“Si deve ripartire dallo spirito di Malta del 2019”, dice il ministro dell’Interno che ha preso contatto con il suo omologo libico, Khaled Mazen, e conta quanto prima di incontrarlo.
Registriamo un aumento dei flussi migratori provenienti soprattutto dalla Libia. Ho già preso contatto con il mio omologo libico, Khaled Mazen, e conto quanto prima di incontrarlo. I dati evidenziano l’assoluta urgenza di un intervento concreto dell’Unione europea che preceda gli esiti del complesso negoziato sul patto sull’immigrazione e l’asilo”.
In una intervista La Repubblica, il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese sottolinea la necessità di “ripartire dallo spirito di Malta che, da settembre del 2019, ha consentito di trasferire in Europa 987 richiedenti asilo, l’89 % degli sbarcati in Italia. L’Italia continua a chiedere in tutte le sedi europee un meccanismo operativo di solidarietà, sostenuto dai Paesi che condividono con noi i principi del rispetto dei diritti umani, in grado di partire dai prossimi mesi”. “Il risultato più importante – ricorda il ministro – lo abbiamo ottenuto sabato ad Atene con il documento che i Paesi del Med5 – Cipro, Grecia, Italia, Malta e Spagna – hanno inviato alla Commissione europea e in cui vengono cristallizzati due punti fondamentali: il principio di solidarietà e di equa ripartizione delle responsabilità e la necessità di istituire un meccanismo europeo gestito a livello centrale per facilitare i rimpatri su richiesta degli Stati interessati».
E gli sbarchi autonomi? “E’ un fenomeno che c’è sempre stato ma è cresciuto nell’ultimo annoanche per la crisi economica che ha colpito Paesi come la Tunisia. Con il gruppo Med5 abbiamo chiesto alla Commissione di potenziare gli accordi di partenariato con i Paesi di origine e di transito dei flussi: in questo modo saremo in grado anche di prevenire la tratta di migranti, la perdita di vite umane e di promuovere rimpatri effettivi. Nei primi mesi del 2021 abbiamo fatto 776 rimpatri, 367 in Tunisia”.
AGI – Agenzia Italia