Principale Politica Conte, Presidente onesto e trasparente. Eppur, si sbaglia.

Conte, Presidente onesto e trasparente. Eppur, si sbaglia.

Con un lungo post su Facebook l’ex premier Giuseppe Conte “saluta”, ringrazia per il sostegno e lancia il suo messaggio: il suo primo da “semplice cittadino”.

 di Giovanni Mongelli

“La sua cacciata era scritta fin dal giorno del suo maggior successo: il 21 luglio 2020 quando, dopo due giorni e due notti di trattative, vinse la battaglia a Bruxelles contro i “frugali” e portò a casa 209 miliardi di Recovery, 36 più del previsto, mentre tutti scommettevano sulla débâcle. Da allora fu chiaro che i poteri marci con giornaloni e burattini in Parlamento avrebbero fatto di tutto per impedire che a gestire quel tesoro fosse un governo perbene, per giunta il più progressista e sociale mai visto. Da oggi non sono più Presidente del Consiglio. Torno a vestire i panni di semplice cittadino.”

“Panni che in realtà ho cercato di non dismettere mai per non perdere il contatto con una realtà fatta di grandi e piccole sofferenze, di mille sacrifici ma anche di mille speranze che scandiscono la quotidianità di ogni cittadino” prosegue Giuseppe Conte. Il messaggio è stato pubblicato a poche ore dalla sua uscita da Palazzo Chigi.

 

E poi ancora “Sono grato a Voi cittadini per il sostegno e l’affetto, che ho avvertito forti e sinceri in questi due anni e mezzo. Ma vi sono grato anche per le critiche ricevute: mi hanno aiutato a migliorare, rendendo più ponderate le mie valutazioni e più efficaci le mie azioni.”  

 

“Ho lavorato nel Palazzo, occupando la poltrona più importante. Ma tra i corridoi e gli uffici di Palazzo Chigi, anche alla fine delle giornate più dure e dopo le scelte più gravose, ho sempre avvertito l’orgoglio, l’onore e la responsabilità di rappresentare l’Italia. Sono grato a Voi cittadini per il sostegno e l’affetto, che ho avvertito forti e sinceri in questi due anni e mezzo. Ma vi sono grato anche per le critiche ricevute: mi hanno aiutato a migliorare, rendendo più ponderate le mie valutazioni e più efficaci le mie azioni. La forza e il coraggio dimostrati dalla intera comunità nazionale soprattutto durante quest’ultimo anno di pandemia sono stati davvero incredibili: ci hanno dimostrato che ogni ostacolo, anche il più alto e insidioso, può essere superato, scacciando via le paure e i calcoli di convenienza, fidando nel coraggio dell’azione, nella determinazione dell’impegno, nell’etica della responsabilità. Io stesso ho cercato di far tesoro di questa esperienza, pur con i miei limiti, ma – vi assicuro – con tutto il mio impegno e la mia massima dedizione.

Da oggi non sono più Presidente del Consiglio. Torno a vestire i panni di semplice cittadino. Panni che in realtà ho cercato di non dismettere mai per non perdere il contatto con una realtà fatta di grandi e piccole sofferenze, di mille sacrifici ma anche di mille speranze che scandiscono la quotidianità di ogni cittadino.

È davvero necessario che ognuno di noi partecipi attivamente alla vita politica del nostro Paese e si impegni, in particolare, a distinguere la (buona) Politica, quella con la – P – maiuscola, che ha l’esclusivo obiettivo di migliorare la qualità di vita dei cittadini, dalla (cattiva) politica, intesa come mera gestione degli affari correnti volta ad assicurare la sopravvivenza di chi ne fa mestiere di vita.

Insieme a tanti preziosi compagni di viaggio abbiamo contribuito a delineare un percorso a misura d’uomo, volto a rafforzare l’equità, la solidarietà, la piena sostenibilità ambientale. Il mio impegno e la mia determinazione saranno votati a proseguire questo percorso. La chiusura di un capitolo non ci impedisce di riempire fino in fondo le pagine della storia che vogliamo scrivere.

 

Con l’Italia, per l’Italia. Grazie.”

 

 Il saluto che è stato tributato a Giuseppe Conte dovrebbe aprire gli occhi anche al suo peggior detrattore, e dimostrare che la levatura umana e carismatica non possono passare senza lasciare un segno.

Grazie e arrivederci Presidente, arrivederci. Attendo fiduciosa di rivederla, forse, perché hai sangue del sud è un po’ origini del mio paese.

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