L’ex premier è pronto a prendere in mano le redini dei 5 stelle ma prima vuole assicurarsi che le fondamenta siano solide. E chiede garanzie sull’unità. Da sciogliere il ‘nodo Casaleggio’ e il ruolo di Rousseau.
Il passo è compiuto. Giuseppe Conte, uscito da palazzo Chigi entrerà nella casa del Movimento 5 stelle. Ma prima di mettervi piede vuole raccomandarsi che le fondamenta siano solide, che non traballino continuamente e che soprattutto sia tutto in ordine. “Insomma non vuole essere messo in mezzo negli scontri”, riassume un ‘big’ M5s.
Conte avvia la ‘due diligence’: fondamenta solide per il Movimento?
Ecco il motivo per cui il giurista pugliese, spiegano le stesse fonti, ha avviato una sorta di ‘due diligence’, come avviene per ogni azienda. Intanto c’e’ il nodo Casaleggio. Probabilmente avverrà un incontro ma la proposta sul tavolo è quella della fornitura dei servizi, un cambio netto del ruolo della piattaforma ‘Rousseau’ e la funzione dell’associazione.
Quale sarà il ruolo di Rousseau
Niente politica e solo una parte dei fondi destinati dai versamenti dei parlamentari. Si tratterà, altrimenti – spiega un ‘big’ M5s – si cercherà una separazione consensuale. Ma il grosso del ‘tesoretto’ pentastellato servirà per radicare la forza politica sul territorio, affinché diventi un vero e proprio partito.
L’ex premier chiede unità e nessun veto incrociato
Il punto essenziale per l’ex presidente del Consiglio è l’unità. Ovvero che ci sia una totale convergenza sul suo nome, affinché la sua leadership non nasca già ‘dimezzata’ e imbrigliata dai veti incrociati e dalle liti che in questi anni hanno frenato il Movimento. C’è chi non esclude un vero e proprio nuovo soggetto politico con una nuova associazione che vedrebbe Conte nel ruolo di socio fondatore ma è difficile – riferisce un altro ‘big’ – immaginare che ci sia la volontà di cancellare con un tratto di penna il passato.
L’ex presidente del Consiglio piuttosto punta a coinvolgere i gruppi parlamentari, a chiedere fiducia sulla base di un programma che – nelle intenzioni – dovrebbe essere in continuità su alcuni temi e innovativo su altri. Il ‘core business’ sarà la Transizione ecologica, tanto che nei prossimi giorni si chiederà di scorporare dal patto di stabilità le spese ‘green’.
Le nuove regole M5s e la modifica dello Statuto
Ma sul tavolo ci sono anche le regole M5s, la questione dello statuto che sarà modificato proprio per permettere l’ingresso di Conte nel Movimento. L’ex presidente del Consiglio dovrebbe svolgere il ruolo di segretario ma si sta cercando in ogni caso di non abolire completamente la governance a 5 annunciata per metà marzo.
Probabilmente ci sarà una squadra, i ‘big’ potrebbero supportarlo nella sua nuova veste. E si si andrà anche con un cambio di uno dei principi cardine del Movimento, ovvero il vincolo del doppio mandato. “Con un Movimento nuovo verranno eliminati paletti che sono considerati superati”, spiega una fonte parlamentare M5s (un’altra ipotesi è quella di prevedere un terzo mandato).
I passaggi della nuova leadership di Conte sono ancora tutti da compiere. “E’ un fatto positivo e un dato di grande valore che Giuseppe Conte abbia dato la disponibilita’ a elaborare un progetto rifondativo con il Movimento 5 Stelle”, scrive su facebook il presidente della Camera, Fico.
Ancora malessere tra i pentastellati
Conte ribadirà la necessità di appoggiare il governo anche se ci sono mal di pancia interni a M5s per il cambio di marcia imposto da Draghi riguardo gli uomini che erano vicini al giurista pugliese. C’è malessere tra i gruppi parlamentari pure sul metodo utilizzato da Grillo per incoronare Conte a guida politica M5s. “Ancora si va avanti con i caminetti. Ma non avevamo detto che le idee vengono prima degli uomini?”, il ‘refrain’ di molti deputati e senatori.
Ma la presenza di Conte in M5s potrebbe fungere da collante per evitare nuove fughe(domani gli ‘scissionisti’ presenteranno in conferenza stampa il nuovo progetto di ‘Alternativa’) e magari per concedere – come era emerso nei giorni scorsi – il ‘salvacondotto’ a chi si è astenuto o non è venuto a votare la fiducia a Draghi.
Verso un ‘atto di clemenza’ per gli espulsi
Non si tratta di una ‘amnistia’ ma anche Grillo – oltre a diversi ‘big’ M5s – sono dell’idea che occorra scindere tra chi ha cercato di nuocere all’immagine del Movimento e chi, invece, ha manifestato malessere per l’ok pentastellato a Draghi ma potrebbe, nella memoria difensiva, aprire ad un sostegno futuro.
Altro tema è quello delle alleanze. M5s punta a rinsaldare l’asse con il Pd di Zingaretti e ad entrare anche nel Partito socialista europeo. Una parte dei dem non nasconde freddezza per la discesa in campo di Conte (“Ora non può essere il federatore”, dice per esempio il sindaco di Firenze Nardella), anche perché la presenza del giurista pugliese all’interno del simbolo M5s toglierebbe – secondo anche gli ultimi sondaggi – consensi pure al Pd. “M5s si riorganizza e la Lega bombarda, il Pd non può implodere”, l’invito di Zingaretti. Se nel Pd si discute sul congresso in autunno, nel Movimento 5 stelle c’è chi non esclude che ci sia una sorta di appendice degli Stati generali, non per parlare di organigrammi ma delle prossime battaglie e sarà proprio l’ex presidente del Consiglio a preparare il nuovo manifesto politico.
AGI – Agenzia Italia