La città di Taranto attraverso le sue realtà Istituzionali e Enti responsabili insieme alle parti sociali deve IMPEGNARSI nel procedere ad individuare ora una strategia alternativa (di revisione/ transizione – ecologica) della attuale realtà industriale dell’ area di Taranto.
Ciò anche attraverso la consultazione di esperti da portare alla attenzione dello Stato per il recovery plan.
Altrove si procede così.
Non attendono certo che qualcuno dall’alto faccia qualcosa, propongono in concreto.
Bisogna infatti proporre strategie per ottenere i finanziamenti mirati e previsti, che altrimenti andranno ad altre realtà che prima avranno presentato progetti credibili dimostrando di aver individuato una alternativa strategica.
Mentre noi, da nove anni , attendiamo studi, sentenze e nuove leggi per poi lasciare confermare lo stato dell’ arte attuale.
Bisogna indignarsi in modo concreto individuando e pretendendo di essere ascoltati con forza proponendo alternative concrete.
Occorre inoltre migliorare le infrastrutture territoriali, e prestare attenzione, nel meridione, ai carenti sistemi di depurazione delle acque che causano inquinamento delle acque, delle falde sotterranee e dei mari, ai mancanti collegamenti dell’alta velocità con Taranto e Matera, e con la Calabria.
Rendere funzionali le infrastrutture per assicurare l’Intermodalità portuale e autostradale oltre che ferroviaria regionale.
Occorre avere, nell’interesse nazionale, la capacità di superare i limiti di separatezza attuali tra le due Italie che vuol dire , in primo luogo, superare limiti culturali che la determinano. Altrimenti di quale transizione ecologica parliamo?
Non basta pensare solo al pur necessario collegamento tra Genova e Milano per essere Europei.
Eliana Baldo e Mino Briganti, coportavoci dei Verdi Associazione cittadina di Taranto