Si pensa a un decreto per regolare spostamenti e attività dopo il 6 gennaio. Tra le ipotesi, quella di una zona bianca nelle Regioni dove sono più bassi i rischi di contagio
© Nicola Marfisi / Agf – Controlli di esercito e forze dell’ordine ai varchi, nel basso lodigiano, per il controllo delle aree all’interno della zona rossa dell’epidemia di coronavirus
Dovrebbe tenersi questa sera alle 21 il consiglio dei ministri per le nuove misure anti-Covid che entreranno in vigore dopo il 6 gennaio. Si sta pensando ad un decreto. Tra le ipotesi anche quella di una zona bianca per alleggerire le norme restrittive nelle regioni in cui il contagio è più a basso rischio.
Ma è il capitolo scuola il più spinoso nel confronto tra governo e regioni. La maggioranza dei presidenti di Regione insiste sulla necessità di posticipare la ripartenza, governatori come quello del Veneto Zaia e del Friuli Fedriga hanno già deciso che gli istituti superiori si riapriranno a fine mese. L’esecutivo ieri nell’incontro con le regioni ha spiegato che una decisione definitiva sarebbe arrivata oggi, ascoltando le criticità emerse nell’incontro. Il responsabile dell’Istruzione, Azzolina, insiste sulla necessità di lasciare invariata la data del 7 gennaio.
Intanto sotto traccia i pontieri sono al lavoro per sbloccare l’impasse della verifica. Tra le ipotesi anche quella di un parziale utilizzo del Mes per aumentare le spese legate alla Sanità. Al momento non è fissato alcun vertice, anche se fonti della maggioranza riferiscono che ieri sera, al termine dell’incontro tra il premier Conte e i capi delegazione, si sarebbe parlato anche della situazione politica e sarebbero emerse ancora le divisioni all’interno del fronte rosso-giallo.AGI