Riceviamo e pubblichiamo
Il ministro Cingolani dichiara che “A Taranto serve un compromesso tra ambiente e sostenibilità sociale.” Siamo indignati! Le parole del ministro Cingolani riportano alla mente di noi tutti le tristi affermazioni del ministro Clini e di altri che hanno avallato scelte pessime ai danni di chi abita a Taranto e degli operai. Il ministro Cingolani propone di continuare in un compromesso al ribasso sulla pelle dei tarantini nonostante i dati tragici dello Studio SENTIERI dell’Istituto Superiore di Sanità che indicano eccessi di morbilità e mortalità tra gli abitanti di Taranto e nonostante sia stato provato il rapporto tra la fabbrica e la diossina presente nella catena alimentare dalla perizia chimica dell’incidente probatorio 2012.Informiamo il ministro che i lavoratori Ilva sono già “per strada” perché sono in CIG e quelli che lavorano stanno rischiando la vita a causa di impianti vetusti che a detta dei sindacati, non sono manutenuti adeguatamente.
Qui non si tratta di cambiare l’Ilva dall’oggi al domani ma di prendere atto del fallimento delle strategie adottate dal 2012 da governi di vari colori e adottare soluzioni innovative sul modello di quanto fatto in altri Paesi europei ben più lungimiranti del nostro. A Bilbao, nella Ruhr e a Pittsburgh hanno affrontato crisi industriali gravi come quella dell’Ilva chiudendo fabbriche, bonificando terreni e fiumi, ricollocando gli operai e costruendo quartieri vivibili. Lo abbiamo proposto a partire dal 2012 in occasione della candidatura a sindaco di Angelo Bonelli mettendo insieme proposte articolate frutto della tradizione dei Verdi e dell’associazionismo tarantino. Ci chiediamo perché un governo guidato dal presidente Draghi dovrebbe immettere liquidità per 400 milioni di euro in un’impresa che produce debito per un importo che oscilla tra i 30 e i 60 milioni di euro al mese. E’ evidente che si tratterebbe di una soluzione per prendere tempo ma come dice sempre Greta Thunberg, “Non abbiamo più tempo!”.
La provincia jonica ha bisogno di darsi una prospettiva nuova che tuteli le sue specificità. Lo Stato e i responsabili del disastro risarciscano i danneggiati e diano coraggio ai giovani e ai disoccupati dimostrando che è possibile vivere qui. Si avvii subito il percorso per ridare un futuro agli operai attraverso il Ministero del Lavoro e la Regione Puglia. Chiediamo al governo Draghi e alla Regione Puglia di creare una cabina di regia per costruire con reali processi partecipativi la riconversione ecologica dell’economia jonica; è necessario coinvolgere i sindaci dell’intera provincia di Taranto, gli imprenditori, specie quelli dei settori danneggiati e le associazioni più attive sul tema.
Il Ministro Cingolani dovrebbe sapere che la responsabilità dell’attuale crisi è dello Stato che ha gestito malamente la siderurgia permettendo ai padroni delle ferriere di fare a Taranto quello che a Genova non potevano fare concedendo, per di più, l’immunità penale.
Auspichiamo che il Ministro Cingolani “si svegli la mattina” con il pensiero di contribuire a cambiare l’economia abbandonando visioni ormai passate e concentrandosi sulla tutela della salute dei cittadini e dei lavoratori ma soprattutto che si svegli dal torpore che improvvisamente colpisce tutti coloro che arrivano a trattare la grave situazione di Taranto.
Fulvia Gravame
Co-portavoce Verdi Puglia
Eliana Baldo e Mino Briganti
Co-portavoci Verdi Taranto
Anna Mariggiò
Commissaria Verdi Manduria