Una notizia che sorvola nella rete, come un petalo di rosa che s’attacca ad un nodo, quel nodo che si forma in gola di fronte alla morte, ineluttabile fine mai riposta nella mente fredda, mai accettata.
Aveva da tempo ceduto al richiamo della sirena cibernetica scrivendo su blogger pensieri sparsi, poi lasciò incompiuto il suo appuntamento scrivendo che non aveva idea di quanti leggessero quegli appunti e se aveva senso farlo. Una sorta di concretezza del Preside, che quando deve far funzionare la scuola deve pensare all’agenda del fare, senza voli pindarici. Dopo l’insegnamento, la sua scuola è stata il Liceo Classico Archita, sicuramente l’ultimo dirigente ad aver usato il palazzo storico – ora in perenne restauro – emblema della scuola millenaria della città. Nell’immagine trovata mi piace ricordarlo mentre chiude la porta per l’ultima volta.
È stato assessore alla cultura – credo della giunta Battafarano -, negli anni 80, un punto di riferimento della città. Quasi spiritosamente premonitore uno dei suoi ultimi libri dal titolo emblematico:
“Alla prossima fermata scendo” un riallinearsi tra i binari o sugli strapuntini degli autobus, per quel viaggio della vita che ha una sola fermata. Forse anche un monito a guardarsi intorno, a godere del paesaggio in quel puzzle dell’esistenza.
Oramai è folla lassù, mi viene da dire guardando il cielo, oggi, ultimo giorno di febbraio, per nulla bisestile, pensando all’amico Tommaso, alle poche e scarne chiacchierate di una vita sempre di corsa, che non ci fa pensare alle luci che si spengono durante il tragitto, ecco il mio omaggio alla sua memoria, Taranto ti deve molto, Tommaso, riposa in pace.
Roberto De Giorgi