Principale Politica Diritti & Lavoro Quo usque tandem abutere, Catilina, patientia nostra? …….E  io pago!

Quo usque tandem abutere, Catilina, patientia nostra? …….E  io pago!

“Fino a quando, Catilina, intendi abusare della nostra pazienza?”. L’incipit delle Catilinarie nella sua prima orazione pronunciata da Marco Tullio Cicerone contro Lucio Catilina  l’8 novembre del 63 a.C. è di sconvolgente attualità perché costituisce un monito a quanti in queste ore sono protagonisti e possibili risolutori della crisi di governo. In queste vicende da sempre per  superficialità siamo portati a dividere il paese in buoni e cattivi a seconda della tifoseria di cui facciamo parte ma la cosa più grave è che, avendo pagato le tasse, i cittadini onesti hanno versato tributi allo Stato che meritano la tribuna d’onore nello stadio del paese, ma rimangono spettatori inermi, salvo ad essere periodicamente chiamati alle urne. Il Palazzo oggi rappresentato da 945 persone + i cinque senatori a vita (attualmente sono sei), che fanno riferimento nei loro interventi alle trasmissioni più seguite “Uomini e donne” , “Il grande fratello” a modelli comportamentali lontani dai padri della patria e cosa ancora più grave sono chiamati a legiferare in materia di riforma elettorale. I modelli non possono essere le cose, ma le persone. Se si pensa per un attimo che Palmiro Togliatti fu definito il “migliore” non per essere stato il più bravo al Liceo di Sassari ma l’aggettivo gli fu attribuito dagli avversari politici per la sua statura politica come sicuro e affidabile interlocutore, rimaniamo smarriti e sgomenti nell’individuare oggi un parlamentare che possa meritare il 7 superando il 5 sinonimo di monotonia e mediocrità .

Per non parlare delle perdite dovute dalla crisi che, quantificate dal Ministro Gualtieri, che ammontavano al 18 gennaio già a 7,6 milioni di Euro ( fonte Money.it) . Questi costi li paghiamo noi cittadini e li pagheremo.

Vediamo il capitolo elezioni : ormai è pacifico che i leader dei maggiori partiti non le temono perché anche se perderanno voti i seggi dei loro fedelissimi saranno salvi e potranno giocare un ruolo nel prossimo parlamento. In realtà l’attuale legislatura servirà a redigere e approvare una nuova legge elettorale magari proporzionale. In questo caso suggerisco una quota di sbarramento alta, non inferiore al 5% per evitare l’ingovernabilità, costringendo le forze minori ad aggregarsi per affinità ideologiche e programmatiche.

In questo contesto vale la pena appellarsi al manifesto dei Liberi e forti con il quale nacque il Partito popolare. L’Appello rivolto in primis ai Cristiani del 18 gennaio 1919 si concludeva con uno straordinario appello valido per tutti coloro che oggi pensano di impegnarsi in politica: “A tutti gli uomini moralmente liberi e socialmente evoluti, a quanti nell’amore alla patria sanno congiungere il giusto senso dei diritti e degl’interessi nazionali con un sano internazionalismo, a quanti apprezzano e rispettano le virtù morali del nostro popolo, a nome del Partito Popolare Italiano facciamo appello e domandiamo l’adesione al nostro Programma”. Non dimentichiamo però che tre anni dopo con la marcia su Roma il fascismo saliva al potere senza colpo ferire e con una parata goliardica cui Mussolini non partecipò, ma si presentò a Roma a cose fatte.Il coraggio aiuta anche i non audaci ma i furbi.

E la lezione ci viene dalla quarta orazione contro Catilina quando Cicerone invita il senato a decidere con prudenza e con fermezza, “a proposito della salvezza vostra e del popolo romano, delle vostre mogli e dei figli”…della salvezza dell’Italia , dell’intero stato”. Questo è l’augurio migliore che possiamo fare da italiani al Presidente esploratore Fico e al Presidente della Repubblica  Mattarella perché abbia la capacità di discernere se tirare a campare ma a decidere per il bene del paese, lasciando la parola al popolo con elezioni. Ognuno dei protagonisti al di là della visibilità, compia un atto di umiltà e pensi al futuro del paese. Tra alcuni mesi potremmo commentare altre notizie per cui non vorrei ancora una volta …dire “E io pago!”

Dario Felice Antonio Patruno

Tags: Quo usque tandem abutere, Cicerone, Catilina,

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