Per il ministro della Difesa si tratta di un impegno in piena complementarietà con quello in Libia, nel Corno d’Africa e nel Golfo di Guinea.
“Vedo il nostro impegno militare in Sahel in piena complementarietà con quello in Libia, nel Corno d’Africa e nel Golfo di Guinea. Si tratta di un’unica area di crisi, con una forte recrudescenza jihadista, le cui conseguenze si riverberano nel Mediterraneo e in Europa”.
Così il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, in un’intervista a Repubblica, mentre i primi militari italiani prendono posizione nella prima missione europea in Mali. “Nel Sahel – sostiene – oggi l’Ue può mettere in campo le sue capacità globali e dare un grande contributo alla stabilizzazione e allo sviluppo”.
“Il Mediterraneo è un’area molto più complessa e turbolenta rispetto a pochi anni fa – spiega – la cooperazione internazionale rappresenta da sempre il pilastro dell’azione della Difesa per garantire la pace, ma in questo scenario credo che alla cooperazione vada affiancata una presenza militare visibile ed esplicita per garantire la nostra sicurezza, quella delle linee di comunicazione marittima, quella dei nostri approvvigionamenti energetici: in sintesi, serve a tutela dei nostri interessi nazionali. Lo stiamo facendo con il contributo a missioni europee, atlantiche e Onu. Esserci significa lavorare per la pace ma soprattutto non lasciare spazi liberi a chi vuole minare quella stabilità”.
Per quanto riguarda la Libia “dobbiamo salutare con soddisfazione la nascita del governo di unità nazionale. Non era affatto scontato e l’Italia ha lavorato con intensità perché questa opportunità si potesse realizzare. La Libia è la nostra priorità strategica e come Difesa continueremo a portare avanti la collaborazione tecnico-militare, concentrandoci soprattutto nell’addestramento oltre a garantire il supporto per lo sminamento umanitario. Sono tutti capitoli dell’accordo firmato a dicembre con il mio collega Al-Namroush e che dobbiamo implementare” sottolinea.
Infine, sul ritorno a un clima da guerra fredda tra Stati Uniti e Russia, osserva: “Io credo che alcune minacce ibride e i tentativi di influenzare i processi elettorali da parte di soggetti terzi siano fatti abbastanza documentati: ogni iniziativa malevola deve essere interpretata come una minaccia alle democrazie liberali, su questo non devono esserci timidezze. La Nato è anzitutto una comunità di valori e tra i suoi compiti c’è anche quello di difenderli, declinando questo impegno unendo dialogo e fermezza” conclude.
AGI – Agenzia Italia