La riunione del Consiglio dei Ministri dovrebbe tenersi dopo il 7 gennaio, ma molto dipenderà anche dalle mosse di Italia Viva che tiene alta la tensione nella compagine di governo
C’è attesa per la nuova bozza del Piano nazionale di ripresa e resilienza, al quale ha lavorato il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, dopo gli incontri della scorsa settimana con le delegazioni dei partiti di maggioranza. Ricevuta la bozza, il premier dovrebbe convocare il Consiglio dei Ministri per l’approvazione della bozza e l’invio del documento al Parlamento perché venga emendato.
La riunione del Consiglio dei Ministri dovrebbe tenersi dopo il 7 gennaio, ma molto dipenderà anche dalle mosse di Italia Viva che tiene alta la tensione nella compagine di governo. Le dimissioni delle ministre Teresa Bellanova ed Elena Bonetti sono ancora sul tavolo, le richieste dei renziani sono precise, ma anche difficili da raccogliere per Giuseppe Conte: si va dalla richiesta di attivazione del Mes alla cessione della delega sui servizi segreti. E anche durante il vertice dei capi delegazione di domenica, Italia Viva non ha esitato a marcare le distanze con il resto della maggioranza, in particolare sui ristori da prevedere per le categorie colpite dalle misure restrittive di Natale e sul piano vaccini.
Le critiche di Bellanova
“Ancora una volta di più oggi verifichiamo l’insufficienza del sistema sanitario, sancita dalla necessità di far scattare le Regioni arancioni o rosse con soglie di Rt più basse di quanto indicato in precedenza per evitare ulteriori criticità”, ha detto Bellanova nel corso del vertice di maggioranza, denunciando “l’insufficienza e la poca chiarezza sul Piano vaccinale. Se si vuole uscire da questo stallo dando un messaggio chiaro ai cittadini c’è un solo modo: continuare puntuale tracciamento e far chiarezza sul piano vaccinale”.
Per Bellanova “il solo messaggio restate in casa è evidente che psicologicamente ed economicamente ai cittadini non basta più. A fronte di un sacrificio che chiediamo alle persone, dobbiamo dare certezze. E io per i dati che leggo, ancora ne vedo poche”. Sui ristori alle categorie economiche più segnate dalle misure restrittive, poi, Bellanova sottolinea la necessità “di mantenere subito il patto con le categorie penalizzate a Natale”.
Dunque, “il decreto legge per i ristori va fatto subito. Sappiamo perfettamente che la ristorazione è stato uno dei settori più esposti e colpiti. I ristori vanno quantificati e garantiti nel prossimo DL. E vanno decisi ristori adeguati per il sistema agroalimentare, su cui ricadono le misure di chiusure e limitazioni del canale ristorazione”, aggiunge Bellanova.
Rapporti logorati tra Conte e Renzi
Al di là dei contenuti del Recovery plan, tuttavia, ci sono i toni sempre più drammatici del dibattito interno alla maggioranza. Durante la conferenza di fine anno, Giuseppe Conte ha detto chiaramente che, se venisse meno la fiducia di una delle forze politiche al governo, andrebbe alla Camere a chiedere la fiducia.
Secondo quanto viene riferito da fonti di maggioranza, il leader di Italia Viva ritirerà le proprie ministre nei prossimi tre giorni, aprendo ufficialmente la crisi. Sulle possibili soluzioni, le strade sembrano restringersi a due. Un nuovo assetto di governo, con la stessa maggioranza e un nuovo premier. O le elezioni anticipate. La prima, sondando gli umori interni alle forze di maggioranza, sembra essere la più percorribile.
Oltre ai renziani, anche Partito Democratico e Movimento 5 Stelle potrebbero convergere su questa soluzione: a nessuno sfugge il grado di logoramento a cui sono arrivati i rapporti fra Renzi e Conte nelle ultime settimane e che sembrano non lasciare spazio a ricomposizioni. Per il sostituto di Conte si fa il nome di Dario Franceschini e del ministro della Difesa, Lorenzo Guerini. Più complicato, ma non impossibile, percorrere la strada delle elezioni.
Certo, viene sottolineato, anche in questo caso ci si esporrebbe agli umori di Matteo Renzi che sarebbe rafforzato anche dal semestre bianco e dall’impossibilità di andare ad elezioni. Ma i due nomi in campo lasciano aperte le porte, viene segnalato ancora, a una collaborazione più proficua con le opposizioni che potrebbe rinsaldare la figura del Capo dell’Esecutivo. L’altra opzione, quella elettorale ha, per la maggioranza attuale, il difetto di prestare il fianco a una vittoria delle destre, con conseguenze sull’elezione del prossimo Capo dello Stato.
Nonostante questo, fra le fila dei partiti al governo, c’è chi comincia a fare di conto: “Al voto il consenso dell’elettorato si polarizza, non è affatto detto che sia una partita già vinta per il centrodestra”. Una terza ipotesi, molto remota, è quella di un nuovo governo Conte, con una maggioranza diversa da quella attuale.
Si sono rincorse le voci di una “caccia ai Responsabili” in corso per trovare voti che in Parlamento possano sostituire quelli dei renziani in uscita. Un lavoro al “limite dell’impossibile”, per alcuni osservatori parlamentari, oltre che “inutile”. I responsabili “non esistono”, commenta un deputato Pd. E anche si trovassero, è il ragionamento, che senso avrebbe sostituire Renzi con altre forze residuali che abbiano il potere di ricattare il governo?
E anche dal M5s c’è chi si mostra scettico rispetto a questa ipotesi: “Non esistono alternative a questa maggioranza”.