“Ora si volta pagina, il Paese si merita un governo coeso che lavori a un’incisiva ripresa della nostra economia”. Lo ha detto il presidente del Consiglio Giuseppe Conte nel corso delle sue comunicazioni nell’aula della Camera dopo le dimissioni delle ministre di Iv.
Nel discorso di chiusura il premier si è rivolto a chi ha provocato una “crisi irresponsabile”, la volontà di “voltare pagina”, di “completare il patto di legislatura” con Pd, M5s e Leu e il rafforzamento della squadra di governo. Poi un appello a tutti “i volenterosi”, un “appoggio limpido e trasparente” a tutte quelle “formazioni che si collocano nella più alta tradizione europeista: liberale, popolare, socialista” con un impegno per una legge elettorale proporzionale. E’ durato meno di un’ora l’intervento di Giuseppe Conte alla Camera. “Avverto un certo disagio, sono qui non per annunciare nuove misure a sostegno dei cittadini e delle imprese, o la bozza ultima e migliorata del Recovery plan, ma per spiegare una crisi di cui immagino i cittadini e io stesso non ravviso alcun plausibile fondamento”, ha detto il premier. “Quanto accaduto nelle ultime settimane ha aperto una crisi profonda tra le forze di maggioranza, ma ha soprattutto provocato sgomento nel paese e rischia di produrre danni notevoli e non solo perché ha fatto salire lo spread, ma perché ha attirato l’attenzione dei media internazionali, delle cancellerie straniere. Diciamolo con franchezza, non si può cancellare quello che è accaduto”.
E l’affondo, con uno sguardo rivolto a Renzi e al suo movimento, Italia viva: “Arrivati a questo punto, bisogna dirlo con franchezza, non si può cancellare quel che accaduto, non si può pensare di recuperare quel senso di fiducia necessario per lavorare”. Insieme, in una compagine governativa: “Adesso si volta pagina, questo paese merita un governo coeso”, impegnato “a lavorare per una piena ripartenza” e per un’”incisiva ripresa”.
Domani la conta la Senato. La maggioranza probabilmente ci sarà. Per ora però i voti sicuri sono 151-152. I 5Stelle possono contare su 91 senatori (hanno un assente per Covid), 35 il Pd, 8 per le Autonomie (compresa Elena Cattaneo), 17 per il Misto ( compresi Mario Monti, Liliana Segre e Gregorio De Falco ). Si potrebbe aggiungere il voto del senatore a vita Carlo Rubia, fino a qualche giorno fa negli Stati Uniti. Tra gli indecisi la senatrice di Forza Italia, Anna Carmela Minuto, e Vincenzo Carbone, renziano dell’ultima ora (eletto in Forza Italia) in attesa del responso dell’aula dopo che la giunta per il regolamento ha deciso che il suo seggio in Campania deve andare a Claudio Lotito. Il pallottoliere si fermerebbe così a 155. Per salire a 156 occorrerebbe, dicono dalla stessa maggioranza, solo un miracolo.