Il Petruzzelli e la sua Fondazione ripartono il prossimo 15 gennaio con il Romanticismo ed i Contemporanei di oggi, e si replica a Vienna con un “indiretto” omaggio all’Arte di Claudio Abbado, nel suo infaticabile lavoro di promotore della musica contemporanea.
Claudio, per chi ha avuto la bella fortuna di conoscerlo di persona (ed io sono tra questi), negli anni ’80 promosse il festival “Wien Modern” (1988). Qui il ciclo di concerti sarà in streamimg, finchè le esigenza della terribile pandemia, saranno anteposte a quelle del pubblico. Esigenze che stiamo vivendo tutti come un dramma e direttamente sulla nostra pelle…
Il 15 gennaio dunque sarà il bravo Direttore Stabile dell’Orchestra del Teatro, Giampaolo Bisanti, a proporre uno stimolante concerto ( in programma due splendide sinfonie: Terza di Schubert e Quarta di Schumann).
Poi al via, il 20 gennaio, due fra le migliori Orchestre da camera del mondo: l’Ensemble “Cappella Neapolitana”, diretta da Toni Florio (dopo l’esperienza straordinaria con La Pietà dei Turchini, finita in malo modo). Mentre il 27 torna ancora Bisanti a dirigere l’Orchestra del Petruzzelli insieme al pianista Bertrand Chamayou, con il fantastico Quinto concerto per pianofrte e orchestra ” l’Egiziano” di Saint-Saens e la Sinfonia in Do maggiore di Bizet. Ancora utili ricordare il segmento della propedeutica con due concerti family dedicati ai ragazzi e diretti dai Maestri Gregorio Goffredo (un ritorno foriero di novità il suo) e Vincenzo Perrone (finalmente un “Salto di Classe” per l’Allievo meritevole del grande e indimenticato Piero Farulli)
Dicevamo del festival contemporaneo che si chiamerà “Aus Italien” (Dall’Italia) dal titolo del prezioso, raffinato Poema sinfonico giovanile di Richard Strauss, che prevede un viaggio affascinante nel Mondo della Musica Contemporanea del Ventunesimo Secolo, in dialogo con l’eredità del passato.
Nelle composizioni di Salvatore Sciarrino, Ivan Fedele, Pasquale Corrado, Carlo Boccadoro, Michele Dall’Ongaro, Silvia Colasanti (nella foto) e altri valenti compositori “In Residence” al Petruzzelli per questo ricchissimo periodo di mitigazione del Contemporaneo nei gusti ormai assuefatti del pubblico (anche senza il pubblico, verrebbe da dire, vista la maledetta PANDEMIA). Speriamo solo che il pubblico torni prest ad animare le serate di Musica. altrimenti non avrebbe senso tutto questo. E la Musica no sarebbe diventata il “Gran Diletto dei popoli in tempo di pace”.
Alessandro Romanelli