Una babele dalla quale esce anche qualche buona notizia. Risoluzioni difformi tra Organismi di regolamentazione sanitaria europee del Regno Unito e degli Stati Uniti per quanto riguarda il vaccino AstraZeneca.
L’equivalente francese della nostra Agenzia Italia del Farmaco, l’Hautè Auoritè De Santè (HAS) ha comunicato che i soggetti che hanno meno di 55 anni ai quali è stata somministrata la prima dose di vaccino VAXZEVIRIA (AstraZenica) dovrebbero assumere la seconda dose con un vaccino diverso.
L’HAS suggerisce di utilizzare uno schema di vaccinazione denominato “eterologico premium – boost” cioè la seconda dose somministrata con un vaccino diverso. Strategia questa già utilizzata nello sviluppo di alcuni vaccini compreso quello dell’HIV e che si è dimostrata più efficace della doppia dose con un unico vaccino (omologo premium-boost). Impostante secondo HAS che tutti i vaccini attualmente utilizzati nella vaccinazione contro Sars Cov 2 assumono come “ bersaglio” lo stesso antigene ( la proteina S con il quale il coronavirus entra nei recettori cellulari ACE 2). Stessa strategia suggerita al Governo tedesco sia dalla Commissione di esperti che fa riferimento al Robert Koch Institut che dalla Commissione permanente su Vaccini la STIKO.
Poiché una singola dose di AstraZenica non è sufficiente a garantire una protezione efficace a lungo termine, si raccomanda che il regime vaccinale per questi soggetti con meno di 55 anni sia integrato con un vaccino mNR entro 12 settimane dalla prima iniezione. In Germania sono 2,85 milioni i soggetti che hanno ricevuto la prima dose con AstraZenica.
Dove nasce la Babele? Sull’età raccomandata per la seconda dose a chi è stato vaccinato con AstraZenica alla prima dose: Francia meno di 55 anni, Germania meno di 60 anni e Regno Unito scelta oltre i 29 anni.
Zapatero chiede al governo spagnolo e all’UE di utilizzare il vaccino Sputnik V per completare la vaccinazione preso atto che una gran massa di cittadini rifiuta il vaccino AstraZenica. Le dichiarazioni di Dominique Le Guludec, che dirige la principale agenzia sanitaria del paese, rendono a mio avviso ancora più problematica la vicenda. Ha detto in conferenza stampa che la reazione immunitaria a una seconda dose è stata a volte più forte della prima, il che potrebbe esporre i giovani a maggiori rischi di coagulazione del sangue se hanno ottenuto una seconda somministrazione di AstraZeneca. IL comitato vaccino dell’Autorità Sanitaria francese è diretto dalla professoressa Elisabeth Bouvey la quale sempre in conferenza stampa ha dichiarato che i dati clinici sulla “ miscelazione e abbinamento” dei vaccini sono ancora scarsi. Ma ha sottolineato che i dati disponibili indicano che la strategia è sicura. La relativamente buona notizia è che le aziende Pfizer e BioNTech stanno chiedendo l’autorizzazione alle autorità sanitarie di tutto il mondo per l’uso del vaccino negli adolescenti di età superiore ai 16 anni . Come noto le persone vaccinate hanno più di 18 anni. L’immunità di gregge dipenderà molto anche dalla vaccinazione di adolescenti e bambini. Più di 2.000 giovani adolescenti hanno partecipato alla terza fase dello studio sui vaccini. Tra coloro che l’hanno ricevuto, nessuno ha sviluppato infezioni sintomatiche da coronavirus o ha mostrato gravi effetti collaterali, hanno detto le aziende il mese scorso. I 12-15enni vaccinati hanno anche prodotto livelli più elevati di anticorpi, in media, rispetto agli adolescenti più anziani e ai giovani adulti. Moderna dovrebbe pubblicare a breve lo studio iniziato a dicembre sul gruppo di bambini sotto i 12 anni. Pfizer è invece in fase di sperimentazione sul vaccino ai bambini e comunicherà i risultati a giugno. Questo il link del comunicato dell’Autorità sanitaria di regolamentazione francese.
Erasmo Venosi, astrofisico, già professore associato UniSapienza