Prosegue l’effetto Draghi sullo spread tra Btp decennali e omologhi Bund tedeschi, che dopo un’apertura in calo sotto i 90 punti base si è ristretto e ha toccato quota 88,6 punti – il livello più basso dall’inizio del 2015 – per poi risalire poco sopra i 90. Il rendimento dei Btp è sceso a un nuovo minimo storico a 0,426% per poi stabilizzarsi allo 0,439%. È la prima volta che il decennale dell’Italia sconfina sotto il livello dello 0,50%. Il presidente incaricato ha incassato il sì del Movimento 5 Stelle e ora stringe sulla squadra di governo. Tanto che oggi stesso potrebbe salire al Quirinale con in tasca la lista dei ministri. Dalla chiusura del 2 febbraio, alla vigilia dell’incarico a Draghi, il differenziale si è ridotto di 25 punti. E, secondo gli analisti, la corsa potrebbe non essere finita qui. Nel mirino, affermano gli esperti, ci sarebbe addirittura quota 70, un livello che consentirebbe ai Btp di riallinearsi ai Bonos spagnoli e all’Italia di risparmiare fino a 1,5 miliardi di euro all’anno in spesa di servizio al debito. Prossimi ‘step’: la fiducia al nuovo esecutivo e l’ufficializzazione di un Recovery plan forte e credibile. Nel frattempo il buon momento si fa sentire anche in asta. Ne è testimonianza l’operazione di ieri mattina con cui il Tesoro ha assegnato Btp per 9 miliardi, il massimo della forchetta in offerta, con rendimenti ai minimi storici su tutte le scadenze. Nel dettaglio, il triennale gennaio 2024 cedola zero è stata collocata al rendimento lordo di -0,33%. Il sette anni è stato piazzato allo 0,18% mentre il 20 anni è sceso a un tasso dell’1,14%, anche in questo caso il più basso mai emesso per una prima tranche su questa scadenza.