Una nuova preoccupante variante denominata B.1.526 è stata identificata, a New York. Ricercatori della Columbia University hanno scoperto l’aumento della variante, che in oscuro codice corrisponde a B.1.526. La scoperta avvenuta scansionando le mutazioni in centinaia di migliaia di sequenze genetiche virali, in un database chiamato GISAID. Sono state trovate due versioni del coronavirus, che aumentano di frequenza : una con la mutazione E484K osservata , in Sudafrica e Brasile, che si pensa aiuti il virus a schivare parzialmente i vaccini; e , un’altra con una mutazione chiamata S477N, che può influenzare quanto il virus si lega alle cellule umane. Il 2021, mette in guardia un articolo di Nature “ Alarming COVID variants show vital role of genomic surveillance “ si preannuncia come l’anno della varianti. Negli ultimi due mesi sono stati rilevati più frequentemente nuovi ceppi e, poiché la sorveglianza del genoma virale è irregolare a livello globale, non si può escludere che altre varianti, potenzialmente preoccupanti siano già in circolazione. Una buona sorveglianza sull’evoluzione del virus è il sequenziamento e la condivisione di genomi sufficienti, per tracciare mutazioni e varianti di preoccupazione man mano che si presentano. Lo scorso anno, più di 360.000 genomi SARS-CoV-2 sono stati sequenziati e memorizzati su GISAID, un database online senza scopo di lucro per la condivisione di genomi virali. La distribuzione geografica delle sequenze su GISAID è ampia e copre più di 140 paesi. La maggior parte dei paesi ha caricato solo un piccolo numero di sequenze. Due eccezioni sono il Regno Unito e la Danimarca, che rappresentano rispettivamente il 45% e il 7% dei genomi SARS-CoV-2 nella banca dati. Un appello dei biologi italiani sulla necessità di sequenziamento dei genomi virali, per identificare varianti e collocazione geografica non sembra abbia avuto positivo riscontro a livello di governi nazionale e regionali. Ogni infettato, rappresenta per il virus un’occasione per mutare e meglio adattarsi al suo ospite e, da qui la necessità di istituire un network nazionale di laboratori in grado di sequenziare giornalmente un gran numero di campioni virali prelevati da individui risultati positivi. La stima della variante inglese (B.1,1,7) in Italia, tra le altre cose ci aiuta anche a comprendere l’efficacia dei test molecolari considerato che questa variante è capace di eludere un gene (gene S) che è uno dei geni sui quali si fonda il test molecolare. La battaglia contro il coranovirus SARS COV 2, si potrà dire di averla vinta quando sarà messo, a punto un vaccino universale contro i coranovirus come annunciato da uno dei virologi più autorevoli al mondo, Antonio Fauci. Politici, finanzieri e scienziati sono concentrato oggi soprattutto sulle mutazioni del virus. Preoccupa la mutazione Sud Africa , che potrebbe essere significativamente più resistente ai vaccini. Moderna ha testato una versione del suo vaccino aggiornata per fornire una protezione dalla variante isolata in Sud Africa.
Anche Pfizer e Johnson & Johnson stanno modificando i loro vaccini per somministrare una dose di richiamo mirata contro le nuove varianti. In futuro si punta anche a richiami annuali del vaccino. Moderna sta puntando, a un vaccino universale che operi verso un ampio spettro di ceppi virali. Un vaccino universale fondato sul principio, che il sistema immunitario sarebbe posto nelle condizioni attraverso un continuo addestramento di agire contro ogni tipo di coronavirus. Due produttori, GUSK e CUREVAC hanno iniziato la ricerca sul vaccino universale, che agisce contro tutti i coronavirus che sono 7, i 4 del raffreddore, i virus di Sars e Mers e il Covid 19. Opportuno osservare, che la presenza degli anticorpi nelle persone entrate in contatto con Sars Cov 2 è di breve durata. Uno studio britannico condotto dal King’s College di Londra ha verificato, che dopo tre mesi dall’infezione solo il 17% mantiene inalterata la risposta immunitaria. Negli altri, invece, il livello di anticorpi diminuisce notevolmente, fino a diventare, in alcuni casi, non più rilevabile. Un altro studio pubblicato su Nature Medicine arriva alle stesse conclusioni. La battaglia contro Sars Cov 2 sarà , a nostro avviso lunga e vittoriosa se i decisori pubblici prenderanno atto di tre elementi : a) la fine delle aggressioni agli ecosistemi dove , in nicchie ecologiche “ vivono” gli animali portatori di virus e potenziali elementi per lo spillover; b) il coraggio di rinunciare al dogma della libera circolazione delle merci reintroducendo i controlli alle frontiere dove si verifica la certificazione vaccinale ; c) la presa d’atto , che la pandemia si vince a livello globale, vaccinando almeno 5,5 miliardi di persone.
Questa evidenza contrasta con la corsa degli stati ricchi a prenotare vaccini in quantità enormi: gli Stati Uniti hanno già prenotato 1,2 miliardi di dosi, che coprono il 200% della popolazione. Il Canada il 578% e l’Italia, il 241%.