Il premier al lavoro sulle nuove risorse da stanziare a sostegno delle categorie colpite dalla pandemia. Ma la priorità resta il piano vaccinale, con l’obiettivo di 500mila dosi al giorno così da poter programmare le prime riaperture.
Lo scontro con la Turchia, per le frasi pronunciate in conferenza stampa sul “dittatore” Erdogan, resta sullo sfondo. Nessuna retromarcia comunque del premier Mario Draghi che è al lavoro su altri dossier. Dal decreto sostegni bis, che diventerà ‘dl imprese’ (ne hanno parlato Salvini e Letta con quest’ultimo che poi è andato a palazzo Chigi per incontrare l’ex numero uno della Bce) al Recovery plan, con l’incontro con il Commissario Ue all’Economia Paolo Gentiloni, per un focus sulla situazione economica ma anche sulla necessita’ di accelerare le procedure.
Draghi lavora al decreto imprese e al Recovery da presentare all’Ue
Ma la priorità è legata alla campagna di vaccinazione. L’obiettivo restano le 500 mila dosi al giorno, anche se molti governatori mantengono le perplessità sul raggiungimento di un simile risultato. Draghi punta al coinvolgimento, con i presidenti di Regione che considerano positivo il cambio di passo imposto dal presidente del Consiglio di considerare il parametro della vaccinazione tra quelli che saranno presi in considerazione al fine di riaprire il Paese.
Ma la richiesta è che i vaccini arrivino a tutti e nelle stesse quantità. Con i dati attuali regioni come il Lazio, il Molise ma anche il Veneto potranno presto uscire anche dalla zona arancione. In rosso Sardegna, Campania, Puglia e Valle d’Aosta ma dalla prossima settimana ci saranno minori restrizioni per Piemonte, Toscana, Emilia-Romagna, Lombardia e Friuli.
Si prevede un miglioramento dei dati
Il bollettino di oggi è di 18.938 nuovi casi e 718 morti (cifra lievitata a causa del ricalcolo fatto dalla regione Sicilia e che ha destato non poca irritazione, riferisce una fonte, all’interno dell’esecutivo). Sale il tasso di positività (al 5,2%) ma la convinzione è che dalla prossima settimana i dati cominceranno a migliorare. E si potrà cominciare a pianificare sulle riaperture con il pressing di tutto il centrodestra (oggi anche FI spinge) e delle Regioni, con il nuovo presidente della Conferenza Fedriga cha ha assicurato continuità con la gestione Bonaccini ma che rappresenta la linea della Lega che è più ‘aperturista’.
Si attende l’ordinanza del commissario all’Emergenza Figliuolo che darà priorità alle categorie fragili e agli ultraottantenni, si stigmatizza (lo ha fatto lo stesso premier) il comportamento di chi ha saltato la fila e l’atteggiamento di alcuni governatori, ma nell’esecutivo la consapevolezza è che occorrerà fare di tutto per procedere spediti nel somministrare le dosi.
La priorità resta il piano vaccinale
“Le vaccinazioni sono il passaporto per le riaperture”, il ‘refrain’. Oltre 12 milioni le dosi somministrate, “non c’è alcun problema nel fare la seconda dose di AstraZeneca”, il messaggio che si ribadisce ai cittadini. Allo stesso tempo il governo sta lavorando al Def e al nuovo scostamento di bilancio che supererà i 35 miliardi e potrebbe avvicinarsi ai 40.
Saranno ben più di 11 i miliardi previsti per i ristori ma l’obiettivo è di andare incontro alle esigenze delle imprese sul fronte della liquidità, prevedendo tra l’altro una moratoria sui prestiti per tutto il 2021 e ascoltando le richieste che arrivano dalle partite Iva.
Incontro tra Letta e Salvini, impegno comune sull’economia
Non solo sussidi quindi ma soprattutto misure per far ripartire l’economia. Su questo obiettivo si sono ritrovati Letta e Salvini nella convinzione che in questa fase occorre essere nella stessa squadra e tifare per Draghi, abbassando i toni (la Lega ha evitato il sit in davanti l’ambasciata turca). “Poi la politica arriverà dopo”, ha tagliato corto il segretario del partito di via Bellerio.
Letta è poi andato a palazzo Chigi per illustrare il piano di ripartenza e parlare anche di Recovery con il presidente del Consiglio che ha visto anche Gentiloni (il governo rispetterà la data di consegna del 30 aprile per il Pnrr). Il segretario del Pd ha incontrato anche il capo politico Crimi con il quale ha parlato pure di amministrative, con la possibilità di una convergenza su tutti i territori (tranne che a Roma).
L’asse Pd-M5s è destinato a consolidarsi con la discesa in campo di Conte che sabato incontrerà i deputati M5s, tra i quali c’è perplessità per la richiesta pervenuta sulla necessità di finanziare il nuovo corso di M5s “senza prima aver visto il progetto”. In realtà sotto traccia, oltre alla ‘querelle’ su Rousseau, c’è soprattutto il tema del doppio mandato. L’ex premier punta ad una soluzione di compromesso ma difficile che l’exit strategy arriverà nei prossimi giorni.
AGI