Di Daniela Piesco Vice Direttore www.progetto-radici.it
All’Italia servono governi più stabili? Forse sì, se si considera che il nostro è il paese con più crisi di governo dal 1970 a oggi. Un primato mantenuto anche nella seconda repubblica. La riforma costituzionale non è stata perfetta, ma ha cercato di risolvere problemi dovuti all’instabilità del passato.
E’ormai noto che dopo un disperato tentativo di risuscitare il governo uscente grazie al sostegno di un nuovo gruppo nato in Parlamento, il Presidente della Repubblica ha preso atto che non esistevano le condizioni per ricostituire la vecchia maggioranza.
Al Parlamento riunito per conferirgli la “fiducia”, Draghi ha usato queste parole nel suo discorso: “Oggi l’unità non è un’opzione, l’unità è un dovere. Ma è un dovere guidato da ciò che son certo ci unisce tutti: l’amore per l’Italia”.
Eccola, l’Italia di Draghi, alla quale tutti guardiamo con fiducia e speranza.
Ma sarà davvero così?
Per questa sfida difficile ma necessaria è stato chiesto a Mario Draghi, già governatore della Banca d’Italia e della Banca Centrale Europea il compito di formare un governo sostenuto da una ampia coalizione.
Di fronte all’avanzare della pandemia, alle urgenze dalla campagna di vaccinazione e alla gestione dei progetti del “Recovery Fund” (i 209 miliardi di aiuto europeo alla ricostruzione dell’Italia), Mattarella ha rivolto un accorato appello a tutti i partiti per dare vita ad un governo di unità nazionale guidato da una personalità di alto profilo; ciò soprattutto per evitare la paralisi di alcuni mesi che nuove elezioni avrebbe comportato.
Ma facciamo qualche passo di lato .
Il 2018 registra una svolta importante : per la prima volta viene spezzato il sostanziale bipolarismo degli ultimi venti anni tra centro-destra e centro-sinistra.Nelle ultime elezioni ,infatti, un terzo degli italiani votò a favore del “Movimento 5 Stelle”, un partito che non si è mai voluto riconoscere in nessuna delle due coalizioni che tradizionalmente si alternavano al governo, ponendosi anzi in alternativa a entrambi.
Dall’oggettiva impossibilità di dare vita ad un esecutivo sostenuto da una coalizione omogenea, dopo tre mesi dal voto nacque un governo grazie all’accordo tra i “5 Stelle” e la principale forza politica del centro-destra, la “Lega”.
A guidarlo fu chiamata una personalità esterna ai partiti, Giuseppe Conte autodefinitosi poi l’avvocato del popolo.L’esperienza “giallo-verde” non ebbe vita lunga poiché nell’agosto del 2019 il capo della Lega Matteo Salvini decise di fare mancare il proprio sostegno all’esecutivo.Quando tutti immaginavano un ritorno alle elezioni, l’ex Primo Ministro Matteo Renzi, spiazzando tutti, propose di dare vita ad una maggioranza inedita tra il Partito Democratico e il Movimento 5 Stelle, due partiti che nella scorsa legislatura erano schierati su fronti opposti.
A guidare il nuovo esecutivo giallo-rosso rimase sempre il Presidente Conte, che passerà forse alla storia per essere stato l’unico a governare con due maggioranze di colore diverso nel giro di soli tre anni.Ma anche questa esperienza si interruppe prematuramente :sempre Renzi si adoperó prima ad uscire dal PD dando vita ad una nuova formazione politica, “Italia Viva”, e poi ad uscire anche dal governo, facendo precipitare l’Italia in un’ennesima crisi di governo.
Ed è così che le alchimie della politica italiana non sono facilmente decifrabili ne per gli italiani residenti in patria ,né per chi vive all’estero, spesso in Paesi retti da repubbliche presidenziali.
In Italia, infatti, i governi nascono e muoiono in Parlamento e non nella cabina elettorale; è per questo che in 75 anni di Repubblica abbiamo già avuto 67 governi, una media non lontana da quella di uno all’anno.
Si dovrebbe cambiare rotta perché l’Italia merita di avere un governo stabile che possa durare l’intera legislatura per essere valutato poi alla fine del percorso. L’eterna instabilità non premierà né i vinti e né i vincitori politici ma certamente colpirà il quadro sociale che negli anni si è fortemente indebolito, così come è stata demolita la capacità di impresa ed il diritto al lavoro.
Daniela Piesco Vice Direttore www.progetto-radici.it