Mercoledì Giuseppe Conte, il giorno dopo i leader del centrodestra. Sergio Mattarella ha ricevuto il premier per un incontro breve e “interlocutorio” e giovedì accoglierà i leader dell’opposizione per ascoltare le loro doglianze. Ma per il Presidente della Repubblica al centro di ogni riflessione resta il Paese, i problemi dei cittadini in una fase di crisi sanitaria ed economica. Il presidente del Consiglio ha riferito al Presidente l’esito del voto di fiducia incassato nei giorni scorsi da Camera e Senato, l’esito della riunione di maggioranza e le valutazioni sue e dei partiti su come proseguire l’esperienza di governo. Poco più di mezz’ora di incontro su cui c’è da parte del presidente della Repubblica la totale consegna del silenzio. Già nei due incontri di una settimana fa, subito prima e subito dopo l’annuncio del ritiro dei ministri di Iv da parte di Matteo Renzi, Mattarella aveva chiesto di “uscire velocemente dall’incertezza” e tutto fa pensare che anche oggi un occhio al calendario sia stato dato, mentre a Bruxelles attendono il piano italiano per il Next generation Ue. Ma anche la brevità del colloquio fa pensare che il presidente Mattarella non abbia dato suggerimenti, per rispettare alla lettera il suo ruolo di arbitro super partes in questa situazione così complicata e non abbia nascosto la sua preoccupazione di fondo. Ha ascoltato quel che Conte aveva da dire, ha preso atto del voto, che assicura una maggioranza numerica al governo tale da non farlo cadere e da non provocare le dimissioni del premier. Ma di certo al presidente non è sfuggita la fragilità della maggioranza, che deve superare sfide storiche, e per affrontare questi passaggi serve un governo che goda di una maggioranza ampia, che abbia un sostegno convinto da parte dei partiti e non si basi su arrivi raffazzonati di questo o quel senatore, rischiando di far incontrare ai provvedimenti il Vietnam invece delle felpate aule parlamentari. Conte ha riferito anche l’esito del vertice di maggioranza e dunque la volontà di dar vita a un nuovo gruppo parlamentare proprio per superare le difficoltà alle Camere, e anche di questa volontà il Presidente non potrà che aver preso atto, rinviando dunque a una attesa, auspicabilmente non biblica, che questi intendimenti diventino realtà. Quanto al possibile rimpasto, è noto che, dal punto di vista teorico, il Presidente osserva con attenzione il limite al numero dei ministeri posto dalla legge Bassanini. Giovedì poi il Capo dello Stato riceverà i leader del centrodestra, critici verso la prosecuzione del governo Conte. Il Presidente li ascolterà, attento alla loro preoccupazione per il Paese, e di certo ricorderà anche loro la sua funzione di arbitro.