Virginia Dibello, Presidente della Fondazione “Il Futuro al Centro”, risponde ad un’intervista inerente all’associazione ormai avviata a Castellana Grotte.
di Giovanni Mongelli
“Il Futuro al centro” è ormai realtà. Come ha vissuto l’avvio di questo nuovo progetto?
È stata per me una grande emozione vedere realizzato un sogno coltivato per anni ed accompagnare i primi 4 ragazzi nel nuovo Gruppo appartamenti per adolescenti: oggi questi ragazzi possono guardare con fiducia al loro domani, accompagnati e sostenuti nel viaggio verso l’età adulta da un’equipe di professionisti qualificati e specializzati sulle problematiche adolescenziali. Questo innovativo progetto, che ho voluto fortemente e per il quale mi sono impegnata sin dall’inizio del mio mandato, completa l’offerta dei servizi messi in campo dalla onlus a tutela dei minori e rappresenta la speranza di costruire una società migliore.
Ci traccerebbe un bilancio di questi anni da Presidente della Fondazione De Bellis?
Direi che è un bilancio più che positivo. Ho dedicato gli ultimi cinque anni e mezzo della mia vita, senza risparmiarmi, alla cura, alla crescita ed implementazione dell’istituzione benefica più antica di Castellana Grotte, che porta il nome del grande benefattore Saverio De Bellis, e spero di averne onorato la memoria con il mio impegno costante ed appassionato, teso a potenziare l’importante presidio sociale da lui voluto per offrire la massima tutela e protezione ai minori più fragili e bisognosi di cure del nostro territorio. Ho messo al servizio della Fondazione, che ho avuto l’onore e l’onere di rappresentare, il mio entusiasmo, le mie competenze professionali e la mia voglia di fare e innovare, nel solco dell’esempio del grande benefattore, al fine di rispondere efficacemente ai bisogni sociali emergenti ed ampliare la missione sociale della istituzione benefica castellanese. Sono molto fiera del fatto che sotto il mio mandato sia stato concepito e realizzato il sogno di creare una casa per gli adolescenti, con l’ambizioso obiettivo di accompagnarli all’autonomia e di sottrarli definitivamente dal circuito dell’assistenzialismo. Peraltro il progetto “Il Futuro al Centro” ha consentito la ristrutturazione ed il recupero conservativo di un immobile storico molto significativo per i castellanesi, risanando una parte degradata del nostro paese.
Che cosa le ha trasmesso questa esperienza?
Sono stati anni intensi e stimolanti, continua fonte di apprendimento e crescita personale e professionale, che porterò sempre nel cuore e per questo ringrazio l’associazione dei discendenti di Saverio De Bellis e i due Consigli di Amministrazione della Fondazione, che hanno riposto in me la loro fiducia. Questa meravigliosa esperienza, che mi ha coinvolta anche emotivamente, ha lasciato un segno indelebile nel mio percorso umano e lavorativo, tanto da spingermi a conseguire un master universitario per perfezionare e certificare le mie competenze in campo manageriale nel settore socio-sanitario e assistenziale. Quando ho accettato l’incarico nel 2015 non avevo idea di quanto questo impegno avrebbe assorbito le mie energie, ma ho ricevuto in cambio molte gratificazioni e soprattutto un grande appagamento interiore, avendo avuto la possibilità di far emergere la parte più autentica di me, quella pronta a mettersi a servizio degli altri.
Come diceva Madre Teresa di Calcutta: “Chi nel cammino della vita ha acceso anche soltanto una fiaccola nell’ora buia di qualcuno, non è vissuto invano.” Ebbene, aver avuto il privilegio di poter aiutare tanti bambini, ragazzi e madri a venir fuori da periodi cupi e difficili, accendendo in loro la speranza di un futuro sereno, mi ripaga di tutti gli sforzi e di tutto l’impegno profuso in questi anni.
Come mai ha deciso di dimettersi?
È stata una decisione molto sofferta, ma ponderata e necessaria in considerazione dei miei impegni personali e professionali, sempre più inconciliabili con la prosecuzione del mio mandato. Faccio presente che ho portato avanti l’incarico a titolo assolutamente e completamente gratuito, come prevede espressamente lo Statuto della Fondazione, mettendo a disposizione anche le mie competenze professionali e svolgendo ogni attività anche legale pro-bono, senza mai richiedere nemmeno rimborsi spese. Mi conforta sapere di essere riuscita in questi anni, con spirito di servizio e abnegazione, non solo ad aiutare i piccoli e grandi ospiti delle comunità residenziali e semiresidenziali a curare le loro ferite e a costruire un futuro migliore, ma anche a migliorare l’organizzazione interna e ad efficientare le strutture educative per rendere ancora più efficace la missione sociale della Onlus. Peraltro i risultati raggiunti dalla Fondazione De Bellis, che ormai gestisce 4 strutture socio-educative ed assistenziali che ospitano 40 minori ed occupano 30 dipendenti, richiedono tante responsabilità ed un impegno totalizzante ed altamente professionale, che non può più essere conciliabile con un ruolo meramente onorario e con un’attività esclusivamente pro bono.
Ci sono progetti per il futuro?
Per il momento sono tornata a svolgere a tempo pieno la mia professione di avvocato, che si occupa da più di 20 anni di diritto di famiglia e dei minori, inevitabilmente sacrificata negli ultimi anni per rispettare gli onerosi impegni e tener fede alle grandi responsabilità connessi alla gestione sempre più complessa della Fondazione. Non escludo, in futuro, di mettere a frutto in altri modi il mio spirito di servizio ed il mio impegno per la comunità, che è nel mio Dna, avendolo ereditato da mio padre, che ho perso troppo presto, ma non tanto da impedirmi di impregnarmi del suo esempio di amore per il bene comune.
Hai definito il progetto per gli adolescenti “Il mio progetto del cuore”, degna espressione tua e della Fondazione De Bellis. C’è un tuo degno successore che possa portare avanti questo tuo progetto del cuore, proseguendo il tuo incarico con lo stesso amore e dedizione?
L’ho definito così perché è un progetto innovativo che ha un’enorme valenza sociale, prefiggendosi l’obiettivo di accompagnare al futuro gli adolescenti più fragili del nostro territorio e, quindi, a rischio dispersione scolastica e devianza. E’ una grande sfida sociale che ho voluto lanciare sin dall’inizio del mio mandato, ideando “Il Futuro al Centro” ed impegnandomi ogni giorno con tenacia e passione per realizzare il sogno di creare una casa per gli adolescenti proprio in un immobile abbandonato e fatiscente (pervenuto tanti anni fa alla Fondazione grazie ad un lascito testamentario); rigenerare e dare nuova vita agli ampi spazi dello storico palazzo di via Sonnino, posto al centro del nostro paese, ha avuto il duplice significato di recuperare il passato per proiettarlo verso il futuro, attribuendo a quegli ambienti carichi di storia una nuova vocazione sociale e contribuendo al contempo al risanamento di una parte degradata del nostro centro storico confidando, magari, di essere di esempio e stimolo. Sin dal 2015 mi sono impegnata per ottenere un finanziamento regionale di €.200.000,00 e per acquisire tutte le risorse necessarie per coprire la quota di cofinanziamento a carico della Fondazione, pari ad €.157.000,00, organizzando innumerevoli iniziative di raccolta fondi ed eventi, che hanno consentito di coprire tutti i costi residui senza l’accensione di un mutuo.
Il futuro della Fondazione è in ottime mani e, sicuramente, la famiglia De Bellis individuerà un altrettanto valido nuovo rappresentante che mi sostituisca in seno al Consiglio di Amministrazione, contribuendo a consolidare la crescita ed i risultati conseguiti in questi anni ed a sognare e realizzare nuovi e stimolanti progetti ambiziosi ed innovativi, come la vita e la storia di Saverio De Bellis ci hanno insegnato.