Principale Economia “Ci state spegnendo”. L’agonia dell’industria dei matrimoni in una campagna social

“Ci state spegnendo”. L’agonia dell’industria dei matrimoni in una campagna social

La filiera del wedding in Italia è ferma da oltre un anno a causa del Covid. Mancano ancora le linee guida per programmare la stagione 2021. “Senza risposte, molte aziende chiuderanno”, spiegano gli operatori del comparto che muore un giro d’affari 65,5 miliardi di euro.

“Non c’è più tempo. Ci state spegnendo”: con questo slogan disperato è partita venerdì scorso su Instagram la campagna social nazionale ideata dalla wedding planner sassarese Elisa Mocci assieme alle colleghe Lucia Boriosi e Manuela Speroni, per richiamare l’attenzione sulla filiera dei matrimoni, ferma da un anno a causa della pandemia di Covid-19. Una sorta di ‘ultima chiamata’ per ricevere risposte dal governo e poter programmare la stagione 2021.

“Perché possiamo andare in chiesa o in comune, al ristorante e a breve anche assistere a intrattenimenti e teatro ed eèvietato realizzare matrimoni, che alla fine è la somma organizzata di tali attività’?”, si chiedono i lavoratori del settore. “Noi abbiamo la lista degli ospiti e possiamo aiutare nel tracciamento piuùdi qualunque altro esercizio”. Il visual della campagna è rappresentato da uno sfondo nero e cinque lampadine, di cui solo una è rimasta accesa: “Siamo fermi da un anno”, ricorda Mocci. “Se non ci danno risposte ora, molto aziende si spegneranno”.

La campagna social ha generato migliaia di condivisioni diventando virale con l’hashtag #savetheweddingindustry. Nel profilo di Elisa Mocci, tra le wedding planner più conosciute al mondo, da tre giorni non vengono pubblicate le suggestive foto dei suoi lussuosi matrimoni ma le immagini e i video della campagna di sensibilizzazione così come nei profili delle altre due ideatrici dell’iniziativa e dei colleghi di tutta Italia, dei ristoratori, dei fioristi e di tutti i fornitori del settore matrimonio. Un’invasione digitale per provare a farsi ascoltare ora.

“Il tempo di aspettare è finito. Il nostro è il settore che vive sulla programmazione per eccellenza”, sottolinea Mocci. “Una riapertura comunicata sotto data, in prossimità della stagione, significa condannarci a perdere il secondo anno di attività”. L’intero settore genera un volume di affari stimato in 65,5 miliardi di euro, per un impatto diretto sul Pil di 36,2 miliardi, e impiega 570 mila addetti.

“In altri Paesi i matrimoni sono ripartiti con delle linee guida”, prosegue la wedding planner, “qui riceviamo solo silenzio” L’industria dei matrimoni con l’epidemia causata dal Covid-19 è stata bloccata per tutto il 2020 con perdite pesantissime di fatturato, stimate a oltre l’80%, e conseguente ricaduta sul piano occupazionale. La campagna ideata dalle tre imprenditrici si è conclusa domenica a mezzanotte con un appello: “Ora è il tempo delle risposte”.

AGI – Agenzia Italia

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