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Le priorità di Mario Draghi

Sulla scuola c’è l’ipotesi del prolungamento del calendario scolastico nei primi mesi estivi per recuperare i giorni persi a causa della pandemia. A settembre ripartenza con tutte le cattedre già assegnate.

Velocizzare il programma di vaccinazione anti Covid; interventi sul lavoro, che è una vera e propria emergenza, tanto più in vista dello stop al blocco dei licenziamenti a marzo; puntare sugli investimenti (non più risorse a fondo perduto) per le imprese muovendosi su due direttrici: turismo e infrastrutture. Infine, ma non ultima per importanza, la scuola.

Ipotizzando anche, dopo averne valutato la fattibilità, un prolungamento del calendario nei primi mesi estivi così da consentire agli studenti il recupero dei giorni persi a causa della pandemia e mettersi subito all’opera per organizzare a settembre l’avvio del nuovo anno scolastico con tutte le cattedre già assegnate.

Si delinea il programma

Inizia a delinearsi l’agenda del governo di Mario Draghi, con le priorità dell’esecutivo e le riforme da mettere in campo per mettere al sicuro le risorse del Recovery plan. Tre quelle indicate dall’ex numero uno della Bce: fisco, giustizia civile e Pubblica amministrazione. E poi il capitolo ambiente: l’obiettivo è una riconversione del sistema produttivo.

Mario Draghi avvia con le forze ‘minori’ il secondo giro di consultazioni – domani toccherà ai partiti maggiori – e illustra le priorità del suo esecutivo, entrando nel merito di alcuni interventi.

I tempi per l’esecutivo

Nessun accenno, invece, ai tempi: quando scioglierà la riserva, quando è ipotizzabile il voto di fiducia in Parlamento. Non solo. Draghi delude chi si attendeva di avere una prima bozza della possibile futura squadra: nessun nome, solo la garanzia che sceglierà “i migliori”, nessun accenno di organigramma, nè tantomeno anticipazioni sulla composizione (se saranno ministri tecnici, politici o, come appare sempre più probabile, un mix).

L’unico riferimento più ‘politico’ l’ex numero uno della Bce lo fa sulla maggioranza, che deve essere “solida”. A chi gli chiede come gestirà un amalgama di forze politiche così eterogenee diverse tra loro, che vanno dalla Lega al Pd, Draghi – che in occasione del primo giro di consultazioni aveva esortato i pariti a fidarsi di lui – replica: bisogna guardare alla sostanza e non alla forma, altrimenti non è possibile porre rimedio, perché l’obiettivo è rispondere alle urgenze del Paese.

E di fatti Draghi snocciola ai partiti i punti cardine del programma (in tutto sarebbero otto) che sta mettendo a punto, un programma che ai più è apparso come di legislatura, non certo di breve termine, e che si basa su due ‘bussole’: europeismo e atlantismo. È lo stesso ex numero uno della Bce a definirsi, riferiscono le varie delegazioni consultate, “come il futuro presidente del Consiglio di un governo europeista”. 

Accoglienza favorevole

Parole e progetti che incassano subito il favore degli interlocutori, confermando quella che si prospetta come la più ampia maggioranza mai ottenuta da un governo negli ultimi decenni.

Draghi, però, sottolineano i gruppi parlamentari che hanno sfilato oggi a Montecitorio, non avrebbe delineato uno scenario di sole rose e fiori. Anzi. Nel sottolineare l’importanza di puntare sulla ripresa economica e sulla crescita, il premier incaricato ha avvertito che sarà difficile ipotizzare una ripartenza veloce dell’economia.

C’è una emergenza economica che riguarda soprattutto il lavoro, è stato il ragionamento, ci si aspetta una ripresa ma non sarà veloce. Il che avrà inevitabilmente una ricaduta sull’occupazione a cui bisognerà fare fronte.

Draghi, riferiscono alcune fonti, non ha direttamente citato la proroga del blocco dei licenziamenti, ma ha lasciato intendere che bisognerà intervenire sul fronte lavoro, visto che una ripresa economica più lenta avrà effetti pesanti sull’occupazione.

Draghi ha poi legato il discorso occupazionale anche con il tema del sostegno alle imprese, a sua volta legato al problema del loro indebitamento con le banche, dei crediti che potrebbero trasformarsi in crediti deteriorati. Ecco perché bisogna agiare anche sul fronte del sistema bancario, ha osservato.

Draghi ha parlato “molto di sviluppo”, ha sostenuto l’importanza di “investire e limitare l’erogazione di contributi a fondo perduto ma finanziare le imprese così da consentire loro di riprendere l’attività una volta superata l’emergenza pandemia”, elencano ancora i gruppi consultati.

Il capitolo investimenti

Ed è proprio il capitolo investimenti uno dei più apprezzati: “Draghi ha notato che sugli investimenti dal 1995 il Paese è regredito ed era arrivato addirittura a zero, mentre la spesa corrente ha continuato a crescere”. Quanto alle tre riforme connesse al Recovery, il premier incaricato avrebbe in mente una “riforma organica del fisco, un qualcosa di strutturale”, spiega ancora Tabacci, dunque niente flat tax ‘cara’ alla Lega, se ne deduce.

Infine l’Europa: la collocazione dell’esecutivo è “convintamente europeista”, “l’Europa è al centro della riflessione di Draghi”, osservano ancora i gruppi. “Serve una autonoma capacità fiscale dell’Ue”, è la convinzione. 

“Non basta un governo che vada a Bruxelles sbattendo i pugni sul tavolo per difendere l’interesse dell’Italia, ma serve un governo che scommetta su una sovranità europea condivisa”, viene ancora spiegato, riportando i ragionamenti del presidente del Consiglio incaricato, che mercoledì incontrerà le parti sociali.

AGI – Agenzia Italia 

 

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