultimo miglio per arrivare alla sperimentazione sul paziente. Le sperimentazioni cliniche in Italia passano da comitati etici. Il 16 luglio scorso la giunta regionale, su proposta dell’Aress, ha istituito il Comitato etico unico oncologico regionale, che potrà darci una grossa mano nel proseguo di questa attività con questo radio isotopo e altri radiofarmaci”. Ancora una volta, il concetto è chiaro: la collaborazione internazionale deve essere un punto focale per il prossimo futuro così come il mondo universitario deve avere un ruolo centrale nella ricerca mondiale.
Gabriele Proto
g.proto@corrierepl.it