Principale Politica L’intervento del presidente Emiliano in Consiglio regionale

L’intervento del presidente Emiliano in Consiglio regionale

BARI – Si riporta di seguito l’intervento del presidente della Regione Puglia Michele Emiliano oggi 26 novembre 2020 in Consiglio regionale, subito dopo il momento del giuramento:

“È la quinta volta che giuro sulla Costituzione ed è come se fosse la prima.

La prima volta era in aula di una udienza civile con la toga ed ero emozionato come oggi.

La Repubblica italiana è stata ed è tutta la mia vita.

Sono qui grazie al popolo pugliese  e voglio ringraziare tutti coloro che, a partire da quest’aula, si sono battuti per la mia elezione, perché nulla è scontato in democrazia.

Voglio anche vivere questo momento di collaborazione sul programma col Movimento 5 Stelle con grande umiltà e apertura d’animo.

Ringrazio la maggioranza che assieme al governo nazionale ha saputo costruire in un percorso politico trasparente e nitido, basato sul programma della Puglia.

Aver una intensa solidarietà sul programma, significa avere obiettivi concreti per il bene dei cittadini.

La maturazione di ogni processo politico determina dei cambiamenti di assetto. L’importante è che questi cambiamenti siano trasparenti, siano fondati su argomenti oggettivi e non su convenienze. Sento in questo momento di aver fatto un grande passo in avanti, perché quando si approfondisce il punto di vista degli altri, si costruisce la democrazia.

La maggioranza, con umiltà, ha anche colto il risultato di rimediare al principale vulnus della precedente legislatura, che era quello di non avere eletto donne in Consiglio regionale. La seduta di oggi è storica soprattutto perché per la prima volta la Puglia ha una presidente del consiglio regionale donna”.

Emiliano ha quindi presentato la Giunta regionale per poi illustrare, in sintesi, il programma dei prossimi 5 anni.

“La Costituzione consideratela innestata dentro il nostro programma. Così come la questione del Green New Deal. Noi teniamo alla decarbonizzazione totale della nostra economia entro il 2050. Siamo felici che il Presidente eletto Biden voglia rientrare nel Trattato di Parigi, dalla parte di coloro che vogliono salvaguardare il creato e che hanno a cuore le persone.

Sulla questione dell’ILVA abbiamo discusso dell’alternativa tra la decarbonizzazione degli impianti e la chiusura dell’area a caldo. Ribadisco, se l’Ilva non fosse mai esistita, Taranto oggi sarebbe una città importantissima. Invece, oggi è solo un’acciaieria importantissima, e c’è una bella differenza. Noi vogliamo che Taranto sia una città importantissima. Quindi, se il Governo, e lo dico con tutta la delicatezza del caso, sta in queste ore chiudendo un accordo del quale ancora io non so nulla, come non sanno nulla il Sindaco di Taranto e i Sindaci dell’area metropolitana, se decidono di chiuderla e ci danno le risorse per farlo, saremmo tutti contenti. Se decidono di chiudere l’area a caldo, e ci garantiscono le risorse, a noi sta bene. Se invece decidono di lasciarla com’è, noi non consentiremo mai la ricostruzione di AFO5, AFO1 e AFO2 con il ciclo integrato. Siamo disponibili, al massimo, ad accettare la decarbonizzazione di questo impianto. Noi abbiamo bisogno di una visione comune sull’Ilva.

Il nuovo Piano regionale integrato dei trasporti è uno dei punti oggetto di discussione programmatica con il Movimento 5 Stelle, un piano che sia orientato alla mobilità sostenibile incentivando la mobilità elettrica con l’installazione di duemila nuove colonnine per la ricarica dei veicoli, ampliando la rete delle ciclabili.

Abbiamo un accordo con ENEL sulle smart grid esattamente in questa direzione, progetto che può essere ampliato e moltiplicato anche con altre aziende, perché è noto che le reti ciclabili della Puglia stanno aumentando. E noi investiremo sempre di più.

Vogliamo trasformare la parola “rifiuti” in parola “risorsa” e vogliamo ridurre tendenzialmente a zero i rifiuti da conferire in discarica, confermando il “no” ai termovalorizzatori e costruendo un sistema regionale fondato sull’impiantistica pubblica, finalizzata al riciclo e al recupero della materia, in grado di assicurare la piena autosufficienza e la sostenibilità del nostro sistema regionale. Anche su questo punto c’è una coincidenza tra il nostro programma e quello del Movimento 5 Stelle.

Il primo obiettivo sarà la riduzione della produzione dei rifiuti. Mi auguro che si possa varare in fretta una legge complessiva sull’economia circolare, come tante volte ci siamo detti nella prima legislatura. Vogliamo avere un confronto tra Regione e Comuni per la localizzazione degli impianti.

Ci vuole una grande solidarietà tra di noi, politica, per evitare che il nuovo Piano energetico regionale, che noi speriamo sia totalmente decarbonizzato, ci dia la possibilità anche di efficientare il patrimonio edilizio pubblico e privato.

Proseguiremo con la messa in sicurezza del territorio. Abbiamo investito moltissimi soldi sul riuso delle acque, sul potenziamento dei nuovi depuratori. Abbiamo il mare più pulito d’Italia grazie a questi investimenti. Dobbiamo tutelare le coste e il mare. Vogliamo diventare anche più competitivi.

La pandemia ci impone di migliorare ancora. Non ci deve scoraggiare. Dobbiamo semplificare le procedure.

Bisogna aumentare il numero delle Conferenze di servizi decisorie, bisogna individuare procedimenti autorizzativi unici,  per una maggiore attrattività della nostra regione per gli investimenti. Anche perché se questi piani di riscossa dalla crisi economica si attueranno nelle zone più capaci di accoglierli rapidamente, senza rinunciare alla tutela dell’ambiente.

Costruiamo un portale unico dell’agricoltura dove le tecnologie ci diano una mano a non farci divorare dai meccanismi che ci hanno tanto fatto penare? Possiamo lavorare sulla blue economy? Io penso di sì.

Vogliamo che la Puglia sia giusta dal punto di vista sociale nella sicurezza e nella legalità. Potremo finalmente realizzare l’agenzia dedicata alla memoria di Stefano Fumarulo e credo che tutti i parenti delle vittime di mafia che aspettano l’attuazione di quella legge ci daranno una mano.

È prioritaria la lotta alla diseguaglianza.

Il Reddito di cittadinanza e di dignità dovranno integrarsi, utilizzare le loro specificità. Ovviamente welfare, salute, istruzione, lavoro, casa sono cose che si devono integrare tra loro. Abbiamo approvato anche una legge sui caregiver.

Speriamo di poter approvare anche, rivisitandola, la legge sulla bellezza, che non siamo riusciti ad approvare in passato. C’è un nuovo Piano casa da incentivare. Dobbiamo dare attuazione al lavoro formidabile che è stato fatto tra maggioranza e opposizione sui Piani familiari e dal Forum delle famiglie su varie questioni, che sono importantissime. Soprattutto, ci piacerebbe nei prossimi cinque anni, dare il diritto all’asilo nido per tutti. È un punto oggetto anche di discussione con il Movimento 5 Stelle, come la istituzione della Carta bimbi, che sono elementi di fondamentale importanza.

Nei prossimi cinque anni vorremmo anche consentire più facilmente il rientro in Puglia dei nostri ragazzi. Vogliamo prevedere un bonus casa, finalizzare i nostri contributi e sostegni alle imprese, in modo tale che stimolino questo rientro di personale non necessariamente intellettuale. Noi abbiamo bisogno di rimettere in moto una economia. Già le politiche giovanili avevano fatto un buon lavoro da questo punto di vista. Abbiamo dei programmi interessanti e ci auguriamo anche che questo raccordo tra la idea di impresa e il grande investimento possa essere più rapido e connesso con la ricerca. Il programma regionale “Giovani Protagonisti”, che stiamo costruendo, è un vero passaporto di opportunità. Le politiche attive del lavoro hanno bisogno di una struttura organizzativa più forte.

La conoscenza e la formazione: stiamo lavorando con le università per creare grande sinergia. Ho colto con grande favore l’idea della Presidente Capone del Forum Euromediterraneo. Che ricorda la visione strategica del capoluogo Bari Città euromediterranea della pace, che è quella che ci ha portato ad avere relazioni positive con la Federazione Russa, con la Repubblica Popolare Cinese, con gli Stati Uniti, con l’Europa. Mi auguro che questo Recovery Fund sia un’occasione di rilancio dei servizi, di quegli elementi che costituiscono l’eguaglianza sostanziale dei cittadini di fronte alla legge.

Il turismo per noi non è mai stato solo marketing, è stata ospitalità, accoglienza. Probabilmente, il fatto che non abbiamo mai ceduto all’idea che ci fossero ospiti buoni e ospiti cattivi ci ha aiutato a ospitare tutti nella migliore delle maniere.

Abbiamo istituito l’Osservatorio regionale della cultura, il sistema regionale della cultura, e fatto il Piano strategico “Puglia365”, ma vogliamo rafforzare ulteriormente questo settore, partendo dalla mission di Pugliapromozione.

Abbiamo già detto della nostra volontà di digitalizzare la nostra economia. Adesso è una necessità. Anche per la salute. In tema di sanità ci sono alcuni elementi rilevanti che abbiamo accolto nella discussione col Movimento 5 Stelle. Mi riferisco al budget salute, che è un’interessante modalità attraverso la quale si può definire il punto di equilibrio di contesto, cioè quello che ci è consentito dalle risorse umane, economiche, dalle nostre capacità, per stabilire qual è il diritto complessivo e sistemico di un cittadino rispetto al mantenimento del suo stato di salute.

Speriamo di poter implementare – e dobbiamo farlo in modo progressivo – i presìdi territoriali assistenziali, il potenziamento delle attività specialistiche ambulatoriali, la valorizzazione dell’approccio di genere nella cura (è un punto sul quale ci siamo intrattenuti a lungo), e avere un unico Piano integrato sociosanitario, mettere insieme welfare e sanità, senza sovrapporre e senza fare confusione, ma avendo un forte approccio integrato; l’estensione dei programmi vaccinali per tutte le età, la prevenzione. Tutto questo cammina sulle gambe del nostro personale sanitario: per quanto ci stiamo sforzando di fare nuove assunzioni, c’è però un limite tecnico, perchè non riusciamo a trovare figure professionali come anestesisti e medici, tant’è che ci stiamo rivolgendo anche a Paesi esteri per cercarli.

Rimane il fatto che stiamo giocando un partita con meno giocatori, a parità di abitanti la Puglia ha 15mila addetti in meno nella sanità rispetto ad altre regioni.

Giocare per un lungo periodo di tempo in inferiorità numerica crea problemi molto pesanti, che influiscono sull’umanizzazione dei percorsi e in generale sulla tenuta complessiva del sistema. Sono mesi e mesi che tutto il sistema sanitario pugliese è sottoposto a uno stress senza precedenti. Qualcuno dice: “Che avete fatto ad agosto?”.

Ad agosto abbiamo dovuto recuperare tutti i budget di salute ordinaria che il Covid aveva sospeso. Quindi, quelle stesse persone hanno riaperto tutti i reparti ordinari e, approfittando della tregua che il Covid ci ha dato, hanno cominciato a curare le altre malattie. Oggi ci troviamo di fronte all’ondata successiva che si sta verificando, un’ondata dodici volte  più alta di quella di marzo e aprile per numero di contagiati e per problematiche sanitarie annesse. Il raddoppio delle strutture sanitarie sembrava un orizzonte pazzesco. Il nostro Piano arriva a quattro. E speriamo che basti, perché nessuno ci dice qual è il giorno del picco.

Abbiamo approvato una delibera strategica che riassume tutto quello che stiamo facendo, dà l’indirizzo a tutte le strutture. In sintesi, nei prossimi cinque anni noi vogliamo andare avanti con la stessa voglia di batterci, di non arrenderci. Lo slogan “La Puglia ce la fa”, è una constatazione di quello che è avvenuto in questi mesi. L’abbiamo declinata al presente, perché per farcela ci vuole un impegno, una capa tosta, una determinazione, nell’affrontare i problemi, che non può essere solo del Presidente o della Giunta o della maggioranza, ma dobbiamo metterla insieme. In questo momento c’è bisogno della massima forza possibile. Avere omogeneità tra Governo nazionale e Governo locale dà questa forza ed è un’idea positiva. Vediamo se funziona, vediamo se andrà

bene.

La metafora calcistica oggi è obbligatoria perché, a prescindere dal nostro sentiment calcistico, la morte di Maradona – quando pensavamo che l’avesse schivata ancora una volta – ci colpisce tutti, soprattutto la mia generazione, quella generazione che gli ha visto fare cose straordinarie, non arrendersi mai davanti a niente e a nessuno. Oggi questo sentimento sportivo, la Giunta lo deve vivere con la sua maggioranza, con la sua opposizione, con i territori, con i Sindaci, con le organizzazioni dei Sindaci, col Consiglio delle autonomie.

Voglio chiudere questo discorso proprio con le parole di un altro uomo del Sud, che ha scritto: «La speranza è parente stretta del realismo, è la tensione di chi, incamminandosi su una strada, ne ha già percorso un tratto e orienta i suoi passi verso un traguardo non ancora raggiunto, è impegno robusto che non ha da spartire nulla con la fuga, perché chi spera non fugge, si incarna nella storia, non si aliena, costruisce il futuro, e non lo attende soltanto. Ha la grinta del lottatore, non la rassegnazione di chi disarma. Cambia la storia, non la subisce. Ricerca la solidarietà con gli altri viandanti, non la gloria del navigatore solitario”.

Questo è don Tonino Bello. Penso che abbiamo imparato ad amare questa regione con i nostri limiti e che, quindi, siamo in grado di non essere navigatori solitari, ma di costruire tutti insieme, per questo secondo tentativo che mi è stato concesso, una terra aperta, solidale, senza barriere, innovativa, trasparente, partecipata, una regione che rafforza i propri talenti, che scommette sul lavoro buono, che non si lascia soffocare dalla paura della pandemia, anzi continua a scrutare, cercare e costruire con coraggio un futuro migliore del presente. Grazie a tutti e buon lavoro”.



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