Il premier deciso a centrare l’obiettivo delle 500mila dosi al giorno entro fine aprile.
E’ un nuovo stop and go, che rischia però di far deragliare il piano vaccinale. La decisione dell’Europa, dunque del governo italiano, di raccomandare le dosi del vaccino AstraZeneca agli over 60, ‘scudando’ i più giovani con Pfizer, Moderna e J&J, rischia di alimentare lo scetticismo verso il vaccino di Oxford. Con circa due milioni di dosi AstraZeneca che ancora giacciono nei frigo e oltre un milione e duecentomila persone, tra docenti e forze dell’ordine, che attendono la seconda dose a maggio e che ora non sanno come andrà a finire.
A chiedere chiarezza per loro, durante l’incontro con le Regioni, il governatore veneto Luca Zaia, che vuole “indicazioni certe”, “no a confusione o fai da te”, intima. Il ministro della Salute Roberto Speranza rassicura, una circolare con delle indicazioni chiare verrà scritta a breve. Le Regioni, è il messaggio del governo, non procederanno in ordine sparso. Il cambio di rotta segna, comunque, un’innegabile inversione a U, visto che a inizio campagna AstraZeneca veniva riservato proprio ai meno anziani. Anche la Gran Bretagna è stata costretta a tornare sui suoi passi, seppur parzialmente. Dopo aver difeso a spada tratta il vaccino di Oxford ora eviterà di darlo agli under 30. Dagli States, invece, il virologo della Casa Bianca Anthony Fauci mette in chiaro che gli Usa non hanno bisogno del vaccino anglo-svedese perché dispongono di tre sieri eccellenti che basteranno per tutti.
A Palazzo Chigi non si scompongono. Il premier Mario Draghi, assicurano i beninformati, è deciso a centrare l’obiettivo delle 500mila dosi al giorno entro fine aprile. Il piano vaccinale andrà rimodulato, ma lo sarà in modo da non subire rallentamenti, è il messaggio di fiducia che rimbalza. Il commissario Francesco Paolo Figliuolo mette in chiaro: la raccomandazione su AstraZeneca non avrà impatto sul piano vaccinale. Da domani le dosi del vaccino anglo-svedese andranno alla fascia tra i 60 e i 79 anni. Insomma, nella war room del piano vaccinale si tira dritto. La nuova raccomandazione per AstraZeneca “non dovrebbe incidere più di tanto: di fatto è un incentivo a vaccinare di più gli over 60“, fanno notare all’Adnkronos fonti di governo. Ma le Regioni chiedono a gran voce “più dosi e certezze sulle forniture”, e il piano vaccinale torna ad infiammare il dialogo tra i governatori e Palazzo Chigi.
Si tratta di un tema, per giunta, legato a doppio nodo con un altro dossier sensibile, quello delle riaperture, oggi al centro di un nuovo confronto con le Regioni a cui parteciperà anche il presidente del Consiglio. All’ordine del giorno, in realtà, c’è il Recovery plan, ma i governatori hanno già fatto sapere che chiederanno chiarimenti e certezze sulle date per tornare a tirare su le saracinesche. E la condizione sine qua non per farlo – ribadiscono da Palazzo Chigi – è innanzitutto che la campagna vaccinale sia a buon punto, soprattutto per anziani e fragili, le categorie più a rischio. Il report delle vaccinazioni, al momento, segna un totale di quasi 11,7 milioni di somministrazioni, per un totale di 3,6 milioni di cittadini che hanno ricevuto le due dosi. Di queste quasi 4 milioni sono targate AstraZeneca. (AdnKronos)