50 milioni di dosi AstraZeneca da contratto di acquisto sono costati 89 milioni di euro. 25 milioni sono le persone potenzialmente da vaccinare con due dosi, cioè il 59% per raggiungere il livello minimo, per parlare di immunità di gregge.
Altrettante dosi del vaccino più costoso, Moderna, avrebbe comportato una spesa di 900 milioni di euro. Pfizer 600 milioni. J&J 425 milioni.
Solo per sanzioni per mancati recepimenti di direttive della UE tra il 2012 e il 2019, per colpe burocratiche e politiche il contribuente italiano ha pagato 655 milioni euro. Sei chilometri e 200 metri di linea alta velocità concessa senza alcun appalto, ma direttamente, costano 805 milioni di euro!
Disponibili a sborsare i km di alta velocità a Vicenza, assegnati senza gara e aggirando strumentalmente la conclusioni dell’avv . Generale della Corte di Giustizia della Unione Europea, che finanziare l’acquisto del vaccino Pfizer o Moderna in sostituzione di AstraZenica, ora che da ricerche e pronunciamento EMA è messo in relazione a casi rari di coagulazione che per alcuni vuol dire morire.
Non frega nulla il tasso di rischio bassissimo a chi è colpito dall’evento grave di coagulazione. Il soggetto che muore o che riporta effetti transitori o permanenti del termine “evento raro” interessa poco. EMA ha riconosciuto il 7 aprile “una probabile associazione causale” tra la sindrome e il vaccino, recentemente chiamato Vaxzevria. Pubblicate due ricerche su New England Journal of Medicine. I ricercatori che hanno studiato i pazienti tedeschi e austriaci, guidati dall’esperto di coagulazione Andreas Greinacher dell’Università di Greifswald, avevano inizialmente chiamato la sindrome trombocitopenia immunitaria pro trombotica indotta dal vaccino, o VIPIT; entrambe le squadre suggeriscono ora un nome leggermente più semplice, trombocitopenia trombotica immunitaria indotta da vaccino (VITT).
Nella ricerca, Greinacher e i suoi colleghi speculano anche su un possibile meccanismo. Vaxzevria consiste in un adenovirus progettato per infettare le cellule e spingerle a produrre la proteina spike del virus. Tra i circa 50 miliardi di particelle virali in ogni dose, alcune possono rompersi e rilasciare il loro DNA, afferma Greinacher. IL DNA è caricato negativamente, il che aiuterebbe a legarlo a una proteina prodotta dalle piastrine (fattore piastrinico 4 o PF4) che ha una carica positiva. Il complesso potrebbe quindi innescare la produzione di anticorpi, specialmente quando il sistema immunitario è già in allerta a causa del vaccino. Una reazione immunitaria al DNA extracellulare fa parte di un’antica difesa immunitaria innescata da gravi infezioni o lesioni, osserva Greinacher, e il DNA libero stesso può segnalare al corpo di aumentare la coagulazione del sangue. L’elemento politico è di un’Unione Europea in cui il mercato può e deve fare tutto. La Dichiarazione di Doha prevede che in alcune condizioni, per esempio a fronte di una pandemia che mette a rischio la vita dei cittadini, è possibile derogare a certe regole sui brevetti. Questo prevede l’articolo 31 dei TRIPs ( Trade Relatedaspects of Intellectual Proerty) firmati nel 1995 dalla organizazione internazionale del commercio la World Trade Organizazion che in situazione di pandemia i paesi sono autorizzati a produrre direttamente i farmaci salvavita, scavalcando il brevetto. Draghi? L’UE? Anche alla presenza del dato realistico che proprio la mancanza di fiale ci costerà morti e danni economici. Ancor più quando un presidente di regione come De Luca dopo essersi vaccinato prima di tutti ora dichiara di derogare dall’ordinanza del Commissario di Governo alle vaccinazioni e dichiara che non vaccinerà secondo le funzioni economico produttive. Implicitamente rinnega la priorità data agli over 70 fissata dal Governo.
Erasmo Venosi, astrofisico, già docente Uni Sapienza