Di Daniela Piesco Vice Direttore www.progetto-radici.it
Un ponte con l’Albania arriva al suo quarto appuntamento con Artan Peqini.
La rubrica che si propone uno scambio culturale fra Italia e Albania e un confronto reciproco nei settori dell’istruzione, della formazione, della cultura e dell’arte vuole dare attraverso l’ascolto delle eccellenze del Paese di fronte una nuova immagine dello stesso mostrando le potenzialità e i valori di una terra travagliata da mille contraddizioni.
Artan Peqini nasce a Tirana nel 1966, dove vive e lavora.Laureatosi in Scultura presso l’Accademia delle Belle Arti di Tirana consegue il titolo di Professore Associato e dopo una lunga carriera quello di docente di Scultura e Vicerettore. Oggi è Decano della Facoltà di Arte presso la stessa Accademia. Scultore e allo stesso tempo autore di vari libri e manuali di testo, ha nel suo curriculum un considerevole numero di opere monumentali e premi vinti in concorsi nazionali.
L’intervista.
1)L’accademia e’ per definizione un “laboratorio”, inteso come “luogo in cui più persone collaborano nella realizzazione di qualcosa”. Questa definizione più che individuare lo strumento materiale attraverso il quale si realizza uno scopo, designa un “modo”, una metodologia, una forma mentis laboratoriale, che prevede ineluttabilmente il superamento di una visione solipsistica e autoreferenziale e l’accettazione della pratica relazionale e dell’interazione con l’altro come necessità fondante dell’agire creativo, nell’orizzonte della costruzione di un pensiero non più unico ma polifonico e multilinguistico, come ritengo sia connaturato con lo spirito stesso del fare arte.
Ecco come si è conciliato l’agire artistico con il limite fisico del lockdown?
Questo anno accademico è cominciato a ottobre scorso in un modo particolare anche per la nostra accademia. Per noi è stata la prima volta che abbiamo dovuto confrontarci con lo studente “virtuale”, una costruzione socio-psicologica tutta da scoprire . Ovviamente questa “nuova” situazione ha richiesto nuove strade “metodologiche ” per riuscire a portare avanti il processo formativo. In particolare non ho utilizzato degli schemi ,da imporre agli studenti, uguali per tutti in una dimensione statica, ma ho attuato un processo di conoscenza che ,se pur partendo da nozioni teoriche valevoli per tutti, si differenziava sulla base delle loro diverse personalità studiando le
circonstanze attuali di ognuno.
In tal senso io e gli altri docenti abbiamo cercato di costruire processi differenti personalizzati con gli studenti perché per noi il processo del dibattito con loro è molto piu importante del prodotto. Anche se è chiaro che questo insegnamento atipico , virtuale, postmoderno, ha fatto nascere un modo differente di giudicare il prodotto artistico dei nostri studenti. La cosa piu importante adesso è la participazione , la capacita di proporre e la forza per portare avanti le proposte dei nostri ragazzi. Questa è una situazione diversa, che si impone come dinamica e nella quale ‘l’Ipse Dixit” perde ogni significato. In mancanza del lavoro fisico in laboratorio, ci spostiamo virtualmente nei laboratori individuali dei nostri studenti, labirinti pieni di energia , entusiasmo imprevisti e novità.
2)Albanian University of Arts (precedentemente nota come Accademia delle Arti ) è la principale istituzione che offre istruzione superiore nelle arti in Albania . Vanta una lunga storia ,fu fondata di fatto nel 1966 come Istituto Superiore delle Arti e ha unito tre istituzioni artistiche: il Conservatorio di Stato di Tirana, la Scuola Superiore di Belle Arti e la Scuola Superiore per Attori “Aleksander Moisiu”. L’Accademia delle Arti è stata in grado di trarre vantaggio dalla tradizione russa nella musica classica e nel balletto grazie al fatto che l’Albania e la Russia avevano stretti rapporti durante il comunismo. La scuola mantiene ancora legami con la Scuola Russa di Balletto e Musica Classica . Nel 1991, l’Istituto superiore di arti è stato promosso a livello universitario e ribattezzato Accademia delle arti. Il 12 ottobre 2009, il Presidente della Repubblica d’Albania , Bamir Topi, ha conferito all’Accademia delle Arti il ”Gran Maestro Ordine”.
Come è strutturata oggi L’Accademia delle arti? Quante facoltà ha?
La Nostra Università è stata fondata nel 1966, e vanta in essa,la riunione della scuola del disegno degli anni trenta con la scuola del teatro .Di lì in poi si è molto sviluppata :una potenza silenziosa che è nutrita negli anni sia di professori che venivano dalle scuole occidentali e sia di quelli che provenivano dall’ est.Le influenze dall’est, e sopratutto dalla Russia sono state più presenti per ragioni politiche e hanno continuato ad essere preponderanti,fino ai primi anni ’80 del secolo scorso. Dopo la caduta del comunismo, negli anni ’90 si e cambiato anche il modo di costruire il processo metodico-artistico in accademia ,avendo un grande impatto sul prodotto artistico nazionale.
Adesso nell’ Università ci sono tre Facoltà che hanno un processo interativo fra di loro. La Facoltà di Arti Visuali, la Facoltà di Musica e la Facoltà di Teatro, Film e Coreografia. Il tutto costituisce un corpo di circa 1300 studenti e piu di 200 professori a tempo pieno. In staff academico fanno parte artisti importanti sulla scena nazionale e internazionale.
3)Per quanto riguarda le riforme giuridiche e i processi di avanzamento democratico nel Paese delle aquile,molto sta facendo l’Albania per adeguarsi alle strutture giuridiche europee e per il rispetto delle convenzioni internazionali in tema di diritti umani e stato di diritto. Può descriverci le novità provenienti dal Paese?In particolare per quanto attiene al suo campo la Riforma delle Università e’ una realtà giuridica già concretizzata che va incontro alle politiche richieste dalla comunità europea?
Dopo gli anni ’90 in Albania è cambiato il sistema politico, e in questa direzione è cambiato profondamente anche il sistema accademico. Se prima l’università era ideologicamente un servitore del Partito Comunista, per non allungare troppo il discorso, dopo gli anni ’90 è cambiato tutto in modo radicale ma non strutturale. È stato un processo lungo e pieno di ideali verso una libertà accademica, ma accompagnato con troppi imprevisti per quasi dieci anni dopo della caduta del sistema. L’”Accademismo” in questi anni ,ha sofferto di un eclettismo formale, senza essere capace di produrre un sistema lineare di crescita, non riuscendo a garantire un prodotto funzionale nel mercato del lavoro. Un’inoperatività che era una malatia tipica dei sistemi che si basano sulla ideologia, o meglio su una filosofia sociale falsa.
Nei primi anni del nuovo secolo inizió a disegnarsi la nuova scuola, con l’ingresso di accademici di grande esperienza internazionale che portarono in università nuovi programmi e metodologie in tutte le facoltà. La libertà accademica si è sposata con l’esperienza artistica .
Adesso le leggi garantiscono la libertà e di conseguenza la qualità della produzione artistica -universitaria .
4)Quali sono gli obiettivi futuri dell’Accademia come interlocutore culturale?
L’accademia delle Arti, oggi Università dell’Arte, è stata storicamente un ‘istituzione importante dove si produceva l’opinione politica e culturale.La maggior parte dei professori erano e continuano ad essere personaggi pubblici con una grande influenza sociale. Per sua stessa natura l’artista e un tipo “ontologico”, cioè postmoderno, capace di articolare il tema sociale, anche se non di grandi dimensioni ,e di essere sensibile verso la comunità. Questa è la motivazione dell’autorità dell’ arte e dell’ artista sul nostro territorio. È una posizione che la nostra scuola ha perso 20 anni fa e che adesso la sta riprendendo.
5)L’Accademia continuerà nel contempo a guardare anche alla dimensione internazionale con il potenziamento dei rapporti di partenariato e scambio?
Il ruolo della nostra scuola negli ultimi tempi è crescuto al livello regionale. Noi abbiamo dei raporti importanti con le scuole del Kosovo della Macedonia del Nord ect.Da quasi 30 anni un posto importante occupano le relazioni con le scuole italiane ed europee dell’arte. Per la mia generazione lo studio della cultura e dell’ arte italiana ė stato molto importante e cosi anche i rapporti con queste scuole sono stati un obiettivo fisso .L’Italia è stata la finestra per vedere la cultura ocidentale, un astrazione bidimensionale, che purtroppo piano piano ha perso questo ruolo per le vicende degli ultimi anni caratterizzati dalla incapacità analitica di capirsi .Certamente anche le circonstanze non hanno aiutato in questo processo. Nei primi momenti abbiamo sbagliato noi, e poi negli altri noi cercavano di crescere e in questa strada la filosofia del dubbio ha vinto.Comunque la mia generazione sta vivendo con dolore la grande confusione e la perdita di un modello da seguire non solo culturalmente ma anche socialmente e politicamente.
6)Che percentuale di studenti stranieri ha l”Accademia di Tirana?
Nella nostra scuola ci sono studenti che vengono dalla Macedonia del Nord,da Montenegro e dal Kosovo. Negli ultimi anni essendo parte dei programi Erasmus, ci sono stati studenti che hanno studiato per un semestre e venivano dalle scuole di arte della Spagna, Norvegia, Turchia ect.
7)Crede che animare i rapporti tra Italia e Albania sia sempre più semplice vista la voglia di Europa e di globalizzazione del popolo albanese che oramai corre veloce in un sistema con pochi lacci e ancora troppi pochi doveri?
Si,per noi animare il rapporto con le scuole dell’ arte italiana ė stato ed è tutt’ora una prioritá.Abbiamo avuto rapporti con l’accademia di Brera di Milano,con il Conservatorio di Udine, di Macerata,con il Conservatorio di Santa Cecilia di Roma,e con l’ Accademia di Perugia. Abbiamo avuto anche scambi al livelo dello staff accademico. Sicuramente il rapporto con le scuole italiane è importante perché dietro ci sono gli spessori storici fra i due popoli. In questo momento nuovo storico questi legami devono esseri piu intensi e per questo che noi abbiamo anche altri progetti che sono in fase di realizzazione.
8)Come viene vissuta l’italianità ,che rimane un Must nel suo paese ,tra i suoi studenti?O meglio come viene percepita la nostra cultura e la nostra storia all’interno della sua accademia?
La Cultura italiana è stata un’ instituzione importante negli anni dell’ isolamento comunista. È servita come una vera scuola per molte generazioni. Ma nei ultimi dieci anni abbiamo perso questa sensibilità verso la vostra cultura . Certo che i motivi sono complessi, la grande confusione culturale al livello globale, la cultura del kitsc e molti altri fattori. È nostro il compito di far ripartire di nuovo ,in modo dinamico ,questi rapporti culturali vitali per noi e per la nostra cultura. È nostro ,il compito di accrescere la presenza della cultura italiana nelle nuove generazione . Certo che non diviene meno facile se manca l’impegno di entrambe le parti. Io personalmente credo in questo progetto e sono impegnato a lavorare in questa direzione.
Daniela PiescoVice DirettoreWww.progetto-radici.it