Principale Ambiente & Salute Caposele, l’avventura acquedotto parte da qui

Caposele, l’avventura acquedotto parte da qui

L’acqua che arriva nelle case dei pugliesi scorga dalle sorgenti ubicate nell’Avellinese.

In principio è…. Caposele. Nasce tutto da qui. L’acqua che arriva nelle case dei pugliesi scorga dalle sorgenti ubicate in questo comune sito lungo il margine sud-orientale della provincia di Avellino. Alla faccia dei localismi. Un tempo si ragionava in questa maniera: c’è una regione (allora le regioni non c’erano) che ha bisogno (in questo caso di acqua), il soccorso viene dal vicino che di quella risorsa ne ha in abbondanza.

A Caposele ha inizio l’Acquedotto Pugliese: le acque del fiume Sele, che nasce sotto il monte Paflagone, iniziano qui il loro (lungo) viaggio che le porta sino al Capo di Leuca, soddisfacendo il bisogno di acqua della popolazione pugliese.

Prima dell’emergenza Covid e della pandemia Caposele, anche in ragione del fatto che è la “madre” dell’Acquedotto, era una gettonata meta turistica. Oggi le cose sono cambiate, ma c’è da essere certi che quando sarà passato questo brutto momento il luogo dove inizia l’“avventura” dell’acquedotto tornerà a popolarsi di visitatori.

Il canale principale
Il canale principale

È dal monte Paflagone che il Sele sgorga. Il nome del monte è stato dato dalle prime popolazioni di etnia greca che vi si insediarono provenendo dall’antica Paflagonia (Asia Minore) e risalendo il corso fluviale da Poseidone (Paestum), dove il Sele sfocia nel Mar Tirreno. I romani controllavano l’accesso del Sele e dell’Ofanto dalla contrada “Oppidum” che si trova in alto dietro il Paflagone, e consideravano i due corsi d’acqua fiumi gemelli, perché nascono sotto la stessa catena montuosa e anche perché costituivano una sorta di confine geografico tra l’Italia meridionale e quella centrale, avendo come sbocchi uno il Tirreno e l’altro l’Adriatico. Oggi, più che mai, possiamo definirli gemelli perché accomunati dallo stesso destino: quello di dissetare la Puglia, uno in superficie, avendo un percorso naturale, l’altro, il Sele, imbrigliato in maniera artificiale e sotterranea.

Il fiume Sele nasce da uno dei bacini imbriferi presenti nel sottosuolo del parco dei monti Picentini.  In questo parco nascono circa sette fiumi, le cui acque vengono utilizzate per uso potabile. Vicino alla sorgente è rimasto un suggestivo campanile che apparteneva alla chiesa della Madonna della Sanità eretta in onore della vergine a fine ‘700 per ringraziarla della guarigione della peste che infestò tutta Europa. La peste del 1656 decimò la popolazione del paese. Narrano le fonti che di 3000 abitanti ne morirono più di 2500. Con i lavori dell’Acquedotto la chiesa fu spostata nell’antistante piazza Sanità, dove si trova tuttora.

La sorgente di Caposele
La sorgente di Caposele

L’idea di utilizzare le sorgenti campane per dissetare la Puglia si deve al salernitano Camillo Rosalba, ingegnere del Genio Civile che nel lontano 1868 ipotizzò l’ambizioso progetto di utilizzare le fonti del Sele per portare l’acqua con una grande galleria fino a Conza e di lì, con un canale lungo la sponda dell’Ofanto, sino in Puglia.  Un progetto di cui si fece promotore, sul fronte politico, l’on. Matteo Renato Imbriani e che vide la luce agli albori del nuovo secolo.

La sorgente Sanità dà vita al fiume Sele, il silarus dei romani, e sgorga a 420 metri sul livello del mare dalle pendici del gruppo montagnoso del Cervialto. La sua portata è di circa 4000 litri al secondo. Da qui parte la galleria “Rosalba”. Per conseguire questo ambizioso progetto fu necessario, per l’appunto, spostare la chiesa dedicata alla Madonna della Salute a circa 200 metri di distanza dalle sorgenti. Una scelta, questa, che preservò la chiesa dal terremoto del 23 novembre del 1980. Un devastante sisma che ridusse in macerie tutte le antiche costruzioni di Caposele.(fonte acquedotto pugliese

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