Principale Politica La società italiana in crisi a causa della  politica nazionale disfattista

La società italiana in crisi a causa della  politica nazionale disfattista

Giovanni Mercadante

Intervista al  Prof. Pepe, già Presidente del Consiglio Regione Puglia. 

I continui insulti tra forze di governo e di opposizioni hanno avvelenato il clima del quiete vivere nazionale. Dopo le elezioni regionali e comunali la situazione si è ulteriormente aggravata, le cui opposizioni si sentono detentori di ricette magiche alimentando in questo modo il già precario sistema di governance. Alla luce di questa rovente temperatura risulta difficile arginare e contenere la  “pandemia politica” a cui si aggiunge la “pandemia da corona virus” che di fatto entrambe le endemie hanno generato uno tsunami di intolleranze, di allergie contagiando la popolazione con sproloqui sui social network come pure nei rapporti interpersonali.

I valori primari su cui si fonda la società umana, e tutta la società civile, sono violati costantemente per colpa dei politici che usano linguaggi sferzanti, rancorosi appellandosi ad una trasparenza poco chiara, quando sono essi stessi, chi più chi meno, colpevoli di scarsa attendibilità e magari pizzicati dalle Forze dell’ordine per evasione fiscale, per concorsi truccati, per concussione, per tangenti su forniture pubbliche, per abuso di potere, corruzione, e tanto altro ancora.

L’Italia ha perso la bussola, cioè ha perso i suoi maggiori referenti  istituzionali; e questo si vede tutti i giorni attraverso i telegiornali, le cui notizie sono bollettini di guerra che tengono in fibrillazione l’intero Paese.

Ne parliamo con un moderato, il prof. Pietro Pepe, con una lunga e solida esperienza politica.

Domanda: prof. Pepe come vede la  situazione politica italiana stante la confusione di protesta e rabbia?

Risposta: Con la seconda ondata di pandemia il nostro disorientamento sociale si è aggravato con nuove paure e nuove incertezze; al blocco delle attività economiche, all’aumento della disoccupazione e alla tenuta del sistema sanitario si è aggiunta una seria confusione istituzionale tra lo Stato, le Regioni e i Comuni. Non è mancato, a completare l’opera, il chiasso comunicativo e le relative manifestazioni di protesta e di rabbia ed in qualche caso di violenza, con i soliti gruppi di Fascisti, Anarchici e Mafiosi, sempre pronti a diffondere parole di odio e a fare danni. A mio avviso, però, la preoccupazione maggiore è da ricercarsi nell’assenza delle relazioni sociali e culturali ad ogni livello, nazionale e locale, che sta mettendo in crisi la società italiana ed in special modo il mondo della politica. Infatti la stessa è stata privata del fondamentale supporto del pre-politico basato “sulla lettura, sui seminari di studi, sui corsi di formazione, sui congressi, su convegni, sugli incontri, sul cinema, sul teatro, sul dialogo, sul confronto e sulla proposta”.

Persino le mie modeste conversazioni “sulla storia e sull’educazione alla politica” svolte con gli anziani e i giovani, sono state rinviate a data da destinarsi. Questo “vuoto di pensiero” mi ha spinto, intanto a sollecitare l’attuale classe dirigente politica a non restare indifferente e a reagire recuperando il suo indispensabile ruolo riaprendo, da subito, il dibattito ad ogni livello.

D: Come si fa a fare una buona politica?

R: Premetto che da tempo nel nostro paese c’è una forte domanda di “sana politica” che tenga lontano pressioni ed interessi particolari, vizi e corruzioni e scelga di dedicarsi alle buone pratiche in ogni situazione, e a riformare le istituzioni impolverate e prive di efficacia.

Purtroppo la cattiva politica assieme all’antipolitica ha prodotto in questi anni danni enormi per la distruzione di apparati e di classi dirigenti competenti ed ha favorito improvvisazione e superficialità spingendo i cittadini a rifiutarla, a disimpegnarsi e ad astenersi dal praticarla.

D: Dal Suo osservatorio può lanciare un appello?

R: Certo, il mio appello è rivolto a tutte le forze politiche e a tutti i partiti, ma desidero indirizzarlo in modo particolare al partito democratico e al mondo “cattolico” che conosco un po’ di più, invitandoli a non rimanere indifferenti, e a riprendere la parola attingendo a piene mani alle fonti riconosciute e a me molto care come: la Carta Costituzionale Italiana; La dichiarazione dei Diritti Universali dell’uomo; La Dottrina Sociale della Chiesa e le Encicliche Sociali dei Papi che sono veri doni culturali impregnati di umanità, di universalità, di carità e di solidarietà.

Sottolineo che per rigenerare la “cultura politica” gli insegnamenti della storia, da Aristotele in poi, sono sempre gli stessi: i luoghi dove coltivare la Politica; La Scuola per la Formazione dei Giovani; la competenza di Classi Dirigenti, dotati di una visione e di un pensiero lungo.

Purtroppo il vero virus di questa epoca è il divorzio della politica dalle idee e dagli ideali. Certo il clima di campagna elettorale permanente non aiuta a creare le condizioni per una resurrezione dell’impegno e del servizio politico. Per ora mi limito a ringraziare la Democrazia Americana per essere riuscita in un momento drammatico ad evitare il disastro di una riconferma del Presidente in carica Trump. Al suo posto è stato eletto il cattolico italo-americano Joe Biden “nuovo Presidente degli Stati Uniti” che già nel suo discorso di vittoria ha elencato le priorità del suo governo: una sanità rivolta alla lotta del covid; La ripresa dei rapporti con l’Europa; Una nuova politica estera; Il rilancio di un’economia in senso solidale; una forte politica per l’ambiente. Non dimentico però che i processi politici sono lenti e la integrazione politica europea è ancora lontana.

D: Sul tema del sostegno dell’Europa all’Italia, qual è il Suo pensiero?

R: Qualcosa si sta muovendo: inizio con l’intervento finanziario europeo del “recovery fund” primo e concreto esempio di solidarietà espresso con rilevanti sussidi, garanzie prestiti. Nel campo politico fa ben sperare la riapertura del dibattito politico da parte del Partito Democratico che annuncia la indizione del suo congresso per il 2021 al fine di recuperare la sua ispirazione iniziale e le ragioni di una presenza plurale di culture. Soprattutto essere consapevole che non può limitarsi solo a contrastare le Destre; ma deve elaborare una proposta per trasformare l’attuale Accordo di governo tra il Movimento 5 stelle e le forze di Centro-Sinistra in una Strategica Alleanza Politica. La seconda attenzione desidero rivolgerla al “Mondo Cattolico” che senza grandi proclami si è messo in moto annunciando un suo percorso per uscire dallo stallo attuale della Politica. Bisogna creare un  “lievito operativo” per far tornare la gente ad avere fiducia nella politica.

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