Di Erasmo Venosi
Il Comitato per la Valutazione del Rischio di Farmaco Sorveglianza (PRAC) dell’Agenzia Europea per i Medicinali (EMA), ieri ha ascoltato esperti ad hoc per fornire un contributo supplementare alla valutazione sui casi rari di coaguli di sangue, apparentemente legati al vaccino AstraZenica.
Collegamento già escluso in una valutazione preliminare da parte del PRAC. Esperti esterni in ematologia (trombosi ed emostasi), medicina cardiovascolare, malattie infettive, virologia, neurologia, immunologia ed epidemiologia si sono incontrati per fornire le loro opinioni al PRAC su aspetti come qualsiasi meccanismo d’azione plausibile, possibili fattori di rischio sottostanti e tutti i dati aggiuntivi necessari per ottenere una comprensione più profonda degli eventi osservati e del potenziale rischio. Questo gruppo di esperti comprenderà anche due rappresentanti del pubblico. I risultati della riunione di esperti, unitamente all’ulteriore analisi dei casi segnalati, confluiranno nella valutazione in corso del PRAC. La raccomandazione aggiornata del PRAC in materia è attesa nella riunione plenaria di aprile (6-9 aprile).
Intanto una ricerca “A Prothrombotic Thrombocytopenic Disorder Resembling Heparin –Induced Thrombocytopenia Following Coronavirus-19 Vaccination”, fatta dal gruppo dello specialista della coagulazione il Prof. Andreas Greinacher dell’Università di Greifswald afferma che la combinazione molto insolita di sintomi quali coaguli di sangue diffuso e un basso numero di piastrine, a volte con sanguinamento assomiglia a un raro effetto collaterale dell’eparina chiamato trombocitopenia indotta dall’eparina (HIT). Una reazione immunitaria che attiva gli anticorpi innescando la trombosi.
IN ARRIVO LA TERAPIA
La nota positiva è che identificato il meccanismo, si ha la possibilità di individuare i potenziali soggetti che possono attivare questa situazione e attuare una terapia. IL meccanismo identificato dal Prof. Greinacher pubblicato in pre print registra l’assenso di molti ricercatori interpellati da Science convinti che il vaccino stava causando il raro insieme di sintomi. L’Europa ha acquistato 400 milioni di dosi da AstraZenica. La ipotesi del meccanismo identificato dal Prof. Greinacher è stato condiviso da due società farmaceutiche tedesche. Nei Paesi Bassi, la Società olandese di medicina interna ha esortato gli internisti a essere consapevoli dei sintomi e della linea d’azione raccomandata. Il Regno Unito ha ufficialmente segnalato solo cinque casi su 11 milioni di dosi del vaccino AstraZeneca, ma la British Society for Haematology ha richiamato i suoi membri a essere consapevoli di “un’area importante ed emergente di emostasi e pratica della trombosi” e a segnalare eventuali casi. L’Australian Technical Advisory Group on Immunisation ha raccomandato di non dare alcun vaccino COVID-19 a persone con una storia di HIV.
I risultati della ricerca sono stati resi pubblici in una conferenza stampa di 10 giorni fa raccomandando un modo per testare il disturbo, trattare questi effetti chiamati “sindrome trombocitopenia immunitaria protrombotica indotta dal vaccino” (VIPIT). Questa procedura consente di alleviare le preoccupazioni sul vaccino. Questa sindrome combina in maniera sorprendente un basso numero di piastrine, o trombocitopenia e coaguli. Sorprendente perché le piastrine concorrono a formare coaguli di sangue e quindi bassi livelli portano al sanguinamento, non alla coagulazione. Semplificando e banalizzando alcune persone producono anticorpi contro una proteina prodotta dalle piastrine (fattore piastrinico 4. In sigla PF4) dando inizio a una reazione di coagulazione che può rivelarsi fuori controllo. Questa condizione può verificarsi in pazienti trattati con il farmaco eparina. Il Paul Enrich Institute (PEI) è l’ente che supervisiona la sicurezza dei vaccini e che determinò la decisione del governo tedesco di sospendere il vaccino AstraZenica. Il Prof Greinacher ha verificato in campioni di otto pazienti la presenza di un basso numero di piastrine e “coagulazione insolita”. Alcuni presentavano anche anticorpi contro la proteina prodotta dagli anticorpi (PF4) e attualmente ne stanno verificando la eventuale presenza in soggetti che sono stati vaccinati con AstraZenica.
Il meccanismo identificato dal Prof Greinacher è oggetto di altri riscontri al fine di fare riferimento a un maggiore numero di dati. Il messaggio della ricerca è che se la sindrome VIPIT è riconosciuta in tempo può essere trattata con anticorpi non specifici dei donatori di sangue. Verifica fatta su un paziente. La Società tedesca per lo studio della trombosi e dell’emostasi, ha emesso una serie di raccomandazioni per la diagnosi e il trattamento del VIPIT (GTH_Stellungnahme_AstraZeneca_engl._3_22_2021.pdf (gth-online.or). Alcuni scienziati hanno affermato che il vaccino è per lo più sicuro. I benefici probabilmente superino il rischio per una popolazione in generale ma i casi di VIPIT sollevano preoccupazione perché questo vaccino è potenzialmente pericoloso per la vita in un piccolo sottoinsieme di pazienti.
I MAGGIORI ESPOSTI
Quanto è grande questo sottoinsieme e da chi è composto? La maggior parte dei casi è stata osservata nelle donne di sotto i 65 anni. Molti paesi inizialmente usavano AstraZeneca solo nelle persone sotto i 65 anni perché i primi studi clinici includevano pochi destinatari più anziani. Ciò significava che il vaccino è stato utilizzato in gruppi prioritari come gli operatori sanitari e gli insegnanti, la maggior parte dei quali sono donne. In Norvegia, ad esempio, il 78% delle dosi di AstraZeneca è andato alle donne. Il Regno Unito, ha utilizzato il vaccino prima negli anziani, il che potrebbe spiegare perché lì sono stati avvistati meno eventi di coagulazione insoliti. Molti paesi, per ora, accettano il rischio che l’AstraZeneca può comportare, ma molti ne hanno limitato l’uso a persone che sono più a rischio di morire di COVID-19: persone di età pari o superiore a 55 anni in Francia, 65 anni o più in Svezia e Finlandia e 70 o più in Islanda. Danimarca e Norvegia sono in attesa di ulteriori dati. La Norvegia, che ha somministrato il vaccino AstraZeneca a 130.000 persone sotto i 65 anni, ha riportato cinque pazienti con piastrine basse, emorragia e trombosi diffuse, tre delle quali sono morte. Si tratta di un caso su 25.000 vaccini. In Germania invece 13 casi su 1,6 milioni di vaccinazioni quindi 8 su un milione di dosi di vaccino. La trombosi si è verificata tra 4 e 16 giorni dopo la vaccinazione in 12 donne e un uomo di età compresa tra 20 e 63anni. Una maggiore chiarezza dovrebbe esserci dopo la riunione di ieri del gruppo di esperti dell’EMA, che comprende esperti di coagulazione, neurologi, virologi, immunologi ed epidemiologi.
Erasmo Venosi già prof associato Uni Sapienza