Il vero eroe di Sanremo 2021 è lui Gaetano Castelli, conosciuto per aver curato per 19 volte (dal 1987 al 2021, con diverse interruzioni) la scenografia del Festival di Sanremo e quella di Sanremo Giovani. Gaetano Castelli ha iniziato a lavorare come scenografo nel 1964.
Il miracolo compiuto è trasformare 10 metri quadri di palcoscenico, che poi è tipico di ogni teatro e neanche dei più grandi, in qualcosa di fantasmagorico, straordinario, futuristico, con quel gioco di specchi, riflessi, colori che non hanno fatto sentire l’assenza di pubblico. Tolte alcune file di sedie, l’orchestra è diventata anche pubblico. Il festival di Sanremo 2021 entrerà nella storia anche per questo, per la conferma che la tecnologia televisiva, la multimedialità trionfa e dà speranza, voglia di continuità e questo per un mondo dello spettacolo che è stufo di stare dietro il palcoscenico da oltre un anno.
Questo è il vero significato di Sanremo 2021, il resto è concorso canoro, con poche novità, tranne lo strano gruppo Extraliscio che proietta nel futuro il vecchio liscio, prendendo un po’ lo spazio che nel festival canoro nazionale ha sempre avuto il gruppo Elio e le Storie Tese – che ora hanno scelto altre forme espressive più teatrali- .
Una novità o se vogliamo una riconferma è Ermal Metal che con il suo pezzo “Un milione di cose da dirti” prende, con lo stesso impeto canoro, lo spazio di Diodato, il campione che vinse alla vigilia del lookdown 2020 e sicuramente avrà successo (Noi tifiamo per lui). Una canzone d’amore che in piena pandemia cerca di volare oltre per comunicare nel silenzio della distanza, affogando nel ricordo di mille giorni passati insieme. (Roberto De Giorgi Corriere PL)