“Conosco bene Matteo Renzi: ho sempre sostenuto che la sua irresistibile discesa sarebbe stata rovinosa e che avrebbe fatto male al Paese” (Zingaretti).
“Chi lavora per rottamare ha in testa qualcosa d’altro. E’ lecito, ma non in una situazione del genere. Specie in vista delle sfide che attendono l’esecutivo, dai ristori al blocco dei licenziamenti. La caduta dell’esecutivo vuol dire una cosa semplice: un paio di mesi in cui non si può decidere niente” (Bersani).
“Fra le conseguenze che il dramma della pandemia ci consegna c’è la sofferenza di milioni di persone che si sono ridotte in povertà assoluta o quasi, la solitudine di quanti si trovano a dovere affrontare una malattia sconosciuta e potenzialmente mortale, il dramma di una economia che nonostante tutto stenta a far funzionare il Paese. E poi ci sono gli 80.000 deceduti che pesano sulla coscienza di molti perché hanno fatto una fine orribile tra sofferenze indicibili ed abbandono” (Beppe Grillo).
Questa sera o domani conosceremo le sorti del Governo italiano tenuto in ostaggio da un partitino nato da una costola del PD.
La resa dei conti, dunque, è vicina. Finalmente sapremo se Renzi, in questi mesi, ha scherzato o ha veramente intenzione di mandare al macero il Governo senza, peraltro, considerare i danni che provocherà alla politica e al popolo già molto provato dal Covid. Conte dovrà prendere in considerazione il licenziamento del Governo proprio nel momento in cui presenterà al Parlamento i progetti relativi al Recovery plan che dovrebbe rimettere in carreggiata l’Italia e offrire a tutti noi la speranza di un futuro migliore. Renzi vuole prendersi il merito per tutti i risultati ottenuti dal Governo Conte e partecipare attivamente alle decisioni in ordine all’utilizzo delle ingenti risorse. Il suo obiettivo è occupare interamente la scena politica, non gli importa nulla delle crisi, sanitaria ed economica, che stiamo attraversando con grande sofferenza. In questa situazione di disordine politico alcune categorie commerciali si sentono autorizzate a contestare i provvedimenti del Governo adottati per frenare la diffusione del virus, organizzando manifestazioni di piazza e comitati di disobbedienti. Sembra, quasi, che stia per iniziare una vera e propria rivolta che potrebbe sfociare nella resa della democrazia. In questo le responsabilità non possono essere ascritte alla volontà dei singoli partiti o dei singoli politici, ma vanno declinate al plurale. Giornali, televisioni e altri mezzi di comunicazione è da un bel po’ di tempo che si sono alleati, almeno in apparenza, per distruggere la leadership di Conte. Matteo Renzi si è reso fedele interprete del movimento anti Conte e ne sta realizzando il programma, senza badare, naturalmente, ai bisogni del Paese. La sua capacità distruttiva dovrebbe essere nota a tutti, se non altro per la sua storia politica: divenuto segretario del PD con un programma rivoluzionario, al centro del quale vi era la rottamazione della vecchia classe dirigente, ha dapprima portato il partito al 41 per cento (elezioni europee del 25 maggio 2014) che è riuscito, poi, con grande abilità a ridurlo al 18,7 per cento (elezioni politiche del 2018).
Cosa accadrà ora? Conte dovrà presentare il piano (Recovery plan) al Parlamento. Nell’ipotesi di abbandono della maggioranza da parte di Italia Viva, partito nato da una costola del PD, il Governo potrebbe porre la questione di fiducia o, approvato il piano, rivolgersi al Quirinale rimettendosi alle decisioni di Mattarelli che potrebbe sic et simpliciter accettare le dimissioni o invitarlo a presentarsi in Parlamento per verificare se gode ancora della fiducia delle Camere.
Ma c’è anche chi sottolinea che nello specifico l’abbandono si riferirebbe ad alcuni eletti del PD, per cui non ci sarebbe nessun mutamento del quadro politico originario. Quindi, sarebbe lecito sostituire i ministri di Italia Viva con altri parlamentari senza modificare la sostanza politica del Governo. Quale l’interpretazione di Mattarella? Noi confidiamo nella saggezza del nostro Presidente della Repubblica.
Raffele Vairo