Principale Politica Il Recovery è “irrealistico”, parola della Ue

Il Recovery è “irrealistico”, parola della Ue

Non saprei come dire: il danno e la beffa è banale, l’inganno della politica andrebbe bene se ci fosse una politica, ma la sostanza si esprime meglio e icasticamente come presa per il culo.

Hanno abbindolato milioni di italiani con la cascata di miliardi del Recovery, unico miraggio contro il fallimento senza dire loro che le cifre fatte sulla carta erano nella realtà modeste e del tutto insufficienti a riparare i danni dei confinamenti e segregazioni, che l’Europa ancora una volta si è rivelata più che matrigna e forse superflua perché le cifre che sono state ventilate e distribuite in sei anni possono essere raccolte sul mercato dei titoli di stato a tassi migliori se non addirittura negativi e senza condizionalità.

Ma lasciamo perdere gli illusi che ormai fanno della credulità una virtù civica, adesso anche quel poco di soldi e quel molto di massacri sociali che ci vengono richiesti è in pericolo  non solo per effetto della Corte costituzionale tedesca che ha stoppato per ora il Recovery ora  anche il Centro studi e ricerche del Parlamento europeo ha messo una forte ipoteca su questi soldi.

Anzi su questi pochi soldi, su questa miseria che ci porterà all’inferno di una nuova e drammatica austerità: il Centro infatti riconosce, ed è la prima volta in maniera ufficiale da parte di autorità europee “che il recovery fund ha obiettivi molto alti, che sono al limite dell’incompatibile e dell’irrealistico”.

Questi bei tomi che hanno l’ipocrisia come fedele ancelle fanno finta che questo irrealismo derivi dal fatto che alcuni Stati membri, “in particolare Spagna e Italia, sono notevolmente in ritardo negli impegni e nei pagamenti del bilancio pluriennale comune 2014-2020″. Fanno insomma fatica a spendere i soldi che l’Europa già mette a disposizione in periodi normali: “Non è quindi stravagante chiedersi quanto sia ragionevole aspettarsi una rapida accelerazione del numero di buoni progetti con una visione trasformativa a lungo termine rispetto a quelli del nuovo bilancio pluriennale”. Così si vorrebbe insinuare che il Recovery potrebbe essere affondato proprio da chi ne ha più bisogno per l’incapacità di mettere in piedi piani credibili.

Mi chiedo per quanto tempo saremo costretti ad ascoltare queste idiozie alla Merkel e fino a quando avremo della gente al governo che tace e acconsente senza mai avere nemmeno un attimo di dignità. Perché intanto va detto che l’Italia è un contributore netto di Bruxelles e che riceve meno di quanto non dia, al di là di quanto poi spenda o non spenda dei fondi europei, ma questo Centro di studi e ricerche non ha nemmeno il buon senso di dire che il Recovery Fund è del tutto irrealistico perché le cifre che mette a disposizione sono in parte una partita di giro in parte prestiti da ripagare con nuove tasse a carico dei cittadini degli stati a cui viene gentilmente concesso.

Insomma sono vere e proprie briciole al confronto con i danni subiti e non in grado di innescare alcuna crescita. E’ abbastanza chiaro che queste considerazioni del Centro studi del Parlamento di Strasburgo ha l’unico scopo di costringere Italia e Spagna a non resistere nemmeno in maniera flebile ai massacri sociali che verranno chiesti in cambio di questa elemosina che è un’ulteriore tappa nella distruzione del Paese.

Mi chiedo quando il milieu politico e la parte ancora sotto sindrome di Stoccolma della popolazione italiana prenderanno atto del fallimento totale della leadership tedesca sul continente che ne sta causando la assoluta marginalizzazione economica. Fallimento ancora più condannabile perché avvenuto dentro un progetto egemonico che prevede l’assorbimento di asset e risparmi dell’Europa del Sud. Ma sono sicuro che un uomo come Draghi saprà certamente calare le braghe.

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