Dopo l’anteprima con il sito di Rumore, è disponibile ovunque il video per Essaiere, l’ultimo singolo dei Mombao pubblicato il 16 marzo 2021. Un nuovo capitolo per l’atipico duo di Milano formato da Damon Arabsolgar (Pashmak) e Anselmo Luisi (Le Luci Della Centrale Elettrica, ha collaborato anche con Selton, Giovanni Falzone, Virtuosi del Carso) già ben affermato nella scena underground che ci porta al centro di un mondo dove convivono rock, elettronica e melodie tradizionali come in un rituale mistico capace di risvegliare sentimenti primordiali e sconosciuti, donandoci una personalissima versione di un canto popolare Yoruba Nigeriano, che difficilmente avremo mai potuto ascoltare altrimenti.
Essaiere è un canto che è stato insegnato ad Anselmo durante un laboratorio di body percussion: quello che ci affascina di questo canto popolare è che può essere compreso da chiunque, anche se non si capisce il significato del testo. Per questo motivo l’abbiamo preso “in prestito”, per filtrarlo attraverso la nostra interpretazione e il nostro gusto e per riproporre questo canto in un contesto completamente diverso. Oltre ai synth e alla batteria, nella parte centrale ci sono i qraqreb suonati da Damon: sono delle grosse nacchere di ferro e sono un strumento tradizionale marocchino usato nella Gnawa, un tipo di musica originariamente eseguita nei rituali sufi con scopi spirituali e curativi. Quando siamo stati in tour in Marocco abbiamo avuto la fortuna e l’onore di suonare assieme al Mahlehm Abdellah El Gourd ed alla comunità Gnawa di Tangeri; è stata un’esperienza che ci ha segnato profondamente, quindi usare in questa canzone i qraqreb (che sono stati proprio presi da loro a Tangeri) ci è sembrato un modo per omaggiare anche la loro musica e la loro comunità.
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Buio, un cerchio di persone, due epicentri sonori. Damon taglia il silenzio con una voce affilata, Anselmo la raddoppia e inizia a pestare la batteria, alla quale si aggiunge una linea di synth ipnotica. Intorno, nessuno riesce a rimanere immobile. Dopo averli sentiti succede qualcosa dentro ogni ascoltatore; inconsciamente si capisce che quella a cui si è assistito era una vera esperienza musicale, lontanissima dai concerti a cui siamo abituati, in cui osserviamo a distanza i musicisti.
I suoni non rispettano alcun confine, questo i Mombao lo sanno benissimo e lo fanno sentire nei loro live che sono rito e contaminazione tra musica e cerimonia. Il “Mediterraneo blues” trattato da Ian Chambers è una mezcla di generi musicali e la colonna sonora nelle metropoli del sud del mondo, da Marracash o Trieste passando per Napoli e Marsiglia; luoghi in cui non esiste distinzione tra musiche autentiche e musiche importate.
La spedizione navale dei Mombao, che immagino su una zattera che viaggia a vela ed energia solare, ha toccato svariati porti; a questi due incredibili musicisti non serve visitare la città, gli basta frequentare le zone limitrofe al porto, ascoltare una canzone, farla propria e poi ripartire, prima che un legame che possa trattenerli. Bisogna abbandonare ogni tentativo di distinguere ciò che è culturalmente “nostro” dal “loro” e capire che i suoni vengono tradotti e trasformati, registrando nuove vie dei canti e nuove storie.
I Mombao sono questo tipo di esploratori e non possiamo che augurargli un buon viaggio e buona fortuna, che trovino tanti tesori per noi e che ce li restituiscano a loro modo. Noi staremo sempre a sentirli, al buio, in cerchio, a ballare attorno a due epicentri sonori che diventano una cosa sola.
(Paolo Cerruto)