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In Calabria in campo gli Angeli con le stellette. Il comandante è barese

Mentre a Roma si discute, Sagunto è espugnata  

Di Riccardo Guglielmi

Quanto è attuale la saggezza latina. Tito Livio nelle Storie, XX,7,1 scrive: Dum Romae consulitur, Saguntum expugnatur “mentre a Roma si discute, Sagunto è espugnata”. In questo mese, mentre si discuteva a Roma per la nomina di un Commissorio ad acta per la sanità, ormai al collasso, della Regione Calabria, la Sanità Militare italiana ha schierato a Cosenza le forze migliori con l’obiettivo di offrire una mano d’aiuto alla popolazione e a tutti gli operatori sanitari impegnati medici nel fronteggiare l’emergenza Covid. La regola d’ingaggio per questi Angeli con le stellette è alleggerire i reparti di cura e i Pronto Soccorso.

Nello spirito insito nel motto della Sanità militare “Fratribus ut vitam servares” in meno di 7 giorni il Tenente Generale Medico Nicola Sebastiani, barese classe 1955, in qualità di Ispettore generale della Sanità Militare, ha individuato la capacità, resa disponibile dall’Esercito e impiegata dal comando operativo di vertice interforze, di realizzare una struttura sanitaria campale nell’area adiacente alla stazione ferroviaria di Vaglio Lise, Cosenza. La direzione dell’Ospedale è stata affidata al Colonnello medico Michele Tirico.

Raggiunto telefonicamente il Colonnello Tirico, classe 64, vero Angelo con le stellette, ha espresso l’orgoglio personale e di tutto il suo gruppo, un aggregato di professionisti provenienti da tutte le forze armate, formati in altri ospedali e tante missioni all’estero, per essere vicini e utili alla popolazione calabrese e, senza tanta retorica, alla patria. La Sanità Militare Italiana dà una mano alla Sanità Pubblica in un momento che medici e infermieri, negli ospedali e sul territorio, sono stremati da molti mesi di lotta contro Covid 19, un nemico dalla grande capacità di fuoco, dalla rapidità e facilità di replicazione delle truppe, invisibili ai nostri occhi, che colpiscono alle spalle e non perdonano la minima distrazione. L’Ospedale da campo di Cosenza è stato già dispiegato a Crema nella prima emergenza Covid e dopo è stato impiegato nel portare soccorso alla popolazione libanese dopo l’esplosione di settembre nell’area portuale di Beirut.

«Rispetto agli impieghi nei teatri all’estero – precisa Michele Tirico – è che nel nostro ospedale potranno essere ospitati pazienti Covid e tutto il personale militare potrà lavorare integrato e in sinergia con il servizio sanitario civile, nell’interesse esclusivo dei cittadini calabresi. Questo potenzierà e migliorerà le capacità di reazione della struttura in un arricchimento reciproco formativo e operativo» .

L’Ospedale è composto da 18 tende riscaldate con annesse zone per il triage, laboratori e potrà ospitare 40 ammalati Covid di media gravità più altri 3 in terapia sub intensiva, allestita con letti dedicati, apparecchiature per l’ossigenazione e la ventilazione polmonare, complete di monitor per la registrazione poliparametrica dei segnali corporei, elettrocardiogramma, pressione arteriosa, attività respiratoria ossigenazione compresa.  Prevista anche un’area radiologica con apparecchiature per l’esecuzione a letto di radiografie. All’esterno un’area per registrare, eseguire e processare tamponi; un vero laboratorio biologico campale con tecnici, operatori e attrezzature messe a disposizione dal Dipartimento scientifico del  Policlinico Militare di Roma. Il laboratorio è pronto a processare 160 tamponi al giorno. Nell’Ospedale da campo saranno accolti pazienti di media gravità e si potrà alleggerire l’Azienda Ospedaliera di Cosenza “SS. Annunziata”.

«Ambienti accoglienti, riscaldati e ben attrezzati con tecnologie all’avanguardia – commenta Michele Tirico – non una tendopoli o un accampamento. Le donne e gli uomini della Sanità Militare Italiana, ufficiali, sottufficiali e operatori sanitari, sono  pronti a fronteggiare con dignità l’emergenza Covid offrendo cure efficaci e di qualità ».

Il Colonnello Tirico è barese, classe 64 ed è specialista in Anestesia e rianimazione. Si è specializzato anche in Cardiologia nell’Università di Bari e ha anche operato nell’Ospedale Militare Bonomo prima della sua chiusura.

A noi baresi rimane il rimpianto di vedere il mitico Ospedale Militare di Bari, costruito negli anni 30, dedicato a un grande medico e scienziato pugliese, il Generale Lorenzo Bonomo, nell’abbandono e nell’incuria più assoluta, area di continuo saccheggio e devastazione.  Una struttura architettonica  all’avanguardia, con alberi secolari e aree isolate per le malattie infettive con facilità di accesso per i collegamenti stradali. Ospedale tanto  apprezzato nel periodi bellico dagli alleati e dagli stessi nemici e che negli ultimi anni si era qualificato per le attività diagnostiche incruente e medico legali, integrando come consulenti specialisti locali ospedalieri e Universitari.

Ormai è forse tardi, ma per le future emergenze, prima di pensare a nuove costruzioni o mettere in crisi gli Ospedali locali, l’Ospedale Bonomo di Bari, opportunamente riconvertito,  sarebbe l’ideale per fronteggiare con efficacia ed efficienza le prossime calamità, ambientali, territoriali e sanitarie.

Chi scrive ben conosce la struttura dell’Ospedale Bonomo essendo stato ufficiale medico negli anni 70 e consulente sino alla sua chiusura nel 2008.

Clicca -> Video intervista al Col. med. Michele Tirico da RAI 1 mattina 

Riccardo Guglielmi

redattore scientifico de Il Corriere Nazionale

reazione@corrierenazionale.net

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